News

Nel Power Team di Luna Rossa 6 i cyclors provenienti dal canottaggio

giovedì 4 Aprile 2024

Nel Power Team di Luna Rossa 6 i cyclors provenienti dal canottaggio

Grazie alla forza nelle gambe ed alle caratteristiche antropometriche, i canottieri sono gli atleti più corteggiati dai Power Team per l’America’s Cup di mezzo mondo e nel caso dell’Italia, costituiscono su Luna Rossa Prada Pirelli una potente “sala macchine”. Con il passaggio ai monoscafi foiling, dove i cosiddetti cyclors sostituiscono i grinder, passando dalla forza impressa dalle braccia alle manovelle a quella delle gambe per produrre i watt necessari ad alimentare i sistemi idraulici che permettono ai trimmer di regolare vele ed albero, le caratteristiche del canottiere di alto livello sono diventate irrinunciabili. Un ruolo molto importante quello dei “ciclisti”, perché proprio dalla potenza degli arti inferiori dipende la regolazione della parte aero dell’imbarcazione. Ma la scelta dei campioni del canottaggio è anche legata alla stazza fisica, le scelte fatte sono dettate dal peso, perché per rientrare nei parametri del regolamento di Coppa America, con un limite minimo e massimo per barca ed equipaggio, i cyclors devono pesare tra i 95 ed i 110 kg.

Se nella barca sono 4 gli atleti che ricoprono questo ruolo, la sfida italiana di Luna Rossa Prada Pirelli all’America’s Cup ne ha scelti 9 per poter disporre di rotazioni e per prevenire infortuni causa la postura e la fatica. Il Power Team di Luna Rossa Prada Pirelli può ad oggi disporre dei canottieri: Bruno Rosetti bronzo olimpiadi Tokio 2022 sul 4 senza, 2018 argento 4 senza assoluto, 2017 bronzo sull’otto mondiali assoluti, campione del mondo 2005 in 4 di coppia U19, 2020 argento europei 4 senza, 2021 bronzo europei 4 senza; Emanuele Liuzzi 34 anni, 2010 campione del mondo U23 in 4 con, 2017, bronzo ai mondiali assoluti sull’otto; Romano Battisti 38 anni, 2012 argento Olimpiadi in doppio, 2006 bronzo sull’otto mondiali U23, 2007 e 2008 oro in 4 con mondiali U23, 2013 bronzo mondiali assoluti in doppio, 2014 argento mondiali assoluti in doppio, 2008 argento europei assoluti 4 senza, 2012 argento europei assoluti in doppio, 2013 oro europei assoluti in doppio, 2017 bronzo europei assoluti 4 di coppia; Nicholas Brezzi, 31 anni, 2014 oro 4 mondiali coastal, 2015 argento mondiali coastal, 2011 bronzo 4 con mondiali U19, 2014 bronzo 4 senza mondiali universitari; Cesare Gabbia 32 anni 2014 oro 4 senza mondiali U23, bronzo sull’otto mondiali assoluti 2017, bronzo 2014 4 senza europei, bronzo 2022 europei sull’otto, bronzo 2014 e 2016 sul quattro mondiali coastal e Luca Kirwan con i colori della Nuova Zelanda, 4° nel 4 senza ai Mondiali U23 di Sarasota (USA) e riserva ai mondiali 2022, a cui si aggiungono il ciclista Paolo Simion, il velista Enrico Voltolini e Mattia Camboni proveniente dal windsurf.

Dopo una delle tante lunghe giornate di allenamento e di lavoro, racconta Nick Brezzi Villi, canottiere triestino nato e cresciuto al Saturnia: “Ci stiamo allenando a Cagliari, è stata scelta questa location per gli allenamenti già da un paio d’anni, staremo qui fino a metà maggio, e poi ci trasferiremo a Barcellona. Vareremo la barca qui a Cagliari, il 13 aprile, e la prima regata ufficiale sarà il 22 agosto a Barcellona con le preliminary, tappa di avvicinamento, e poi il 29 agosto la Louis Vuitton Cup. Da grinder a cyclors è stato un passaggio “brutale”, nel senso che cambia completamente tutto, Il grinder era molto “muscolare”, fisico, di forza, e ti permetteva di avere un allenamento diverso rispetto al canottaggio, usando la parte alta del corpo, mentre adesso usi solo la parte bassa, quindi le gambe, e la preparazione è molto aerobica, simile se non quasi uguale al canottaggio. Siamo in 4 in barca invece di 8, per cui la stessa potenza che erogavamo alle manovelle, adesso è prodotta dalla metà degli atleti con gli arti inferiori. Le barche si sono evolute, le velocità sono maggiori, per rendere tutto più efficiente e più veloce ed è ovvio che più potenza si ha e meglio è per poter regolare le vele a seconda della velocità dello scafo, e della direzione del vento. Gli allenamenti si stanno allineando con quelli che erano nel canottaggio. La mattina ci alleniamo dalle 7:00 alle 10:00, poi c’è tutta la giornata lavorativa, io ad esempio mi occupo di aiutare i ragazzi che montano l’idraulica in barca, e poi al pomeriggio c’è il secondo allenamento: un po’ come nel canottaggio, solo che qui tra un allenamento e l’altro lavori. Con gli altri canottieri sembra di essere tornati in raduno. Si parla molto di canottaggio, si paragona tantissimo a quello che facevamo prima, la grande differenza è che magari nello sport remato ti alleni di più, con volumi maggiori, ma tra un allenamento e l’altro c’è un periodo di riposo, un modo di staccare. Noi qui passiamo dalle 12 alle 14 ore al giorno in base, e tra allenamento e lavoro non c’è mai un momento di stacco. C’è sempre da trovare un equilibrio tra l’allenarsi un po’ di più, e lavorare un po’ di meno o il contrario, questa la differenza tra il canottaggio olimpico e la Coppa America. Seguiamo sempre il canottaggio guardando anche le regate più importanti, perché è incredibile come la componente di canottieri olimpionici e mondiali all’interno della Coppa America, soprattutto di questa edizione, è altissima, dalla Nuova Zelanda (con il fuoriclasse Bond), agli USA, Svizzera (doppio e 2 senza), Francia, Gran Bretagna, e l’Italia con noi 6 non è da meno.“

Maurizio Ustolin