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Comunicato Stampa

giovedì 21 Agosto 2008

Comunicato Stampa

Simone Venier, vogatore di Terracina e argento olimpico con il “quadruplo” è tornato in famiglia
«E pensare che in febbraio volevo smettere»
L’atleta delle Fiamme Gialle promette la sua terza Olimpiade: «Sarò a Londra 2012»

di ALDO CEPPARULO

Lo possiamo dire?
«Cosa?»
Che sei felice…
«Beh sì, possiamo dirlo»
Simone Venier, 23 anni, argento olimpico a Pechino nel canottaggio, è tornato tra i suoi affetti nella sua casa di Terracina, alla “Nespola”.
Argento, vicecampione olimpico con il ”quattro di coppia”, ma la Polonia che si è presa l’oro era davvero stratosferica?
«Per un momento, ai 1.500 metri, ho pensato che la nostra pallina (la punta ndr) potesse passare davanti alla loro. Ma il nostro ritmo di vogata era troppo sostenuto, avremmo rischiato di scoppiare. E’ andata bene così».
Se dovessi dire grazie a qualcuno a chi lo diresti?
«Ai miei genitori! Senza di loro avrei già smesso di vogare. Basta pensare che nel febbraio scorso, per una serie di problemi fisici che mi angustiavano, volevo lasciare».
Venier, nato e cresciuto agonisticamente nelle Fiamme Gialle di Sabaudia, è stato anche campione mondiale juniores nel 2002 a Trakai, in Lituania. Nel 2004, a 19 anni, partecipò alle Olimpiadi di Atene sempre con il “quattro di coppia”.
Nelle Olimpiadi elleniche hai chiuso al decimo posto, eppure era sempre lo stesso armo…
«Sono trascorsi quattro anni, sono un altro atleta. Ho più esperienza, una maggiore prestanza fisica e poi in barca c’erano Rossano Galtarossa e Simone Raineri che, otto anni fa a Sydney, conquistarono l’oro».
E tu a chi sei più legato tra i tuoi compagni di barca?
«A Luca Agamennoni, il livornese. Con lui abbiamo preparato un “doppio”, ci siamo allenati duramente e ci siamo sacrificati: tuttavia fino a qualche mese fa eravamo fuori dalla squadra olimpica. Ma quando ci s’impegna a fondo e si soffre per arrivare i risultati devono vedersi. E’ stato così che siamo stati convocati per il “quattro di coppia” e la barca camminava davvero».
Sorride Simone, ragazzone timido e riflessivo, e si abbraccia con papà Silvano, mamma Luciana Mezzi, la sorella Chiara e la fidanzata Jessica, ex giocatrice di volley.
Siete in tre delle Fiamme Gialle e anche il vostro allenatore, Franco Cattaneo, è della Finanza: un caso?
«Non direi, Raineri e Agamennoni sono compagni di barca splendidi: il primo è un capovoga formidabile e di grandissima sensibilità, Luca poi è un generoso. Cattaneo, il coach, è stato bravissimo».
E tu?
«Di me non parlo, non è mia abitudine, non sono abituato. Dico solo che Londra 2012 è diventato un obiettivo reale».
Simone, terracinese con l’argento olimpico al collo, è fatto così. Del resto chi pratica il canottaggio, sport del silenzio e della natura, non è abituato a sprecare le parole. Preferisce remare nel sole del lago di Paola guardando il profilo del Circeo che all’improvviso diventano il Shunyi Park di Pechino e un argento indimenticabile

Nella foto di Fabio Pirazzi ©: il campione azzurro con papà Silvano (ex vogatore), mamma Luciana Mezzi, la sorella Chiara e la fidanzata Jessica (Cliccare sull’immagine per ingrandirla)

FONTE: IL MESSAGGERO


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