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Comunicato Stampa

sabato 26 Gennaio 2008

Comunicato Stampa

In 2.700 piazze italiane è possibile contribuire alla ricerca
comprando gli agrumi messi in vendita dall’Airc
“La lotta al cancro inizia a tavola”
Al via l’iniziativa “arance della salute”
L’oncologo: “Con diete giuste diminuisce la probabilità dell’insorgenza del tumore”

di PAOLA COPPOLA

ROMA, 26 gennaio 2008 – La lotta al cancro inizia a tavola: una dieta equilibrata e cibi sani sono un’arma contro la malattia. Questo il messaggio dell’Airc che anche quest’anno lancia l’iniziativa “Le arance della salute”: in 2700 piazze italiane oggi è possibile contribuire alla ricerca contro il cancro acquistando, con un contributo di 8 euro, una reticella di arance rosse di Sicilia. All’iniziativa arrivata alla 19ma edizione partecipa anche Gambero Rosso con un libretto di ricette distribuito insieme alle arance. L’arancia rossa come testimonial del mangiar sano, perché è un agrume ricco di antocianine cioè potenti antiossidanti in grado di favorire la salute del Dna perché contrastano la produzione di radicali liberi.

La prevenzione comincia con il cibo, ma dai cibi arrivano anche tante promesse nella lotta ai tumori. Perché? Lo spiega Pier Giuseppe Pelicci, direttore del Dipartimento di Oncologia Sperimentale all’Istituto europeo di Oncologia (Ieo) di Milano.

“Da una parte ci sono gli studi che indagano come è possibile prevenire l’insorgenza dei tumori con una dieta corretta. Ad esempio è stato dimostrato che nelle popolazioni che seguono una dieta ricca di fibre è minore l’insorgenza del cancro al colon. O che il mais rosso, ricco di antocianine, riduce l’incidenza delle malattie cardiache nei topi di laboratorio. O che le arance rosse servono a contrastare l’obesità, uno dei fattori di rischio legati al cancro. Ma anche la ricerca nel campo della nutriceutica, che individua e sfrutta le proprietà dei cibi per ricavare dei farmaci, sta facendo molti passi avanti”.

Le arance rosse sono ricche di antiossidanti, che contrastano la produzione di radicali liberi. Quale è la relazione tra i radicali liberi e la salute del Dna?
“In questo campo è caduto un dogma. Prima pensavamo che la cellula producesse radicali liberi dannosi come effetto della respirazione mitoconcondriale. Il sistema era ritenuto un meccanismo imperfetto e la formazione di radicali liberi un processo accidentale. Alla base della teoria più accreditata sull’invecchiamento c’è l’idea dello stress ossidativo, ovvero l’accumulo di radicali liberi nelle cellule – che danneggiano proteine, lipidi e in modo più grave il Dna – che spinge le cellule al suicidio e facilita l’insorgenza di malattie degenerative, come l’Alzheimer e le malattie cardiovascolari. Ma ricerche recenti hanno scoperto che la produzione di radicali liberi non è accidentale”.

Che significa?
“Esistono dei geni che producono i radicali liberi: questo significa che i radicali liberi hanno una funzione, sono dei segnalatori. Oggi questi vengono considerati messaggeri intracellulari: molecole che trasmettono informazioni, per fare proliferare la cellula o farla morire. Il loro equilibrio è delicato, ora l’obiettivo è classificare e identificare le funzioni positive e negative dei radicali liberi, quelli da ridurre e quelli da non toccare”.

La ricerca come sta aiutando la lotta al cancro?
“Molte speranze arrivano dalla farmacogenomica, che studia farmaci intelligenti in grado di contrastare la malattia. Negli ultimi dieci anni è successo con l’acido retinoico che ha reso la leucemia acuta promielocitica una malattia guaribile nell’80% dei casi o con il Glivec che ha cambiato la storia della leucemia mieloide cronica, rendendola guaribile. Oggi le ricerche più avanzate sono sui farmaci per il tumore della mammella e in cantiere ce ne sono altri contro il tumore del polmone. Per la prima volta abbiamo la certezza di avere imboccato la strada giusta, ora è solo una questione di tempo”.

FONTE: REPUBBLICA.IT


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