Focus sulle Società Remiere: La Canottieri Città di Omegna
Focus sulle Società Remiere: La Canottieri Città di Omegna
ROMA, 05 ottobre 2020 – Oggi, dopo alcuni giorni di assenza “forzata”, torniamo a far vivere la rubrica “Focus sulle Società Remiere” spostandoci in Piemonte nel principale centro del Cusio, a Omegna, città posta all’estrema propaggine settentrionale del Lago d’Orta, per incontrare Roberto Nolli, Presidente della Canottieri Città di Omegna. Ma apriamo prima una finestra sul sodalizio nato nel 1967, grazie ai “Veterani Sportivi” omegnesi che portano sul lago, in seguito, i Campionati Italiani Assoluti di canottaggio a sedile fisso. Un evento che all’epoca suscitò tra i giovani del luogo molto entusiasmo. Nel 1968 la “ENAL – Canottieri Omegna” inizia così l’attività agonistica sui laghi Verbano e Lario ed arrivano i primi successi.
Nel 1969 al canottaggio sedile fisso viene affiancato il canottaggio a sedile scorrevole, quello olimpico per intenderci, e iniziano le prime sperimentazioni anche in questa disciplina. Nel 1970 arrivano ad Omegna anche le canoe e nel 1972, con atto notarile, viene costituita la società “Canottieri Città di Omegna” che inizia a svolgere un’intensa attività promozionale e amatoriale, oltre a quella agonistica. Gli atleti omegnesi, tra l’altro, partecipano col quattro di coppia alla Vogalonga di Venezia oltre ad altri innumerevoli eventi nei quali sono protagonisti i colori del sodalizio del Presidente Nolli. Per entrare nel novero delle consuete interviste, chiediamo subito al Presidente se il lockdown ha lasciato strascichi nella sua società: “Assolutamente sì, purtroppo. Ma i più evidenti sono quelli soprattutto economici. Lavoreremo per contenerli e comunque risolverli”.
Lei ritiene che la pandemia da Covid-19 abbia generato un certo cambiamento nelle nostre abitudini, in genere, e nei canottieri in particolare? “Questo è evidente in ogni ambito della società in cui viviamo. In generale ci ha portato, però, ad una vita meno frenetica apprezzando maggiormente anche le cose semplici che ci stanno attorno. Nelle abitudini nella nostra canottieri si è consolidata una maggior presenza partecipativa e che ha generato un conseguente coinvolgimento attraverso l’utilizzo degli strumenti informatici”. Presidente Nolli, la sua società prima della pandemia aveva dei progetti da sviluppare, ora ritiene di poterli ripristinare? “Certamente, come tutti i sodalizi del resto. Noi avevamo tracciato una linea guida con le scuole per far maggiormente conoscere il nostro sport. Con la pandemia da Covid-19, e la conseguente ed inevitabile quarantena, il tutto si era arenato. Ora stiamo riprendendo l’argomento attraverso il Progetto Remare a Scuola e siamo fiduciosi”.
Quest’ultima parte della stagione remiera, ricuperata in corsa, si sta concludendo, ma come la sta affrontando con la sua squadra? “Direi che ci stiamo prendendo qualche soddisfazione in particolar modo con la categoria master, con la quale abbiamo vinto due titoli italiani e raggiunto tre podi nel campionato italiano di coastal rowing. Con i ragazzi abbiamo conquistato un doppio bronzo nella gara internazionale di Corgeno. Posso affermare che la Canottieri Omegna c’è e continuerà a lavorare con l’obiettivo di essere protagonista con i suoi atleti”. A proposito di atleti Presidente, secondo lei come si potrebbero aumentare i tesserati nei vari sodalizi e, conseguentemente, anche nella Federazione? “La nostra società è gestita con il completo volontariato. Tutti noi lavoriamo dividendo il tempo libero che rimane tra famiglia e la canottieri. Lavoriamo con passione e a volte avremmo anche buone idee da proporre, ma poi spesso il tutto si arena proprio perché vengono a mancare le figure che servirebbero per queste nuove iniziative.
Ritengo, quindi, che potendo avere un allenatore retribuito e, quindi, per più tempo a nostra disposizione ci potremmo permettere di sviluppare sicuramente progetti diversi e, quindi, aumentare anche i numeri dei nostri tesserati, il che andrebbe a beneficio anche della Federazione Italiana Canottaggio”. Presidente, continuando nel mostro dialogo, lei come vede il futuro del canottaggio nella sua Regione e a livello nazionale? “Come presidente di una piccola società, abbastanza decentrata, vedo sempre più difficile il discorso di far ‘tornare i conti’. In pratica, le uniche entrate rimaste sono le rette dei ragazzi sulle quali comunque non si può gravare più di tanto. Le famiglie sono spesso in difficoltà economiche e, quindi, rimane difficile chiedere ulteriori risorse. Di contro le spese sono sempre maggiori però sono certo che il canottaggio, in generale, continuerà a crescere, anche se moderatamente, per i problemi che ho esposto”.
Tra le categorie che vanno a formare i tesserati della Federazione, lei ritiene che la categoria master sia in continua crescita e se sì perché? “Assolutamente sì. Anche nel nostro caso la categoria master è in crescita in maniera esponenziale e vedo in loro tanto entusiasmo, ed un crescente spirito di competizione, che ci dà forza ed energia. Sono inoltre persone che hanno anche una certa disponibilità economica e, quindi, investono nello sport e nel loro tempo libero affiancando la società nella tante iniziative che vengono sviluppate”. Tra gare virtuali e ritorno alla normalità il canottaggio pare essere uscito indenne dall’onda pandemica, ma la sua società è riuscita a mantenere le “vocazioni” remiere e continuare a fare corsi?
“Qualche atleta non particolarmente ‘preso’ dall’attività sportiva in questo periodo l’abbiamo perso, però nel contempo in luglio e agosto abbiamo cercato di far conoscere il canottaggio a nuovi ragazzi facendo i corsi che in pratica abbiamo terminato proprio nelle ultime settimane. Qualcuno dovremmo essere riusciti a trattenerli e saranno dei nuovi atleti entrando nella nostra squadra agonistica”. Nel concludere, le chiediamo come Presidente cosa significa oggi, e con le normative attuali, essere al vertice di un sodalizio sportivo e, nella fattispecie, di una società remiera? “E’ presto detto: significa assumersi ‘gratuitamente’, ma va bene….lo si fa per i ragazzi! Tante responsabilità. Se si vanno ad analizzare i rischi che un Presidente ed il Consiglio Direttivo corrono, si è portati a fare una domanda: “ma chi me lo fa fare? Però sono e siamo saldamente sempre al timone della nostra canottieri”.