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Un bronzo di regolarità per le loro terre ferite: il doppio pielle maschile di Ruta e Oppo

giovedì 5 Agosto 2021

Un bronzo di regolarità per le loro terre ferite: il doppio pielle maschile di Ruta e Oppo


ROMA, 05 agosto 2021 – Cinque anni. Un quinquennio in completa simbiosi, per raggiungere una medaglia che ti cambia la vita, per usare le parole del capovoga del doppio Pesi Leggeri maschile medaglia di bronzo ai Giochi di Tokyo 2020, Pietro Willy Ruta (Fiamme Oro), riuscito nell’impresa assieme al fido Stefano Oppo (Carabinieri). Per la durata di tutto il quinquennio, Pietro e Stefano hanno fatta barca insieme senza alcuna eccezione. Non solo non c’è stato nell’Italremo un altro equipaggio rimasto identico dal primo allenamento post-Rio 2016, ma non c’è stata nemmeno una barca con una tale continuità di rendimento: tre argenti consecutivi ai Mondiali, sempre a un soffio dalla vittoria, un oro, un argento e tre bronzi agli Europei. Mancava la gemma, il gioiello sulla corona, e l’hanno messa sul Sea Forest Waterway. Ce l’hanno fatta rispettando il loro stile, quello della regolarità. Il primo passo, il 24 luglio, è la batteria che vale la semifinale, due soli i posti disponibili. Un impegno sulla carta facile, che i due azzurri onorano senza rischi: la Germania se ne va, l’Italia senza strafare regola Portogallo, Uzbekistan, Venezuela e Thailandia, e passa il turno con il terzo tempo delle prime sei qualificate.


La semifinale è un qualcosa che non si può fallire, sembra una frase fatta, ma è così. Le condizioni del lago sono pessime, il vento che sferza da tutte le parti ne increspa le onde, e molti equipaggi – lo sappiamo anche noi italiani – quel giorno ne fanno le spese. Non lo sanno, Ruta e Oppo, ma nella prima semifinale la Norvegia, candidata con Irlanda, Germania e azzurri ad occupare uno dei gradini del podio, a meno di 500 metri dall’arrivo addirittura si rovescia, e dice addio ai giorni di gloria. L’Italia del doppio pielle maschile invece non commette errori, controlla il pur temibile Belgio, Ucraina, Spagna e India, e va in finale con il secondo posto, e il terzo tempo complessivo, alle spalle della Germania. Il 29 luglio l’appuntamento con la gloria. Sulla carta, Irlanda, Germania e Italia contro l’outsider Belgio, anch’esso spesso sul podio nelle varie gare internazionali del quinquennio, la solida Repubblica Ceca e la sorpresa Uruguay, non dovrebbero avere problemi. Ma la carta, con un lago ancora una volta scostante, abbiamo già capito a questa strana Olimpiade non conta.


Pronti via e guida la Germania, gli azzurri ci provano e l’Irlanda invece è un pelo attardata. Sul passo la forza degli irish, veri favoriti all’oro finale sin dal via di questi Giochi, viene fuori, con i teutonici che se la giocano a rischiatutto, sperando che in qualche modo vada, e che soprattutto non spacchi. E l’Italia? Pietro e Stefano in quei sei minuti e poco più di gara ripercorrono i sacrifici, gli allenamenti, il sangue, il sudore… Pensano alle rispettive terre – il lago di Como e la Sardegna – in sofferenza, immaginando che sarebbe bello dedicare loro una medaglia. Pensieri ricorrenti, per soddisfare i quali è bene non rischiare. Il terzo posto è in cassaforte, la Repubblica Ceca è bella, ma non come gli azzurri, che toccano quel sogno divenuto realtà: bronzo olimpico dietro Irlanda e Germania. Dopo la gara, Pietro parla di vendetta del quarto posto di Rio, Stefano ripercorre il giro d’Italia che lo ha portato fino a qui, entrambi dedicano la medaglia alle proprie terre ferite. Tutto secondo i piani ragazzi, ce l’avete fatta.


DOPPIO PESI LEGGERI MASCHILE – Italia Medaglia di Bronzo
Risultato finale A: 1. Irlanda (Fintan Mc Carthy, Paul O’Donovan) 6.06.43, 2. Germania (Jonathan Rommelmann, Jason Osborne) 6.07.29, 3. Italia (Stefano Oppo, Pietro Willy Ruta) 6.14.30, 4. Repubblica Ceca (Jiri Simanek, Miroslav Vrastil) 6.16.42, 5. Belgio (Niels van Zandweghe, Tim Brys) 6.18.10, 6. Uruguay (Bruno Cetraro Berriolo, Felipe Kluver Ferreira) 6.24.21.

ph Canottaggio.org

Speciale XXXII Olimpiadi – Tokyo 2020NE