Focus sulle Società Remiere: la Canottieri Verbanese
Focus sulle Società Remiere: la Canottieri Verbanese
ROMA, 26 settembre 2020 – Dalla Riviera dei Fiori oggi ci spostiamo sulla sponda occidentale del Lago Maggiore per incontrare Dario Sottocornola, Presidente della Canottieri Verbanese. Un sodalizio giovane, con solo cinque anni di attività, che ha visto la luce nel 2015 per volontà di alcuni atleti veterani pluricampioni d’Italia e appassionati di canottaggio. La passione rimasta dopo gli anni di agonismo ha fatto sì che nascesse la Canottieri Verbanese con l’obiettivo di dare la possibilità, a chiunque lo voglia, di avvicinarsi a questo splendido sport, sia in forma amatoriale che agonistica. Presidente Sottocornola, la sua Società ha solo cinque anni, ma sa già camminare speditamente da sola.
Il lockdown che strascichi ha lasciato al suo interno? “Questa pandemia ha sicuramente cambiato il nostro lavoro aumentando le preoccupazioni. Con l’utilizzo delle tecnologie computer, cellulari, ecc. abbiamo cercato di rimediare mantenendo alto il livello di interesse dei ragazzi per il canottaggio, con allenamenti virtuali di gruppo”. Lei ritiene che la pandemia da Covid-19 abbia generato un certo cambiamento nelle nostre abitudini, in genere, e nei canottieri in particolare? “Penso che dovremo fare i conti ancora per un po’ di tempo con gli strascichi lasciati dal covid-19. Dobbiamo essere consapevoli che indietro non si torna, quindi cercare di comprendere la pandemia e continuare in modo normale sia per gli allenamenti che per la scuola e il lavoro”.
La sua società con tutta probabilità prima della pandemia aveva dei progetti da sviluppare, ora ritiene di poterli ripristinare e/o svilupparli ulteriormente? “I nostri progetti sono solo stati rimandati. Quello più importante è la nascita del Centro Remiero a Verbania in fase di realizzo. E’ un progetto approvato in una location adatta e molto bella”. Quest’ultima parte della stagione remiera, ricuperata in corsa, si sta concludendo, ma come la sta affrontando con la sua squadra? “La stagione si sta concludendo per noi in maniera positiva e questo grazie all’incremento di tesserati dai Giovanissimi ai Master. Siamo impegnati con la Federazione Italiana Canottaggio dilettandoci con l’apprezzatissimo Coastal Rowing, mentre con la FICSF partecipiamo a gare di sedile fisso molto in voga sul lago Maggiore”.
Presidente, secondo lei come si potrebbero aumentare i tesserati nei vari sodalizi e, conseguentemente, anche nella Federazione? “Alla base di tutto ci deve essere disponibilità finanziaria. La sola passione, l’amore per lo sport e quella per il canottaggio purtroppo non bastano per creare strutture adeguate. Sopratutto a norma e con tutti i requisiti richiesti per la sicurezza ed accoglienza per gli atleti. Diventa quindi necessario presentare progetti e coinvolgere le Amministrazioni locali e ovviamente la Federazione deve fare la sua parte”.
Presidente Sottocornola, come vede il futuro del canottaggio? “Sono anni che la tecnologia influenza il modo di praticare lo sport e questo è positivo per la performace degli atleti, poiché riescono ad alzare sempre di più l’asticella. Auspico però che tutta tutta questa tecnologia a 360° non prevalga sull’uomo”. Tra le categorie che vanno a formare i tesserati della Federazione, lei ritiene che la categoria Master sia in continua crescita e se sì perché? “La categoria Master è in aumento in parecchie discipline sportive. Un trend che trovo positivo e sicuramente salutare poiché praticare lo sport anche dopo una certa età è sinonimo di benessere. Per le società i master possono diventare una risorsa importante poiché, oltre a fare sport, queste persone si mettono anche a disposizione della società stessa”.
Tra gare virtuali e ritorno alla normalità il canottaggio pare essere uscito indenne dall’onda pandemica, ma la sua società è riuscita a mantenere le “vocazioni” remiere e continuare a fare corsi? “L’utilizzo di allenamenti di gruppo e gare virtuali, all’inizio è stato un modo per mantenere alto l’interesse e di coinvolgere i ragazzi. Questo interesse, dopo qualche settimana di assenza di attività vera all’aperto con gli allenamenti e con i compagni di barca, è venuto a mancare. La necessità di riprendere l’attività remiera all’aperto era sempre più impellente da parte dei ragazzi, peraltro cosa molto positiva”.
Presidente ha una ricetta da suggerire per un canottaggio moderno e al passo con i tempi? “Lo sport ha fatto la storia di tutte le Nazioni con i loro campioni del passato e molti sono ancora ricordati per come sapevano essere campioni e uomini. Il canottaggio moderno ha iniziato a migliorare molti anni fa con l’inserimento di nuovi materiali, di nuovi programmi di alimentazione e di allenamento supportati dalla ricerca sempre più costante. Allacciandomi a quanto detto prima, ribadisco che è importante che la tecnologia però non prevalga sull’uomo”. Cosa significa oggi, e con le normative attuali, essere il Presidente di un sodalizio sportivo e, nella fattispecie, di una società remiera?
“Essere presidente oggi di una ASD è un impegno notevole, con molte responsabilità. Essere presidente è diventato quasi un lavoro e se non è supportato dalla passione e dall’amore per lo sport, diventa difficile da sostenere. Purtroppo le società devono sempre fare i conti anche con le risorse finanziarie a disposizione per mantenere l’attività a pieno regime. Tutto però passa in secondo piano quando gli sforzi vengono ripagati da un gruppo bellissimo di ragazzi fantastici e di appassionati all’interno della società, a partire dagli allenatori, dai dirigenti, dai supporter e dai simpatizzanti. Nel concludere vorrei aggiungere che lo sport ci rende tutti migliori e con sani principi. Il canottaggio è una scuola di vita che educa alla vita di gruppo e alla solidarietà. Rafforza la collaborazione e sopratutto insegna a rispettare sé stessi e il prossimo”.