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Laura, una campionessa d’Italia al Des

venerdì 25 Settembre 2009

Laura, una campionessa d’Italia al Des

Il 13 settembre, quattro giorni dopo la consegna della tesi triennale, ha vinto un oro ai campionati italiani di canottaggio di Ravenna. Nel suo futuro vede la ricerca

MILANO, 26 settembre 2009 – Mercoledì 9 settembre Laura D’Amato ha consegnato la tesi del corso di laurea triennale in Economia e scienze sociali, nel pomeriggio è tornata nella sua città, Piacenza, per rifinire la preparazione atletica e domenica 13 a Ravenna si è laureata campionessa italiana di canottaggio nella categoria Due senza pesi leggeri (atlete sotto i 59 chili).
Laura (a destra) e Benedetta festeggiano

Classe 1988, ora iscritta al biennio in Discipline economiche e sociali (Des), Laura ha cominciato a remare a 11 anni sulle acque del Po con la maglia della Vittorino da Feltre. “Ci sono andata con una compagna di classe, il cui fratello faceva già canottaggio”, ricorda, “e da allora non ho più smesso”. Per lei, e per Benedetta Bisotti, la sua compagna di barca, quello del 13 settembre è il secondo titolo italiano: nel 2005, con altre due atlete, avevano vinto il Quattro di coppia pesi leggeri, mentre l’anno successivo si erano viste sfuggire la vittoria per un solo decimo di secondo.

Il titolo italiano è arrivato, per certi versi, inaspettato, un po’ perché al Due senza (in cui ogni atleta utilizza un solo remo) le due campionesse piacentine avevano sempre preferito e privilegiato il Due di coppia (due remi ciascuno), un po’ perché entrambe studiano fuori Piacenza e hanno dovuto diradare la preparazione. “Negli anni del liceo, quelli che ci hanno portate al primo titolo italiano”, spiega Laura, “ci allenavamo tutti i giorni”. Oltre che dal titolo, quel periodo è stato coronato per entrambe dalla convocazione per uno stage della Nazionale a Piediluco.

Al di fuori delle squadre militari, quello del canottaggio è un mondo prettamente dilettantistico e in settimana ci si allena la sera soprattutto in palestra, mentre il sabato e la domenica sono passati in acqua per perfezionare l’intesa con i compagni di barca. Gli impegni universitari hanno imposto a Laura di limitare l’attività in palestra a due o tre sedute la settimana, mentre il week end, con grande costanza, è sempre dedicato all’attività sul Po.

D’altra parte, per lei, quella degli studi è stata una scelta senza esitazioni. “Già dal liceo”, racconta, “mi affascinava l’economia e il corso in Economia e scienze sociali mi è sembrato il più vicino alle mie attitudini. Un’impressione che si è confermata, visto che per il biennio mi sono iscritta al Des, che è il suo proseguimento più naturale. In questi due anni dovrò decidere se il mio futuro sarà nel mondo della ricerca, come ho sempre pensato, o altrove”.

La parola chiave per capire l’esperienza sportiva di Laura è “squadra”. “Se ancora adesso dedico agli allenamenti due o tre sere la settimana e accetto di non avere quasi mai un weekend libero lo faccio soprattutto per la squadra: le compagne e l’allenatore, con i quali si instaura un rapporto di fiducia reciproca davvero difficile da raccontare. Superi i momenti di sconforto e ti presenti in acqua anche quando sei stanca perché sai che la tua compagna farà lo stesso per te”. E, in più, a sorreggere gli sforzi di tanti praticanti che, anche al livello di Laura, non solo non guadagnano denaro, ma si finanziano le trasferte e la tessera sociale, c’è tantissima passione. “Nel nostro caso, ha pesato anche la voglia di rivincita dopo il campionato italiano del 2006 perso per un soffio e l’incendio che, a giugno di quest’anno, ha colpito il deposito della Vittorino da Feltre, distruggendo 200.000 euro di attrezzatura. Abbiamo potuto riprendere subito l’attività solo grazie ai contributi e al sostegno della Federazione e delle altre società, che si sono dimostrate davvero solidali”.

Laura considera lo sport un’esperienza formativa, che l’ha aiutata anche negli studi. “L’appuntamento serale con l’allenamento mi ha sempre costretta a essere estremamente produttiva nelle ore pomeridiane, a concentrarmi. L’agonismo, poi, ti insegna a non mollare, a perseverare anche negli altri campi”. Per questo, sostiene, la scuola e l’università italiana dovrebbero avere maggiore considerazione per lo sport.
 

Fabio Todesco
Ufficio Stampa
Università Bocconi

Barbara Orlando
Responsabile Ufficio Stampa
Università Bocconi