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Comunicato Stampa

sabato 26 Luglio 2008

Comunicato Stampa

IL MEDICO RACCONTA …

LINZ (Austria) 26 luglio 2008 – Al seguito della squadra c’è anche la 32enne dott.ssa Barbara Di Giacinto, medico presso l’Istituto di Medicina e Scienza dello Sport del Coni di Roma. All’interno della struttura medica si occupa di cardiologia dello sport ed è collaboratrice del Gruppo di lavoro del Prof. Pellecchia. E’ autrice di varie pubblicazioni ed un suo lavoro è stato recentemente pubblicato anche sul Journal of Cardiology americano.
“E’ una bella squadra fatta di persone squisite e soprattutto positive
– dice la dott.ssa Barbara Di Giacinto – una compagine formata da giovanissimi alle prime esperienze ed atleti esperti e professionali che si sono amalgamati benissimo con il gruppo junior. Una commistione dalla quale fuoriesce positività e allegria”. La dott.ssa Di Giacinto in questa avventura mondiale però non è sola: “Il mio gruppo di lavoro qui a Linz è formato dal chiropratico Joshua Luster e dai fisioterapisti Francesca Balzani e Antonio Guglietta. In questi giorni abbiamo lavorato molto per risolvere efficacemente problemi d’infiammazione agli arti e contratture dei muscoli intercostali, oltre a varie lombalgie. Abbiamo anche utilizzato la tecarterapia per il ripristino dalla fatica e per la riabilitazione”.
Un ruolo, quello del dottore, che a volte può essere d’aiuto anche agli allenatori: “Ho seguito le squadre tutto l’anno anche durante i raduni ed a volte per risolvere qualche problema di minore entità basta ascoltare i ragazzi e collaborare sotto l’aspetto psicologico con gli allenatori con i quali il mio gruppo di lavoro ha instaurato un ottimo rapporto”.
All’interno dell’albergo che ospita la squadra italiana è stata allestita una sala medica nella quale lavora tutto lo staff medico. Essa è diventata, con il passare dei giorni, un punto di riferimento come afferma la Di Giacinto: “Il punto di riferimento degli atleti è la sala medica all’interno dell’albegro. Qui i ragazzi, senza distinzione d’età e sesso, si prendono in giro, scherzano e sdrammatizzano sui problemi fisici e sulle paure che possono arrivare a ridosso delle gare. Stare con le squadre è bellissimo – continua la dottoressa – e questa opportunità mi arricchisce sia professionalmente che sotto l’aspetto umano. In ogni momento della giornata si respira sempre un’aria positiva tra atleti e tecnici. Dall’esterno si sa che il canottaggio è uno sport sano, ma per capirlo ed assaporarne le sensazioni e le emozioni bisogna farlo dall’interno altrimenti non si riesce a percepire il ‘profumo di vita’ tipico del canottaggio”. 


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