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Fondazione Cariplo & Laboratorio Para-Rowing attraverso  l’esperienza di Giulio Sala

lunedì 11 Maggio 2015

Fondazione Cariplo & Laboratorio Para-Rowing attraverso  l’esperienza di Giulio Sala

ROMA, 11 maggio 2015 – La Fondazione Cariplo sta sostenendo la Federazione Italiana Canottaggio nello sviluppo del Laboratorio Para-Rowing che attiva le sinergie necessarie affinché il canottaggio diventi strumento formativo per i disabili in età scolare. Il lavoro è stato impostato da Paola Pasquale e Antonio Bassi che hanno predisposto le basi politiche e tecniche per fare decollare i corsi al centro “Peppino Vismara – don Gnocchi” di Milano. Giulio Sala, con la collaborazione di Lorenzo Mazza, si è occupato, invece, di fornire al Centro i remoergometri. Ma è proprio Sala che dice: “Abbiamo iniziato così i corsi, con mille dubbi e incertezze. Ad aiutarmi c’era Lorenzo Mazza, Allenatore della Canottieri Olona, che ha messo a disposizione del Progetto le proprie GIG necessarie per le uscite in acqua all’Idroscalo di Milano”. Dopo le prime incertezze, sottolinea ancora Sala, le cose sono migliorate: “Ci siamo trasferiti in darsena di Milano, peraltro riaperta e rinnovata, appoggiandoci alla sede dei Marinai d’Italia e questo anche grazie a Mario De Luca e a tutti i marinai che hanno sentito, e sentono tuttora vicina questa iniziativa e per questo li reputo grandiosi. Ci vuole gente sensibile per promuovere queste attività e loro lo sono al cento per cento! Per questi motivi mi sento di ringraziare tutti e soprattutto i Sodalizi che stanno collaborando a questo progetto: la Canottieri Olona, l’Idroscalo Club e i Marinai d’Italia”.

Giulio, si vede che sei euforico per il risultato conseguito, ma con quanti ragazzi hai lavorato? “Nel Laboratorio Para-Rowing sono confluiti tra gli otto e i dodici ragazzi per un paio di ore al giorno. Ma la cosa più bella è aver vissuto un’esperienza di vita davvero coinvolgente con tutti loro. Sabato 9 maggio in darsena c’erano centinaia di persone che non finivano mai di applaudire i ragazzi che transitavano a bordo della darsena stessa. L’entusiasmo era davvero incredibile e allo stesso tempo coinvolgente. Una bellissima giornata di sport e di solidarietà”. A questo punto una domanda è d’obbligo: il canottaggio secondo te può davvero migliorare la qualità della vita di questi ragazzi? “Io ritengo, ma ne sono peraltro convinto, e anche molti altri pensano la stessa cosa, che il canottaggio è uno stile di vita sia per noi e sia per tutti quelli che vi si accostano. E’ uno sport che ti chiede sacrifici, se tali si possono chiamare, ma nel tempo ti restituisce tutto con gli interessi e questo vale per tutti quelli che prendono in mano un remo e escono in barca. Il canottaggio migliora la qualità della vita di chi lo pratica sia per diletto e sia per agonismo e anche per questi ragazzi è stata la stessa cosa”.

Secondo te sono stati raggiunti gli obiettivi del Laboratorio Para-Rowing che la Federazione Italiana Canottaggio ha sviluppato col sostegno dalla Fondazione Cariplo? “Per quello che concerne il Vismara sicuramente sì. Anche se gli atleti ID non fanno parte del mondo olimpionico, anche se secondo me qualche atleta mentale olimpionico lo è di certo, io penso che nel futuro le cose da parte degli Organismi Internazionali potranno cambiare anche grazie alla spinta che arriva da Federazioni come quella italiana che si sta impegnando molto nel settore Paralimpico in genere e dei Disabili Intellettivi in particolare. Basta notare, per esempio, le azioni sviluppate in favore delle donne che hanno avuto più posti per le qualificazioni olimpiche. Posti che sono stati tolti al canottaggio maschile. Ritengo, quindi, che tutto può cambiare”. Quali sono gli obiettivi futuri del Laboratorio Para-Rowing? “Sono obiettivi chiari e concreti e sono quelli del raggiungimento dell’aggregazione, del muoversi uniti, e di trasformare tutti questi watt in qualcosa di visibile a tutti”.

Galleria Foto Laboratorio Para-Rowing (L. Mazza)