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Ne è passata di acqua sotto i ponti …

sabato 14 Ottobre 2017

Ne è passata di acqua sotto i ponti …


TORINO, 14 ottobre 2017 – Ne è passata di acqua sotto i ponti… dall’alluvione dello scorso anno. I principali ostacoli alla navigazione sono stati già rimossi dal Comune permettendo le attività sportive. Le società hanno, a loro spese e con l’aiuto dei soci, ripristinato l’agibilità alle società e riparato le imbarcazioni riparabili. Molto resta ancora da fare e di indennizzi non se ne parla. Ieri su La Stampa due pagine, a cura di Giorgia Garberoglio, che dà voce ai canottieri torinesi. Qui di seguito riportiamo gli articoli.

Riccardo Iuliani


Gianluigi Favero, presidente della Società Canottieri Armida, si definisce indignato alla notizia che ci sia uno stanziamento di cinquantamila euro per far tornare in vita il Murazzi Student Zone: “E i circoli remieri?”. In una sola giornata di dicembre scorso, le società di canottaggio sono state travolte – come i Murazzi – da un fiume in piena, che ha creato danni e problematiche infinite: “A marzo scorso – racconta Favero – il Comune di Torino ci ha inviato una lettera, con la richiesta di una descrizione dei danni. Cosa che abbiamo fatto: foto, planimetrie, perizie severate sui danni e sui lavori, destinate all’assicurazione. Da allora nessuna risposta. Solo il circolo Armida, ma è situazione generale per tutti, ha avuto novantamila euro di spese. Il giorno dopo l’alluvione spalavamo fango, abbiamo fatto venire una gru a spese nostre per spostare un pontile che poteva essere pericoloso, e abbiamo pagato per la gru l’occupazione del suolo pubblico. Preziosi i Carabinieri, i Vigili di San Salvario, la Polizia e la Polizia a cavallo, che ci ha anche aiutato a mettere al riparo le barche, mentre non abbiamo mai visto nessuno del Comune. Solo grazie ai nostri soci abbiamo saldato le fatture, abbiamo fatto ripartire il circolo e pochi mesi dopo i nostri atleti sono tornati ad allenarsi, ricominciando a vincere titoli prestigiosi”. La Società Armida è un polo importante per il canottaggio pararowing, sabato 21 e domenica 22 ci sarà una gara di livello internazionale, e ha vinto un fondo Vodafone per gli atleti disabili. “A cosa servono tutti questi sforzi? Noi – ma come Eridano ed Esperia – non abbiamo neanche il rinnovo della concessione, che stiamo aspettando da anni. In pratica è come se avessimo fatto il lavoro per nulla. Potevamo andarcene, mollare la nostra società con le fognature allagate, fango e non caricarci di alcuna di questa spesa o responsabilità. Abbiamo chiesto al Comune di scalarci le spese sostenute dagli affitti che continuiamo a pagare, ma ci hanno detto che non è possibile”.


Eridano

Quaranta mila euro i danni al circolo remiero Eridano. L’inverno scorso l’acqua è arrivata alle barche, nel hangar delle barche, alla palestra, agli spogliatoi. Le scale erano invase quasi fino a lambire il piano principale. Sono partiti impianto elettrico, idraulico e soprattutto un danno importante alla caldaia. Senza dimenticare i danneggiamenti alle imbarcazioni, oltre a due barche che sono andate perse. “La nostra concessione è scaduta da quasi un anno – spiega il vicepresidente Domenico Sambataro – noi abbiamo ovviamente cercato di rimettere il circolo in sesto grazie ai nostri soci e anche il più in fretta possibile, ma senza concessione chissà. Potremmo aver sostenuto queste spese a beneficio di altri. Certo che ci auguriamo che venga rinnovata, che questo circolo, storico, possa continuare a portare le persone sul fiume, e sarebbe davvero importante per noi ricevere il rimborso delle spese sostenute”.


