News

Comunicato Stampa

sabato 8 Novembre 2008

Comunicato Stampa

TURIN GRAFFITTI

TORINO, 8 novembre 2008 – Le due volte all’anno che vengo a Torino, i miei ricordi vanno a ritroso nel tempo, alla mia prima visita nel capoluogo piemontese, per motivi di studio … 34 anni fa … sembra l’altro ieri.

Ancora limpido è il mio ricordo di allora … persone che hanno recitato ruoli da protagonista in quelli che posso considerare uno dei periodi più belli della mia giovinezza, persone con le quali oggi, a così tanti anni di distanza, sono ancora legato da sincera amicizia. E anche se ci si sente solo di quando in quando, ci unisce un sentimento forte, indelebile, duraturo.

Luoghi legati a persone, persone legate a luoghi, con il Po e la città di Torino, sullo sfondo, binomio inscindibile, come se uno non potesse fare a meno dell’altra.

La foresteria del Fiat in Corso Moncalieri.

Un ambiente essenziale ma nel quale ci sono stato bene … quelle tre stanze, la cucina ed il bagno dai quali sono passati tanti canottieri … e canottiere … Un porto di mare accogliente a pochi passi dalla società. Le finestre sui vivai, oppure sul campo da tennis e la piscina olimpionica. Sempre un andirivieni per la stradina che porta al canottaggio (o al nuoto), in tutte le stagioni, con tanti, tantissimi atleti di tutte le età che ne hanno calcato le orme…Un posto, quella foresteria, che rappresentava non solo un ricovero, ma il ritrovo per quattro chiacchiere tra amici, un pasto frugale, ma consumato assieme, con quelle quattro lire guadagnate tra i corsi di nuoto e di canottaggio.

La foresteria e la Sisport, una fucina dalla quale sono nate amicizie importanti. Giuseppe, Osvaldo, Aldo, Ezio, Maurizio, Bruno e tanti altri, con i quali si condivideva l’allenamento in barca ed il dopo barca.

Il Po in piena con le mucche morte che scendevano a valle.

Le partite a pallone con la nebbia quando Arturo non c’era.

Gli interminabili allenamenti in vasca voga, dove solo raramente arrivava provvidenziale il suono del telefono a richiamare l’allenatore nel suo ufficio.

Le sedute di ginnastica in palestra con il mastino napoletano Zilù a fare a mastino napoletano.

Le piacevoli estati alle piscine a cercare di rimorchiare le nuotatrici.

Le trasferte a Piediluco alla Casa del Giovane in cameroni da 30 persone con le battaglie di cuscini che erano d’obbligo prima della nanna.

Gli sfottò nei confronti di chi comunque in barca non avremmo cambiato con nessuno.

Le interminabili corse da 5 ponti…o in collina con i cani spesso alle calcagna.

Le sfide in palestra ai pesi quando era solo importante tirar su più chili degli altri non pensando alla schiena … alla povera schiena…

I primi approcci con il canottaggio allenato, con un gruppo di giovanissimi che poi, per merito delle loro capacità, non certo dei miei insegnamenti, sarebbero arrivati a mondiali e olimpiadi: quanta soddisfazione!

E poi la Torino, quella vera.

Piazza Bernini sede dell’Isef, con Rossella in segreteria sempre gentile, che poi ritrovai al Gymnasium in un corso adulti del quale facevo l’istruttore.

Piazza Zara…sempre il riferimento, di corsa, con l’autobus, per la spesa…

La Cremeria di via Lagrange, ritrovo della domenica pomeriggio.

Il pub per il dopocinema.

I cinema d’essai disseminati per la città per i film impegnati, d’autore, di qualche anno prima, nelle cui sale certe volte ci si addormentava da tanto erano interessanti le proiezioni.

La Beccaccia in collina per avere la scusa della discoteca e portarci le ragazze.

Le case di ringhiera nelle quali qualche volta sono stato invitato da un compagno di corso a pranzo per sdebitarsi del fatto che con la mia vespa lo portavo in giro per piscine e campi sportivi a lezione … Alloggi modestissimi di lavoratori instancabili.

Il Balun dove una volta con Luigi ci tirarono il bidone…Un televisore a colori doveva esserci nel pacco, invece una bella pietra…

I locali alla moda … El Cit, El Ciacolon, la Buca di San Francesco, la gelateria Pepino…

La Stua, pizzeria del centro dove le pizze, che tagliavi con un seghetto, erano molto più grandi del tagliere.

La farinata nel vecchio vecchissimo ristorante alla Mole, dove tovaglie e camerieri raccontavano di una Torino più vicina agli anni ’50 che ai ’70…

E poi le persone.

Giuseppe. Un anno assieme in foresteria. Arrivato un giorno dal profondo sud. Un’amicizia nata a poco a poco, nel quotidiano superamento delle difficoltà negli allenamenti come nella gestione domestica. Una festa quando arrivava il pacco con le specialità da casa. Una festa quando mi pagavano ed andavamo a fare una super spesa. Una festa quando ci potevamo permettere noi due dopo l’allenamento alla domenica, di andare al ristorante. Un’intesa tra di noi: una volta come adesso.

Paolo. Il mio primo compagno torinese di barca. Amico di barca. I primi titoli italiani assieme. Le prime trasferte internazionali. Perebron e bronchenolo a Chiusi Campionati del Mare, per fare in modo che la bronchite fortissima ci lasciasse vincere il primo titolo tricolore.

Amico Ezio. Legato alla mia terra, a Trieste, alla sua alla mia Istria. Una sfida i pranzi a casa sua dove la madre si esibiva in pasti pantagruelici a cui prima non avremmo rinunciato e alla fine ci saremmo pentiti di non averlo fatto. Quantità indescrivibili di cibo che sembrava un’offesa se non le avessimo consumate, ma la gratitudine rimane per avermi sfamato in tempi in cui il mio frigorifero sembrava il Sahara…e non in quanto a temperatura ovviamente…

Ciccio contro Bebo, e Bebo contro Ciccio, a prendersi in giro, in barca come a terra, ma che quando c’era da lottare per il nostro equipaggio, nessuno si tirava indietro.

Maurizio. Troppo difficile non starci dietro. Ed allora via per la Torino by night in 500 beige. Prime doppiette. Primi rodei di notte al Mercato ortofrutticolo con le derapate sulla frutta e verdure rimaste a terra. Prime cremeria-pizza-cine-pub la domenica sera.

Ed infine lui. Il Duce. Arturo. Al quale devo la mia permanenza a Torino, i miei risultati da atleta, la mia crescita da uomo. Un’altra persona alla quale va tutta la mia gratitudine.

I grandi del Centro: l’avvocato Gianni che una volta all’anno premiava l’esercito sportivo della Fabbrica Italiana Automobili Torino, Giampiero, Carlo e Livio, personaggi d’altri tempi, che ho avuto la fortuna di incontrare.

E poi ancora tanta gente sul fiume, che sul fiume ha trascorso buona parte della loro vita con il canottaggio: Priamo, Riccardo, Silvio …Torinesi tutti d’un pezzo che tanto hanno dato al canottaggio piemontese come a quello azzurro. Personaggi che il solo stringergli la mano ne eri orgoglioso. Personaggi vicini al mio canottaggio ed a quello di mio padre.

Per tutto questo … grazie Torino!

Maurizio Ustolin