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Focus sulle Società Remiere: il Circolo Ilva Bagnoli

lunedì 21 Dicembre 2020

Focus sulle Società Remiere: il Circolo Ilva Bagnoli


ROMA, 21 dicembre 2020 – … e continuiamo con le interviste relative al Focus sulle Società Remiere spostandoci in Campania, a Bagnoli in provincia di Napoli per l’esattezza, per dialogare con Vittorio Attanasio, Presidente del Circolo Ilva Bagnoli che affonda le proprie radici all’inizio del secolo scorso. Un sodalizio, tesserato alla Federazione dal 1927, che oggi si può considerare come un piccolo avamposto di resistenza al disfacimento di Bagnoli. Da sottolineare, infatti, che le vicissitudini del Circolo sono state indissolubilmente legate all’andamento del colosso siderurgico, tant’è che porta il nome delle acciaierie. Sotto il profilo sociale, quindi, il Circolo Ilva Bagnoli poggia le proprie origini nella Società di Mutuo Soccorso Ilva che aveva lo scopo, in sostituzione dei sindacati aboliti peraltro a seguito dell’entrata in vigore della legge fascista del 1926, di garantire l’assistenzialismo, la solidarietà e l’aggregazione operaia.


Divenuta Circolo Canottieri la “mutua soccorso Ilva”, come veniva identificata dai quotidiani dell’epoca, ereditò la parte sociale della Fabbrica occupandosi dell’istruzione degli operai ed ospitando numerose colonie marine dedicate ai figli dei dipendenti più bisognosi, dedicandosi anche ad attività sportive e ludico ricreative per i dipendenti. Negli anni del fascismo, sotto il profilo sportivo, al Circolo Canottieri Ilva si praticavano, oltre al canottaggio, anche la ginnastica, il ciclismo, la scherma, che sotto il profilo agonistico ottenne negli anni ‘30 alcuni fra i più prestigiosi successi di tutta la storia dell’Ilva. Per oltre 60 anni il Circolo continuò le proprie attività riuscendo a superare il periodo più buio della sua storia, coincidente con la definitiva chiusura nel 1997 del Cral aziendale della Società Bagnoli SpA.


E proprio nel ’97 i pensionati dell’Ilva, insieme ai dipendenti della Società Bagnoli SpA, diedero il via ad una battaglia per resistere e tenere in vita un simbolo che rappresentasse il lascito della grande esperienza centenaria che era stata la fabbrica. Con il sostegno di innumerevoli autorità politiche, si riuscì a preservare, quindi, lo spirito sociale ed il patrimonio storico del vecchio Cral: l’Associazione no-profit Circolo Ilva Bagnoli. Ora dopo 111 anni il Circolo, nato nel 1909, continua a praticare attività sportiva di canottaggio, canoa, pattinaggio, calcio, tennis e lotta libera. Un sodalizio che riempie di orgoglio il Presidente Vittorio Attanasio al quale chiediamo se la pandemia da Covid-19 abbia generato un certo cambiamento nelle nostre abitudini, in genere, e nei canottieri in particolare:


“Grazie per l’opportunità e rispondo volentieri, poiché il cambiamento c’è stato ed è visibile. La diffusione del Covid-19 ha rivoluzionato integralmente le nostre abitudini e, per quanto riguarda i canottieri, spero sia soltanto una situazione transitoria, perché è innegabile che i vari protocolli siano da ostacolo alla preparazione atletica come anche, e soprattutto, alla socializzazione che è alla base di sport nobili come il canottaggio”. Presidente, riuscirà a ripristinare i progetti pre-pandemia? “Lo spero vivamente. La pandemia è stata come un terremoto che ha generato uno tsunami; ora siamo praticamente in piena seconda ondata e tutto dipenderà dall’efficacia dei vaccini e dalla sensibilità delle istituzioni verso realtà come la nostra”.


