Il Tirrenia Todaro celebra i suoi campioni. Presente il Presidente Abbagnale
Il Tirrenia Todaro celebra i suoi campioni. Presente il Presidente Abbagnale
ROMA, 26 febbraio 2018 – Metti una sera a cena con atleti, dirigenti, campioni del mondo, allenatori, tanti soci appassionati come quella dello scorso 24 febbraio, e metti pure nella mattina dopo una uscita sul fiume sacro al dio Tiberino fino all’isola che porta il suo nome in un tripudio di colori e monumenti antichi e il risultato è fatto: la magia di Roma con il canottaggio e la canoa trasformano quello che è una bella festa in qualcosa che non si dimentica. Non si dimenticano in primo luogo i lunghi applausi, quelli che comunemente si chiamano “standing ovation”, accompagnati, però, da una partecipazione autentica, non si dimenticano i volti degli atleti premiati, l’ammirazione per le loro gesta, il desiderio di emulazione, non si dimentica la valenza dello sport, quello scritto con la esse maiuscola. E così una cerimonia semplice in un piccolo grande circolo di canottaggio e canoa si trasforma in un mito, qualcosa da raccontare alimentando la leggenda dei protagonisti. La vittoria e il ben figurare sui campi di regata non poteva essere sottolineata che dal Presidente della Federazione Italiana Canottaggio Giuseppe Abbagnale, dal consigliere federale Michelangelo Crispi, dal presidente regionale Lazio della Federazione Italiana Canoa Kajak Augusto Filzi, tutti nomi che non hanno fatto solo la storia dello sport, ma che sono divenuti miti indiscussi.
Ma la festa non si poteva dire conclusa senza le barche. E così il Tevere, in una mattinata che non ha fatto incredibilmente mancare il sole, è divenuto luogo di allenamento: vecchi fiumaroli e giovani atleti si sono esibiti in una parata di stelle in cui l’importante era fare festa pagaiando e remando. Chissà cosa avranno pensato i campioni del mondo Federico Duchich, Leone Maria Barbaro, Lorenzo Tedesco e Piero Sfiligoi. Il loro compagno di barca, e per l’occasione anche padrone di casa che porta il nome di Leone, li ha condotti fino all’isola Tiberina nella convinzione più volte espressa che “il nostro tratto di fiume non è ottimo per allenarsi, ma d’altra parte offre una spettacolare visione di Roma”. Per essere campioni del mondo bisogna essere esclusivamente ossa e muscoli tesi al risultato? Trieste e Roma sono un esempio formidabile che l’assenza di bacini remieri perfetti per le regate e per gli allenamenti possono risultare non determinanti ai fini del successo agonistico. Il triestino Saturnia è unito al romano Tirrenia anche dal mito che vuole che la dea Saturnia, effigiata nel “Saturnia Tellus” dell’Ara Pacis di Roma, rappresenti la pace raggiunta tra aria e mare che sono le caratteristiche principali del capoluogo giuliano. Ma i grandi risultati si ottengono solo in presenza di una squadra di tecnici di rango: non è possibile dimenticare l’apporto di Spartaco Barbo ed Emilio Trivini, ma anche dei loro stretti collaboratori che nel caso del Tirrenia rispondono al nome di Michele Petracci e Stefano Gauzzi, mentre nella canoa brillano i nomi di Sorin Vrancianu e Giovanni Salvinelli. Grande soddisfazione per il Presidente del sodalizio neroazzurro Leopoldo Aperio Bella, per il Vicepresidente Andrea Sterlicchio De Carli, per il Direttore sportivo del canottaggio Fabio Mondini, per il Direttore sportivo canoa Marco Giunnuli, i risultati si ottengono grazie all’impegno profuso, ma anche alla grande disponibilità e passione dei dirigenti.
Pino Lattanzi
Nelle foto: il quattro senza PL campione del mondo premiato da Giuseppe Abbagnale, Leopoldo Aperio Bella e Andrea Sterlicchi De Carli; Federico Duchich, Leone Maria Barbaro, Lorenzo Tedesco e Piero Sfiligoi con Michele Petracci.