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Comunicato Stampa

sabato 12 Gennaio 2008

Comunicato Stampa

– 208 ai GIOCHI, NIENTE RUMORE PER NULLA

di Enrico Tonali

Il DT Andrea CoppolaPIEDILUCO, 12 gennaio 2008 – Ventinove settimane e mezzo, con un accompagnamento sonoro poco sexy e molto eloquente, i fruscii in acqua e al remoergometro o lo sbattere dei pesi sul tappetino. Pechino adesso è per davvero dietro l’angolo, l’orologio del CONI segna meno 208 giorni all’alba dell’ottavo giorno dell’ottavo mese dell’ottavo anno duemila, quando i XXIX Giochi Olimpici verranno dichiarati aperti. La cabala dell’8 – il numero fortunato dei cinesi, che a scuola hanno tra l’altro imparato come Mao Tse-Tung nel 1918 ha preso il diploma magistrale e nel 1928 ha creato il primo esercito popolare – riemerge pure a Piediluco, nel Centro Nazionale Paolo d’Aloja dove, per 8 (aridanghete!) giorni, una trentina di vogatori si sono riuniti per il primo raduno di sapore fortemente olimpico: “Il pensiero dell’otto mi rimugina sempre dentro, ma la situazione non è facile, ad iniziare da quell’unico posto disponibile nelle qualificazioni di metà giugno a Poznan. Per l’Australia la presenza della sua ammiraglia ai Giochi è una tradizione consolidata, in Polonia i canguri in body giallo faranno fuoco e fiamme per mettere le mani su quell’unico passi. E l’Olanda? E le altre grandi Nazioni ancora senza qualifica?” sciorina Andrea Coppola davanti a ‘na tazzulella e’ cafè “Una barca lunga azzurra potrebbe pure uscirci fuori, ma dovranno essere gli atleti a chiedermelo, a lanciare il messaggio, ad assicurarmi che sono pronti a dare l’anima fino ad agosto”.
Che succederà a Pechino? “L’Olimpiade è una situazione particolare, molto diversa da quella che si vive negli altri anni. I valori possono anche subire mutamenti imprevisti: chi ha preso una medaglia agli ultimi Mondiali potrebbe vedersela sfuggire di mano. E viceversa. Come il nostro quadruplo, che – più rinforzato – è una barca da podio”. Qualche considerazione, banale ma che per questo non deve sfuggire, viene a galla; quale quella che dietro le flotte di certi Paesi durante la preparazione ai Campionati del Mondo c’è solo una federazione magari con casse magre, ma per i Giochi arrivano i soldi del bilancio statale e gli allenamenti diventano un’altra cosa.
Qualche problema – questo inverno non sta guardando in faccia nessuno, ti sbatte a letto in mezza giornata – con il settore rosa, Laura Milani ed Erika Bello si sono prese l’influenza una dietro l’altra, e Gabriella Bascelli (nella foto) è in Sud Africa (“si allena al remoergometro, è una ragazza forte ma delicata, come i purosangue; vorremmo innanzitutto qualificarla in singolo, poi vedremo se utilizzarla pure sul doppio”). D’altronde finito questo raduno si va una settimana a casa, quindi di nuovo insieme a Sabaudia. Un posto diverso dal solito lago ternano, tutti al mare, niente tintarella ma tanto lavoro in acqua e a terra. Ancora barche corte fino a febbraio, poi sui quattro, in formazioni contrapposte. “Li devo incentivare e tenere col fiato sul collo fino a marzo. ‘A da passà ‘a nuttata, dopo ci penseranno le gare a creare la giusta tensione”.
A Piediluco si respira aria professionale, il gruppo dei senatori non fa sconti, si lavora, si bada a se stessi; domani nel dindarolo (come lo chiamava un allenatore degli Anni Cinquanta) troverai quello che ci hai messo dentro oggi. L’idea-guida? “Pochi equipaggi ma buoni, la strada che percorrono molte Nazioni di vertice. Miglioriamo quelli che abbiamo, senza sfasciare per fare solo rumore”. Il parco barche al solito è dei migliori, tutti Filippi (“stiamo provando gli scalmi ad ala monoblocco”) tranne un Empacher per il 4 senza pesi leggeri.
Toccata e fuga finale, medaglie a Pechino? “Due andrebbero già bene”.


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