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Focus sulle Società Remiere: la Società Canottieri Nino Bixio

martedì 28 Luglio 2020

Focus sulle Società Remiere: la Società Canottieri Nino Bixio


ROMA, 28 luglio 2020 – Una società remiera intitolata ad una delle figure importanti del Risorgimento Italiano, come il Generale Nino Bixio. Era il 1883 quando un gruppo di piacentini varò, infatti, lo statuto della “Società Interprovinciale Padana di Salvataggio Nino Bixio”, onorando così colui che fu il braccio destro di Giuseppe Garibaldi nella Guerra d’Indipendenza dell’Italia. Il 17 maggio 1929, Gabriele D’Annunzio lasciò una sua fotografia alla società con la seguente dedica: “Ai gloriosi Canottieri Nino Bixio di Piacenza: non più ‘pesciolini d’acqua dolce’, ma ‘pescispada di tutte le acque’. Una brevissima introduzione per iniziare a dialogare con Mario Bonvini, attuale Presidente del sodalizio piacentino, una società che, a cavallo di tre secoli, è stata sovente al centro della storia remiera nazionale e internazionale.


Anche con il Presidente Bonvini iniziamo il dialogo chiedendo d’illustrarci i programmi che la sua Società stava predisponendo prima del lockdown: “A fine 2018 abbiamo cambiato tecnico, decidendo di affidarci a Franco Canderle, con l’obbiettivo di ricostruire un settore caro alla società. Purtroppo le difficoltà riscontrate ancora prima del lockdown, tra cui anche la piena del fiume a novembre 2019, hanno segnato negativamente questa crescita e abbiamo dovuto rivedere le aspettative. A marzo di quest’anno, il debole segnale di ripresa che s’intravedeva si è spento improvvisamente e i ragazzi ancora non fidelizzati si sono persi”.


È un vero peccato Presidente, anche perché l’abbandono dovuto a questo periodo da parte dei ragazzi più giovani è purtroppo un fenomeno comune a molte realtà. Ma andiamo avanti, poiché ora con il ritorno alla normalità tutto dovrebbe tornare nel solco giusto della condivisione remiera. Come ha vissuto il periodo di quarantena tutta l’organizzazione del suo sodalizio? “Abbiamo tentato di lavorare a distanza, purtroppo non tutti hanno avuto le possibilità e soprattutto la volontà di essere resilienti al periodo di quarantena. Del resto la crescita della squadra si è interrotta proprio nel momento in cui s’iniziavano a programmare obbiettivi atti a stimolare i ragazzi. Lavoreremo per rimediare ai danni di questa crisi pandemica”. Lei ritiene di poter ripristinare i programmi iniziali, quindi, e di svilupparli ulteriormente? “Senza dubbio, anche perché siamo ripartiti da zero due volte in due anni, ormai siamo avvezzi alle problematiche inerenti a queste situazioni”.


Durante il lockdown sono state organizzate dalla Federazione alcune gare virtuali. Ci può dare la sua valutazione su questo nuovo modo di fare canottaggio? “I nostri ragazzi sono stati stimolati dall’allenatore a seguire gli eventi, ma credo che la loro mancanza di esperienza sul campo abbia influito negativamente sul loro interesse”. Alla luce delle diverse problematiche sociali, in che maniera affronterà l’ultima parte della stagione remiera programmata da settembre a dicembre? “Dobbiamo subito alzare l’interesse dei ragazzi. Li porteremo sui campi di gara anche solo come spettatori, per stimolarli ed incuriosirli. Inoltre, stiamo già cercando di ritornare a vivere il fiume, come amico e non come nemico: ricordo che la piena di novembre (oltre a causare ingenti danni economici) ha segnato non poco l’approccio dei ragazzi verso il fiume”.


Secondo lei come si potrebbero aumentare i tesserati nei vari sodalizi e, conseguentemente, anche nella Federazione? “Credo che la linea da seguire sia quella che stiamo tentando noi, ovvero, innalzare l’interesse portando i ragazzi non ancora esperti ad assistere a gare e respirare l’atmosfera dei campi di regata. Sarebbe buona cosa che la Federazione potesse, in qualche modo, partecipare con qualche contributo alle società per queste trasferte e/o riconoscimenti sui campi di gara (gadget, due chiacchiere con i campioni…). E’ importante far capire ai ragazzi che gli atleti di spicco, prima di essere tali, erano esattamente come loro!”. Nel concludere, quale futuro vede per la sua Società all’interno del tessuto sociale piacentino? “I canottieri della Nino Bixio hanno un glorioso passato, e sono gli stessi che oggi cercano di rinvigorire, in tutti i modi possibili, un settore sportivo in una città che dovrebbe fare della attività remiera uno stile di vita (come recita tra l’altro il nostro statuto)”.

Speciale “Focus sulle Società Remiere”