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Comunicato Stampa

lunedì 14 Gennaio 2008

Comunicato Stampa

NEGATE A PISTORIUS LE OLIMPIADI DI PECHINO

LONDRA, 14 gennaio 2008 – (Ansa) Oscar Pistorius non si arrende al ‘no’ della Iaaf che gli ha negato la partecipazione alle selezioni per le Olimpiadi di Pechino. “Naturalmente siamo molto delusi per la decisione della Federazione internazionale – ha detto Peet van Zyl, manager del sudafricano che corre con delle protesi al posto delle gambe – Ora vogliamo consultarci con i nostri legali e studiare la strategia giusta per fare appello nei termini previsti dal regolamento della Iaaf”. Secondo van Zyl lo studio del professor Peter Brueggeman, dell’università dello sport di Colonia, non tiene conto di alcuni fattori. “Abbiamo sottoposto la perizia a vari esperti negli Stati Uniti e ci hanno risposto che essa non considera diverse variabili quando sostiene che le protesi danno a Pistorius un significativo vantaggio. Siamo convinti che debbano essere eseguiti ulteriori test. Abbiamo l’onere di dimostrarlo”.

PANCALLI, SONO DELUSO E SORPRESO
Luca Pancalli esprime “delusione dal punto di vista umano e sorpresa perché il procrastinarsi della decisione aveva acceso qualche speranza su una scelta diversa”. Il presidente del Comitato Paralimpico italiano non mette in discussione l’autorevolezza degli esperti che hanno negato al sudafricano, che corre su lamine di carbonio in quanto privo delle gambe, di partecipare alle selezioni per le Olimpiadi di Pechino. Ed aggiunge, “mi si passi l’ironia, non avrei mai immaginato nella vita di svegliarmi un giorno ed apprendere che un ragazzo senza gambe è avvantaggiato”.

“Al di là della battuta – aggiunge Pancalli – auspico che nelle motivazioni della relazione medica ci sia un’apertura implicita per il futuro. Se è vero che oggi il diniego è determinato da argomentazioni squisitamente tecniche e nulla più, e sottolineo nulla più, ciò significa che nel momento in cui si dovesse trovare la possibilità di regolamentare l’uso degli arti artificiali in maniera da annullare questo supposto vantaggio meccanico, a quel punto nessuna porta potrebbe essere più chiusa. E non penso solo alle manifestazioni più importanti, ma a qualsiasi gara di normodotati”. Oggi resta “la delusione umana e sportiva per aver perso una storia stupenda per l’atletica internazionale”, stemperata dalla riflessione che “sarebbe stato molto peggio se sin dall’inizio si fosse consentito ad Oscar di gareggiare solo perché disabile. Deve essere chiaro che Pistorius avrebbe comunque dovuto fare il limite per andare a Pechino. Un’apertura tout court, sull’onda dell’emotività, sarebbe stata sbagliata e non rispettosa della dignità di Pistorius e di tutto il movimento paralimpico. Lui stesso ha sempre chiesto solo una chance di mettersi alla prova e sono convinto che non si fermerà qui, ricorrendo agli organismi deputati. Lui parlava del Tas”.


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