Quest’ultima parte della stagione remiera è stata ricuperata in corsa, ma come è stata affrontata dalla sua squadra agonistica? “Abbiamo affrontato la stagione con tante difficoltà, ma anche con lo spirito giusto. Mi piace sottolineare l’impegno dei nostri tecnici e dei nostri giovani atleti che, anche durante il periodo di lockdown, hanno proseguito da remoto gli allenamenti e le attività”. Secondo lei come si potrebbero aumentare i tesserati nei vari sodalizi e, conseguentemente, anche nella Federazione? “Sarebbe senza dubbio auspicabile raggiungere l’obiettivo dell’aumento dei tesserati. La diffusione di sport come il canottaggio, infatti, è cruciale per la formazione sportiva individuale, ma anche dal punto di vista sociale poiché in grado di diffondere i valori sani dello sport nelle prossime generazioni. Credo che questo sia un messaggio che vada sempre amplificato e che potrebbe, in questo momento di incertezza, essere un elemento da condividere maggiormente”.


Presidente, come vede il futuro del canottaggio nella sua Regione e a livello nazionale? “A livello regionale dipenderà tutto dall’implementazione di location come ad esempio il Lago Patria. Ritengo sia fondamentale individuare campi di gara e allenamento che siano in grado di ospitare il maggior numero di atleti possibile. Sotto il profilo nazionale, confido nell’operato del Presidente, e della sua squadra, che senza dubbio è una persona capace e in grado di promuovere lo sviluppo della nostra amata disciplina”. Tra le categorie che vanno a formare i tesserati della Federazione, lei ritiene che la categoria master sia in continua crescita e se sì perché? “Credo che questa categoria sia fondamentale perché consente in primis il mantenimento, anche economico, di quelle giovanili. Da non sottovalutare l’aspetto legato all’invecchiamento attivo per quanto riguarda le persone un po’ più avanti con gli anni”.


Tra gare virtuali e ritorno alla normalità il canottaggio pare essere uscito indenne dalla prima ondata pandemica, ma la sua società è riuscita a mantenere le “vocazioni” remiere e continuare a fare corsi anche se ora ci troviamo nel pieno della seconda ondata? “Ci stiamo provando in tutti i modi possibili nel pieno rispetto dei protocolli federali. E’ purtroppo indubbio che questa situazione abbia lasciato segni forti e speriamo non indelebili”. Nella sua società viene praticato il pararowing e se sì con quali risultati? “Si, nel nostro sodalizio è praticato il pararowing. Ancora oggi siamo formalmente un polo importante nel sud Italia. Anche in questo caso, la pandemia ha rallentato in maniera significativa le attività che per loro natura richiedono molta socializzazione. Malgrado questo sono orgoglioso di affermare che, tra i nostri atleti, vantiamo ad oggi un campione, Francesco Maria Maglione, che in piena pandemia ha stabilito il nuovo record mondiale sulla distanza di 100 metri nella categoria PR1 19-29”.


Cosa significa oggi, e con le normative attuali, essere il Presidente di un sodalizio sportivo e, nella fattispecie, di una società remiera? “Significa dover avere tanta passione e tanto spirito di sacrificio. Ho ereditato un sodalizio ultra centenario che non solo è sportivo, ma anche di forte inclusione sociale per il territorio. Le responsabilità sono molteplici anche perché il Circolo Canottieri Ilva, così per molto tempo è stato denominato il sodalizio, vanta un prestigioso passato con innumerevoli successi di carattere nazionale”. Ci racconti quanto è rimasto delle Acciaierie Ilva nel tessuto sociale e ci sveli qualche aneddoto storico: “L’anima del Circolo pone le sue fondamenta e radici nello spirito operaio della Fabbrica di Bagnoli. Tutti i membri del Consiglio Direttivo sono ex dipendenti e costituiscono parte attiva nell’evoluzione del sodalizio, anche al fine di tramandare quanto più possibile i valori legati a quel mondo del lavoro.


Volendo ricordare un aneddoto faccio un salto indietro per arrivare agli anni ‘70, quando l’accesso al nostro circolo era consentito unicamente ai dirigenti dell’Ilva. Era un circolo esclusivo che oggi è, per ironia della sorte, presieduto dal sottoscritto che vanta lo status di ex capo turno del reparto di produzione di cokeria (distillazione del carbon fossile fuori dal contatto dell’aria allo scopo specifico di ottenere il coke, ndr). Andando a concludere, ritengo che qualsiasi considerazione sul futuro del canottaggio non può sfuggire alle dinamiche della pandemia. Spero con tutto il cuore che le Istituzioni, nell’ottica del prossimo rilancio, abbiano in massima considerazione realtà associative come la nostra che sono in grado di sviluppare un tessuto sociale che dovrà essere alla base del risanamento futuro del Paese”.

Speciale “Focus sulle Società Remiere”