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Il benessere degli atleti al primo posto

martedì 25 Febbraio 2014

Il benessere degli atleti al primo posto

ROMA, 25 febbraio 2014 – La Dr.ssa Barbara Di Giacinto non ha dubbi: “Il benessere degli atleti per noi medici sportivi viene al primo posto: è il motivo per cui siamo presenti in modo particolare in tutti i raduni”. Attualmente collabora al coordinamento dello staff medico della Federazione Italiana Canottaggio e la sua competenza è ben conosciuta sia sui campi di regata sia durante gli allenamenti. La Dr.ssa Di Giacinto è una persona solare che accoglie chiunque con un sorriso, trasmettendo serenità anche nei momenti più difficili. E di momenti difficili è stata spesso testimone, ma non ha mai dimenticato il suo ruolo di specialista che esercita con professionalità indiscussa. “Nello staff medico del canottaggio, a partire dal prof. Antonio Spataro, Direttore dell’Istituto di Medicina dello Sport, c’è un’attenzione particolare al riguardo della salute fisica e mentale degli atleti. Tra i professionisti impegnati per raggiungere questo scopo non abbiamo solo la figura del medico, ma anche quella del fisioterapista e dell’osteopata che sono sempre presenti nei raduni assieme al dietista e allo psicologo. Una equipe completa, quindi, per tutelare la salute dello sportivo a 360 gradi. Il mio ruolo è coordinare tutte queste professionalità “.

Quali sono i problemi più frequenti nel canottaggio ad alto livello? “I problemi più frequenti sono le lombalgie con tutte le loro sfaccettature, perché queste possono essere dovute semplicemente a problemi muscolari, ma anche degenerare in vere e proprie ernie che comprimono il sacco durale. Oltre a questo le problematiche ricorrenti sono dovute alle tendiniti dell’ avambraccio causate dal gesto tecnico del remo. Teniamo sempre presente che questi sportivi di alto livello sono sottoposti a lavori molto intensi sia dal punto di vista aerobico, di durata e di intensità di lavoro, che dal punto di vista dell’impegno in palestra per il potenziamento della struttura muscolare. Ogni sport ha patologie specifiche, nel canottaggio noi le trattiamo con l’ aiuto del fisioterapista, con lo stretching e insegnando agli atleti esercizi specifici, e con l’ausilio degli osteopati per manipolazioni specifiche. Se necessario prescriviamo esami di più alto livello per avere un quadro completo al fine della terapia da effettuare. Gli atleti di vertice, possedendo delle importanti strutture muscolari, vanno aiutati anche con lo scarico della catena posteriore che va allungata poiché sottoposta a compressioni”.

Il rapporto con gli atleti implica anche una partecipazione nelle loro vicende sportive e personali, come operate in merito? “Noi dello staff medico fungiamo talvolta da valvola di scarico per questi atleti: essi sanno che alcune cose possono dirle all’allenatore ed altre esclusivamente a noi. Noi cerchiamo di trovare la soluzione tutti insieme con la finalità del suo benessere. Il canottaggio è una disciplina abbastanza dura sia dal punto di vista fisico che psicologico, spesso gli atleti devono confrontarsi con se stessi. Senza dubbio è più facile affrontare lo stress della gara, ma anche degli allenamenti, in uno sport di squadra in cui la colpa, quando si sbaglia qualcosa, non ricade solo sul singolo atleta, ma ricade sul gruppo. Per tutti questi motivi il canottiere deve possedere doti fisiche e psicologiche notevoli”. Il rapporto con gli allenatori? “E’ molto buono, almeno dal mio punto di vista, poi magari sarò smentita dagli interessati, ma io ho un rapporto molto buono sia con gli atleti che con gli allenatori. Ci scambiamo idee e consigli. Debbo dire che mi consulto quotidianamente con i tecnici in particolar modo con Franco Cattaneo, head coach delle Squadre Nazionali, sempre con il preciso intento di parlare con i ragazzi, perché sono agonisti talmente di alto livello che hanno bisogno di un aiuto quotidiano”.