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Comunicato Stampa

martedì 8 Aprile 2008

Comunicato Stampa

VACLAV CHALUPA, 40 ANNI. COME SE NULLA FOSSE

ROMA, 8 aprile 2008 – Lo potremo ammirare sulle acque di Piediluco in occasione del prossimo Memorial Paolo d’Aloja, dove verrà appositamente per testare la sua barca, il 2 senza insieme a Jakub Makovicka, in vista della gara finale di qualificazione di Poznan, Polonia, dove sarà a caccia della sua 6a Olimpiade.
Alla vigilia della regata che si svolge sul lago umbro e che, com’è ormai tradizione, apre di fatto la stagione remiera internazionale, ci ha rilasciato questa intervista esclusiva.

– E’ nato nel 1967 ed ha iniziato a praticare canottaggio all’età di 13 anni. Fino ad oggi ne ha trascorsi 28 remando, è soddisfatto dei risultati che ha ottenuto?
“Ovviamente sì! Sono molto soddisfatto dei risultati da me raggiunti ma c’è una cosa che ancora mi manca ed è una bella medaglia d’oro…”

– Cosa altro si aspetta dal canottaggio?
“Mi piacerebbe molto ottenere la qualificazione per Pechino e terminare il mio percorso agonistico con il migliore dei risultati”.

– Ha preso parte a cinque edizioni dei Giochi Olimpici (1988 Seul, 1992 Barcellona, 1996 Atlanta, 2000 Sydney, Atene 2004). Secondo lei che cos’è cambiato dalla prima volta ad oggi?
“Ogni edizione è del tutto diversa da un’altra, un atleta giovane sente, percepisce i suoi primi Giochi in modo diverso rispetto all’atleta più “anziano” e quindi con maggior esperienza. Il ricordo che si ha di una Olimpiade è spesso condizionato dal risultato. Per quello che mi riguarda non potrò mai dimenticare i Giochi di Barcellona del ’92 quando vinsi la mia prima medaglia d’argento nel singolo”.

– Dal punto di vista fisico che differenza c’è tra il praticare ad alti livelli il canottaggio a 20 anni e praticarlo a 40?
“Da atleta quarantenne devo dirvi che il mio allenamento è intenso come quello che praticavo all’età di 20 anni. Ora mi alleno però in modo più rilassato ed ho bisogno di più tempo per recuperare. Il canottaggio è cambiato molto negli ultimi venti anni, ora è più veloce ed aggressivo”.

-  Dai Giochi di Seoul 1988 dove scese in gara nel quattro di coppia, l’abbiamo vista sempre remare di coppia (singolo, doppio, quadruplo). Inaspettatamente ai Campionati europei del 2007 di Poznan l’abbiamo trovata invece sull’otto: specialità nella quale, peraltro, ha vinto il titolo. Mentre al prossimo Memorial d’Aloja salirà a bordo del 2 senza. Perché si è dato alla vogata di punta? Preferisce la punta o la coppia?
“Mi considero uno sculler. Ho remato di coppia praticamente per tutta la mia vita. Prima dei Campionati europei del 2007 tutti i migliori vogatori ceki volevano salire sull’otto. Si era innescata una specie di competizione e, come sapete, poi abbiamo vinto…
Ci sono stati grossi cambiamenti nella formazione degli equipaggi della Repubblica Ceca in vista di Pechino, sfortunatamente credo di poter dire che le scelte non sono state compiute con totale “fair play” per cui ho ritenuto opportuno andare avanti per la mia strada, cosa che peraltro ho già fatto varie volte in passato. Il 2 senza mi è sembrata la sola possibilità per giungere ai Giochi Olimpici. Sinceramente non ho preferenze né per la remata di punta né per quella di coppia, quando una cosa m i piace la faccio sempre col massimo impegno”.

– La specialità del 2 senza è considerata in assoluto la più tecnica. Lei che ne pensa in proposito? Come si sente su questa barca?
“Ho optato per il 2 senza solo due mesi fa e questa è la prima volta in tutta la mia vita che provo a gareggiare in questa specialità. Ora che sto provando posso dirlo senza ombra di dubbio: è veramente la barca più tecnica, rappresenta per me una grossa sfida”.

– Qual è il suo prossimo obiettivo?
“Il più vicino è quello di vincere il Memorial d’Aloja e poi di qualificarmi a Poznan per i Giochi di Pechino”.

– Cosa vede nel suo futuro, prossimo e lontano?
“Non ci sono dubbi. Non riesco ad immaginare un futuro senza canottaggio. Mio figlio Vaclav ha iniziato a remare lo scorso anno, quindi…”.

