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Comunicato Stampa

giovedì 10 Gennaio 2008

Comunicato Stampa

MISSIONE PECHINO – Quale ruolo per i giornalisti sportivi alle prossime Olimpiadi? Risponde Gianni Merlo, Presidente dell’AIPS

Siamo entrati nel 2008, anno olimpico. Quale sarà il ruolo dei giornalisti sportivi alle prossime Olimpiadi? Lo abbiamo chiesto a Gianni Merlo, presidente dell’AIPS, l’Associazione Internazionale della Stampa Sportiva.

2008: l’anno dei Giochi di Pechino, quanti i giornalisti che presumibilmente seguiranno le Olimpiadi in Cina?
Il numero di colleghi che verranno accreditati sarà di 5.600 per la stampa scritta mentre se si considera la componente televisiva, che comprende anche i tecnici, si arriva a superare le 15.000 unità. Il tetto di 5.600 è stato stabilito dal CIO nelle precedenti edizioni. A Pechino non è stato facile resistere alle richieste addizionali, che sono arrivate alla punta record di quasi 12.000. La Cina avrà 600 accrediti e ne aveva chiesti 5.500. L’Italia è la sesta potenza come giornalisti accreditati, quindi vive una situazione buona. Per coloro che vorranno egualmente andare a Pechino esiste anche la possibilità di potere usufruire di certi servizi, ovviamente molto più ristretti, a disposizione dei non accreditati. Hanno pensato di creare una struttura che possa soddisfare le esigenze di 10.000 giornalisti perché hanno migliaia di colleghi cinesi delle varie province che scenderanno nella capitale.

Tra problemi di doping, scommesse e new media com’è cambiata la figura del giornalista che segue un evento di così ampia portata?
Non credo che il nostro lavoro cambierà molto rispetto al passato in un avvenimento come questo ma certamente saremo impegnati durante tutto l’arco della giornata. Ci aspetteranno notti in bianco per il fuso orario e per il bombardamento a cui saremo sottoposti dai siti on line, che non potranno mai dormire. Il doping sarà un incubo, come sempre, le scommesse meno perché sono più difficili le combine nelle gare olimpiche. Almeno questo sostengono gli esperti. E’ chiaro che forse vivremo con meno gioia certi momenti e questo è quanto ci mancherà rispetto al passato. L’Olimpiade era una festa, gonfia di allegria, adesso è un grande avvenimento, che rispecchia tutti i difetti della società.

Cina e diritti umani: un corretto leit motiv che avrà nel momento di massima attenzione sul Paese, appunto le Olimpiadi, i giornalisti nel ruolo di testimoni ma anche di coscienza critica: un compito che se vogliamo in tempi iper tecnologici riporta al centro del problema il giornalista-inviato che vede, indaga, racconta.
Noi non dobbiamo mai venire meno ai principi di difesa dei diritti perché questo deve fare parte del nostro bagaglio culturale. Conosco la Cina da tanti anni e debbo dire che è cambiata molto anche se non può risolvere tutti i problemi in un breve lasso di tempo. L’Olimpiade ha accelerato in modo incredibile alcuni processi. Ci dicevano alcuni colleghi cinesi che non avrebbero mai immaginato che venisse fatta una legge che permettesse ai giornalisti di circolare liberamente. Per loro è una rivoluzione anche se ancora limitata nel tempo. Ma io credo che il governo cinese sappia che non potrà più tornare indietro. In questo momento la Cina è il vero paese capitalista. Può sembrare assurdo ma basta visitarla per rendersene conto. Forse il pericolo sta proprio in questa trasformazione epocale, che bisognerà vedere fino a quando potrà reggere. Avremo parecchie cose su cui riflettere e dibattere a Pechino, ma sarà interessante perché vivremo un momento storico. La Cina ha come ogni paese due anime, quella dei falchi e quella delle colombe. Scopriremo quale delle due sta avendo il sopravvento.

Gianfranco Coppola

FONTE: USSI


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