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ROMA, 11 aprile 2020 - “Sono contento di
potermi preparare un anno in più perché posso
solo diventare più forte!” è lo spirito con cui
Bruno Rosetti (CC Aniene) prende il rinvio di un
anno dei Giochi di Tokyo a causa della pandemia
del Coronavirus. Per il gigante ravennate – un
metro e 96 per 103 chili – forse questa
situazione si tramuterà anche in un tatuaggio,
quale uno dei tanti che già riempiono il suo
corpo, ma quel che è certo è che per lui
aspettare non sarà un problema. Bruno infatti ha
sempre avuto una concezione del tempo molto
personale, come testimonia la sua storia.
Nel 2009 infatti Rosetti, forte già di un
palmares di assoluto rispetto – un titolo
mondiale nel quattro di coppia Junior vinto nel
2005 e un titolo italiano Assoluto nella
medesima specialità conquistato nel 2007 sulle
acque di casa, per il club di casa SC Ravenna e
in barca tra gli altri con il fratello Matteo –
mollò tutto per andarsene a lavorare in mezzo
all’oceano sulle piattaforme petrolifere. Dopo
aver girato il mondo (il suo libro preferito è “Shantaram”,
il film “Into the wild”, se non si fosse capito
qual è una sua grande passione oltre ai
tatuaggi…) nel 2016 Bruno si rimette ai remi per
divertimento, e di lì a un anno è sull’otto
azzurro che a Sarasota conquista la medaglia di
bronzo ai Mondiali Assoluti.
Da allora, Bruno in barca ha sbagliato poco o
nulla: dall’otto è passato al quattro senza, con
il quale ha conquistato prima l’argento iridato
2018 e poi la carta olimpica per Tokyo. Adesso,
seguito al CC Aniene da Marco Paiella e Giovanni
Suarez, Bruno insegue la sua prima Olimpiade. Il
suo idolo, il canottiere norvegese Olaf Tufte,
ne ha fatte sei, vincendo due ori, un argento e
un bronzo e avendo qualificato il quadruplo dei
vichinghi per Tokyo, va per la settima.
Irraggiungibile. Ma per Rosetti, si sa, il tempo
ha un valore tutto personale.
La scheda di Bruno Rosetti