Comunicato Stampa
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Un tempo, secondo il sentire comune, lo sport richiamava un comportamento corretto. Era linguaggio normale dire: “comportati sportivamente”. Quell’ avverbio ha perso davvero la sua carica di valore? Se ci guardiamo attorno, a cominciare da casa nostra, al di là della coppa del mondo vinta dagli azzurri nel 2006, lo sport, il calcio anzitutto, ma lo sport in generale ha perso quello smalto che connotava la qualità positiva del comportamento. Fin dall’antica Grecia lo sport diventava con le Olimpiadi un momento di tregua e le gare si combattevano “sportivamente” facendo tacere le armi e costruendo momenti di pace. Siamo tornati all’età della pietra ove anche il gioco fa scorrere sangue? Abbiamo assistito a scene brutali in campo, a vere tragedie negli spalti, a guerriglie attorno agli stadi. Lo sport qui muore. E’ altro! Abbiamo accennato al calcio, ma il fiume della vergogna sembra travolgere tutte le attività sportive. Senti dire: “quell’attività sportiva, per ora, sembra pulita…”. Certo dalla corona d’alloro per i vincitori dei giochi olimpici siamo passati ai milioni di euro per l’acquisto di un giocatore. Lo sport divenuto affare economico ha portato con sé l’ interesse. Diventare uno “sportivo” è ricerca di guadagno, a cominciare dal cartellino dei ragazzini dell’Oratorio. Lo stesso squarcio negativo conferma il legame tra etica e sport… Andando più a fondo infatti, se lo sport è un atteggiamento umano, è necessariamente corretto o scorretto. L’economico deve restare nella categoria dei mezzi. Se trasborda in quella dei fini rischia di uccidere lo sport. Vittoria o sconfitta sono una “furbizia” economica, ma non sport. L’invasione dell’economico con il triste corteo della corruzione fa parte della svolta culturale che stiamo attraversando a livello occidentale e mondiale? A quella deriva tendenziale si oppone la crescente ribellione nella società ai tanti scandali legati allo sport. Lo sport fa parte dell’agire degli esseri umani e vuole “correttezza del comportamento” che si traduce nel rispetto di regole da tutti accettate e sottoscritte. Lo sport è tale se educa al rispetto e all’accoglienza; se diverte e fa stare bene insieme. Con lo sport si può migliorare la relazione con l’altro, lo sport porta all’accettazione della diversità al di là del colore, della provenienza, della lingua, della religione. Davvero lo sport può sprigionare energie relazionali che rendono più umano il mondo. Il progetto Luca Verardo Con il patrocinio di |
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