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Giovanni Calabrese: prima la Persona poi l’Atleta

sabato 4 Maggio 2013

Giovanni Calabrese: prima la Persona poi l’Atleta

PIEDILUCO, 04 maggio 2013 – Giovanni Calabrese, direttore tecnico della Canottieri Gavirate, medaglia di bronzo a Sydney nel 2000 con un’esperienza di quindici anni in maglia azzurra. Da quasi tredici anni alla guida della Canottieri Gavirate con grosse soddisfazioni. Le ultime avute proprio nel week end a Piediluco.

Quali sono i segreti della Canottieri Gavirate? “Innanzitutto va detto che a Varese abbiamo la migliore palestra che c’è al mondo: il Lago di Varese. Quindi possiamo sfruttare uno specchio d’acqua che ci invidiano tutti. Poi personalmente mi porto dietro la cultura e la tradizione di un atleta che ha girato il mondo, che conosce bene questo sport, con i suoi segreti. Sono stato singolista per molti anni e anche vogatore di coppia. Non è un caso se nelle specialità di coppia ci difendiamo bene. Poi ho la fortuna di ospitare per lunghi periodi, nella mia associazione, stage di allenamento di squadre australiane, inglesi, olandesi. Quindi compagini olimpiche di vertice con le quali si viene ad instaurare un costruttivo interscambio culturale”

Il settore giovanile è uno dei punti forti della Canottieri Gavirate. Qual è l’approccio che viene adoperato? “Noi più che un’associazione sportiva siamo una scuola di canottaggio. Iniziamo dai 9-10 anni fino ai master. Il nostro obiettivo è insegnare il canottaggio, trasmetterne i fondamenti, le regole, i principi e i valori. L’aspetto agonistico ne diventa una conseguenza logica. Segue la formazione della persona e dell’atleta. Quando un atleta diventa evoluto come Andrea (Micheletti ndr), vuol dire che noi abbiamo già fatto un buon lavoro sull’aspetto umano. Nella nostra Società, inoltre, prediligiamo fattori come l’aggregazione, la socializzazione, anche attraverso le trasferte. La pratica sportiva diventa uno strumento per educare il ragazzo, con lo scopo, come ho già detto, di formare una persona migliore anche attraverso l’agonismo che, in ogni modo, rimane importante nella formazione individuale. Noi ci rifacciamo un po’ alla cultura anglosassone poiché facciamo un po’ quello che dovrebbero fare le scuole e che oggi non riescono più a fare per varie problematiche. Cerchiamo di farlo vivendo il disagio che vivono le altre associazioni sportive. Che poi è quello che vive il paese in questo momento”.

Quali sono gli obiettivi per il futuro? “Il nostro obiettivo non è tanto il risultato in sé ma il valorizzare il talento. Quindi se nel gruppo riusciamo ad evidenziare ragazzi con del talento, la nostra preoccupazione diventa far sì che quel talento possa poi essere espresso al massimo delle potenzialità. Ovviamente non sempre capita. Noi possiamo dire di avere una buona tradizione in questo senso. Anche Elia Luini è nato nella Canottieri Gavirate e nel 2000, Sydney, ci ha portato la prima medaglia d’argento olimpica della storia della società. Questo per dire che lavorare solo in funzione della medaglia olimpica, non è un investimento certo, essa può essere la logica conseguenza di un lavoro ben fatto sulla persona. Può arrivare ma può anche non arrivare. L’esito è legato a troppe variabili che sfuggono al controllo”.