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Vincenzo Capelli, Se non osi non vai da nessuna parte

martedì 31 Agosto 2010

Vincenzo Capelli, Se non osi non vai da nessuna parte

ROMA, 31 agosto 2010 – “Sono Primi Questi Romani” titolava il Messaggero del 27 luglio celebrando la vittoria mondiale under 23 di Andrea Palmisano e Vincenzo Capelli. “Abbiamo chiuso gli occhi ed è uscita la gara perfetta”. 

Difficilmente Vincenzo dimenticherà Brest, quel fantastico successo costruito in una settimana assieme al fraterno amico Palmisano, ai finanzieri Francesco Fossi e Mario Paonessa. Il tetto del mondo lo aveva già toccato tre anni prima, a Strathclyde nella specialità del quattro con, ma coronare il sogno nella “barca Regina” fa venire i brividi ancora adesso.

“Sono ripartito dopo aver fatto il pieno di motivazioni, un po’ a rilento causa problemini fisici, ma avevo voglia di dare seguito a un 2009 soddisfacente grazie all’esordio in Coppa del Mondo, l’argento ai Mondiali Under 23 e all’esperienza da riserva a Poznan”. Così scivolano via i primi sei mesi del 2010: senza infamia e senza lode con una carezza al mito di Henley, sfiorato e sfumato per via della febbre patita da Andrea. Niente due senza, niente sfide con gli Dei. Sull’aereo del ritorno, si ricomincia a pensare alla Bielorussia.

“Il Mondiale? Qualcosa di meraviglioso, perché da un leggero scetticismo iniziale giorno dopo giorno acquistavamo sempre più fiducia in noi stessi, nelle nostre potenzialità e prima di partire per la finale sapevamo che avremmo fatto qualcosa di importante”. Il capolavoro nasce in semifinale e, a differenza di quanto spesso accade nelle sfide in questa specialità con gli inglesi, non muore negli ultimi 500 metri. La barca decolla, spicca un volo folle anche se la destinazione non è l’ignoto ma la gloria.

Vincenzo tratteggia un particolare della festa. “Una volta sul podio ti viene quel sorriso un po’ da ebete che è impossibile da levare: trattieni le lacrime e solo in quel momento capisci che tutta la fatica di mesi e mesi di allenamento ha un suo perché”. E poi un pensiero ai suoi valorosi compagni. “Un aggettivo? Andrea determinato, Francesco indispensabile, Mario forte”.

I destinatari dei ringraziamenti per la medaglia d’oro sono molteplici, in primis il motivatore. “Mio fratello Luca è troppo importante per me, la dedica è per lui, per la mia famiglia, il Circolo Canottieri Aniene. Il presidente Giovanni Malagò, il consigliere allo sport Marco Zilia, il DS Andrea Roccheggiani, i tecnici Riccardo Dezi e Giulia Benigni. Grazie di cuore, grazie perché l’ambiente Aniene è stato fondamentale. Appena ho iniziato, nonostante fossi già grandicello, tutti quanti hanno sempre creduto in me e nel momento di passare a livello senior mi sono ritrovato a remare con i migliori dai quali ho imparato tanto”.

Ora gli Europei, si perché questa barca si è conquistata anche il diritto di poter gareggiare in Portogallo. “Vogliamo lottare per la medaglia, sappiamo bene che non sarà semplice ma se non osi non arrivi da nessuna parte”. Questo Vincenzo, collezionista di moto d’epoca, lo sa bene. Infatti osa anche nello studio. “Sto studiando economia alla LUISS, sono al terzo anno e spero di laurearmi presto”.