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Il Sogno Atlantico di Matteo Perucchini

lunedì 22 Giugno 2015

Il Sogno Atlantico di Matteo Perucchini

ROMA, 22 giugno 2015 – E’ dall’alba dei tempi che l’uomo lancia le sue sfide alla natura. Sfide volte ad affermare sé stessi, per testare i propri limiti, per trovare qualcosa che nell’ordinario è celato. Matteo Perucchini, atleta della Canottieri Gavirate, ha lanciato la sua sfida alle forze della natura: ha infatti deciso di affrontare la Talisker Atlantic Challenge, una traversata di di 3000 miglia nautiche, quindi oltre 5000 km che si estende dalla Gomera, nelle Canarie fino ad Antigua, nei caraibi e che verrà effettuata a remi, in solitaria: “Sono anni ormai che penso di prendere parte a questa gara e finalmente, diciotto mesi fa, mi sono trovato nella giusta condizione a livello sia mentale che di lavoro per poter partecipare. Per me è la realizzazione del sogno di una vita”.

Matteo cosa ti aspetti di trovare in quest’avventura? “Intanto spero che sia un percorso di crescita personale. Io sarò da solo nell’Oceano per più di due mesi. Sarò in balia del mare e dei miei pensieri. Da quel punto di vista è un’opportunità che al giorno d’oggi è difficile riuscire a sfruttare. Con internet, telefonini ecc, siamo sempre collegati. In questo modo potrò stare veramente solo con me stesso”.

E aggiunge l’atleta della Canottieri Gavirate: “Poi si tratta di una sfida personale: sono vent’anni che remo, so cosa significa gareggiare, impegnarsi, dare il massimo per superare i propri limiti in ogni occasione. Ecco, quella sarà un altro banco per mettere alla prova me stesso, per testare una volta di più i miei limiti”.

Quali sono le sensazioni che prevalgono pensando al giorno della tua partenza?: “Molti chiedono se ho paura. La risposta chiaramente è sì. Non avere paura sarebbe da incoscienti e chi dice di non averne mai probabilmente mente a sé stesso. Una dose di paura, tra l’altro, è importante sotto diversi aspetti, non ultimo quello della preparazione. Dal mio punto di vista prepararsi adeguatamente, acquisire consapevolezza delle proprie possibilità può sicuramente aiutare ad affrontare una sfida del genere con maggiore tranquillità e quindi in parte esorcizzare la paura”.

C’è qualcuno che ti ha ispirato? “Innanzitutto la storia. Attraverso i libri ho potuto apprendere di uomini che, sin dall’ottocento, hanno affrontato il mare. Attraverso le storie di questi uomini ho incominciato a sognare. Poi c’è Alex Bellini, un canottiere che ha già affrontato questa traversata. Lui è sicuramente un grande atleta e per me un punto di riferimento”.

Chi ti mancherà di più? “Sicuramente la mia ragazza e poi la mia famiglia che mi segue sempre e mi supporta in tutto quello che faccio. Da quando sono al mondo la mia famiglia è stata per me molto importante. Mi ritengo molto fortunato in questo senso e loro mi mancheranno tantissimo”.