LA SCHEDA

Vaclav Chalupa è nato a Jindichov Hradec, Cecoslovacchia, ora Repubblica Ceca, il 7 dicembre 1967, è sposato con Alice ed ha un figlio che porta il suo stesso nome e per questo spesso è chiamato semplicemente “Clav”. Vive a Praga e svolge i suoi allenamenti nel famoso bacino remiero di Roudnice, teatro nel 1993 dei Campionati Mondiali assoluti. Quando non indossa body da gara o da allenamento, veste l’uniforme dell’esercito con i gradi di capitano. Chalupa ha gareggiato per la prima volta a livello internazionale in occasione dei Campionati del Mondo Junior del 1985 dove giunse 9° sul doppio. La prima medaglia mondiale è arrivata a Bled, nel 1989, argento nel singolo: piazzamento che ripete ai Mondiali australiani del 1990 ed a quelli viennesi del 1991. Ai Giochi Olimpici di Barcellona si presenta tra i favoriti d’obbligo ma purtroppo manca la vittoria  centrando comunque l’obiettivo della medaglia d’argento (ancora una volta) alle spalle del tedesco Thomas Lange. Il 1993 è l’anno dei Mondiali di casa dove le pressioni su di lui sono tante e dove nuovamente fa sua la medaglia d’argento. In molti si dicono dispiaciuti ma non lui. Disputa la finale, sempre nel singolo, ai Mondiali di Indianapolis, USA, nel  1994 ma si deve accontentare del 5° posto. Chalupa si ripresenta l’anno dopo a Tampere, Finlandia. Ancora una gara in singolo ed ancora una medaglia, questa volta di bronzo. E’ tempo di un’altra edizione dei Giochi Olimpici – Atlanta 1996 – e il ricordo di Barcellona è ancora vivo nella sua mente. Chalupa è sempre fra i pretendenti ad una medaglia ma manca il podio e non va oltre il 5° posto, posizione che replica ai Mondiali del ‘97, ad Aiguebelette, Francia. Il podio sembra allontanarsi ma ai  Mondiali di Colonia, siamo in Germania nel 1998, Chalupa c’è ed è di bronzo. Ai Giochi di Sydney deve fare i conti con una fastidiosa influenza che lo colpisce proprio nei giorni delle gare. Non brilla e il meglio che può fare è disputare la finale B. Conti alla mano, si pensa che il campione ceco possa dare l’addio alle gare. Sono in molti a pensarla così ad eccezione di Vaclav. Continua imperterrito e ottiene buone prestazioni in Coppa del Mondo. Ci riprova nel singolo ai Mondiali di Lucerna 2001 dove si aggiudica una bella medaglia di bronzo. Passano gli anni ma non per lui e ad Atene 2004 è ancora li a disputare una finale. Giunge 5° in una gara spettacolare che vedrà primeggiare il norvegese Tufte. Ai Mondiali giapponesi del 2005 lo vediamo in gara sul quattro di coppia dove il suo equipaggio sfiora il podio (4°). Il quadruplo ceko con Chalupa a bordo ci riprova ad Eton 2006 ma scala di una posizione e si classifica al 5° posto.  Nell’ultima edizione dei Mondiali di Monaco dove si assegnavano i pass per Pechino, Chalupa ha gareggiato  nella specialità del doppio: gara tosta che non gli ha concesso quel visto olimpico, che per  lui sarebbe il numero 6. Nei mesi scorsi non si è parlato di lui e lui, forse offeso per questo, si presenta al Memorial in 2 senza  dove testerà le sue possibilità in chiave Pechino.

Detto da lui in passato: “Mio padre (Vaclav, come lui e come suo figlio) vanta due partecipazioni olimpiche: nel 1960 e nel 1964, farmi praticare sport è stato la cosa più ovvia e a 13 anni dopo varie discipline ho iniziato con il canottaggio… Mi piace molto la natura e la vita all’aria aperta, mi considero un ottimo riparatore di macchinari agricoli… Nel canottaggio non ho mai sottovalutato i miei rivali ma ho sempre gareggiato puntando alla vittoria… Ritengo i momenti negativi preziosi perché sono quelli dai quali si può imparare di più… Due sono stati gli idoli ai quali mi sono ispirato e che reputo tra coloro che hanno reso il canottaggio uno sport grandioso: Steve Redgrave e Thomas Lange… Mi diverte molto Mr. Bean, è ottimo per rilassarsi…

Foto Mimmo Perna © e Claudio Cecchin © – cliccare sulle immagini per ingrandirle


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