Armida

Armida è, come Cerea, Caprera, Esperia ed Eridano, una società centenaria, vincolata quindi dalla Sovraintendenza. Ogni lavoro che è stato fatto, anche dopo la piena, doveva essere conforme al mantenimento di un patrimonio dello Stato italiano. L’Armida ha avuto 110 mila euro di danni. E’ stato allagato il salone, l’ottanta per cento delle superficie colpite da acqua e fango, impianti elettrici, termici e fognari fuori uso. La terrazza a sbalzo è stata immediatamente collaudata, per controllare che non avesse subito dei danni, perché il fiume, oltre a ricoprirla, spingeva anche da sotto. L’acqua si infiltra anche per capillarità, quindi dove arriva si deve calcolare un’estensione in più– sugli intonaci – di circa un metro e mezzo. Senza dimenticare lo smaltimento dei fanghi. “Per rimettere in funzione la sede – conclude Gian Luigi Favero – abbiamo speso 50 mila euro, ma ce ne vorrebbero altri settanta per riportarla a com’era”.


Cerea

“La Canottieri Cerea non è ancora in possesso del contratto per la concessione firmato dal Comune di Torino– commenta il presidente Antonio Baruffaldi – nonostante il disciplinare relativo sia stato da noi siglato un anno e mezzo fa. Quando però a questo punto sarà firmato, avrà la data di un anno e mezzo fa. Quindi ci precluderà, e ci preclude, la richiesta di mutui per effettuare lavori, perché il periodo rimasto della concessione non sarebbe più di undici anni. Inutile dire che continuiamo a sollecitare. Paghiamo il canone sempre, maggiorato secondo quello che firmeremo e che abbiamo effettuato parte dei lavori che ci sono stati richiesti oltre a quelli dovuti ai danni delle alluvioni. Tutto a spese dei soci Cerea”. A breve la Cerea organizzerà una regata di livello internazionale, il SilverSkiff, con atleti da tutto il mondo: “Quest’anno non avremo contributi dalla Regione e sarà ridotto anche il contributo comunale. Oltre al danno la beffa?”.


Caprera

“Proprio solo poche settimane fa ho telefonato per avere notizie dei rimborsi per l’alluvione, per altro a seguito di una richiesta del Comune e mandati a marzo – dice Marco Venesia, vicepresidente del Circolo Caprera – ma non sapevano rispondermi”. Al Caprera l’acqua e il fango erano arrivati alla terrazza. Il fiume ha invaso l’hangar situato più in basso ed è entrata nelle palestre, facendo saltare l’impianto elettrico. I danni sono stati di 31 mila euro per la struttura (impianto elettrico, intonaci, detriti, impianto di sollevamento) e ventimila di materiale nautico, poiché si è perso un pontile ed è affondato un motoscafo. “Siamo ripartiti solo grazie ai nostri soci e amici. Non ci è stato nemmeno scontato il canone di locazione e fino ad oggi nessuno ci sa dire nulla di questo rimborso. Almeno noi, rispetto altre società, abbiamo firmato a maggio 2017 il contratto ma con decorrenza da febbraio e quindi con necessità di pagare gli arretrati.


CUS

Abbiamo cercato di attrezzarci preventivamente alle alluvioni, anche se non lo possiamo essere davvero abbastanza, dice Mauro Tontodonati, responsabile di Cus Canoa e Canottaggio: “Il nuovo pontile, visto che nella piena ne avevamo persi due, è legato con funi in modo tale che non debba proprio staccarsi, così la passerella, che ha un aggancio rapido. Certo una comunicazione più specifica, meno generica sull’arrivo delle piogge che però coinvolga il fiume sarebbe fondamentale. I danni sono stati tantissimi anche per noi. Come negli altri circoli remieri il giorno dopo sono accorsi amici, soci, atleti e ragazzi a spalare fango che doveva essere rimosso velocemente. Il fiume era arrivato alla palestra, era alto, altissimo, il nostro giardino era pieno d’acqua, la cifra dei danni si attesta su quelli delle società peggio messe. Siamo ripartiti con i contributi del Cus, e grazie alla rete di volontari.


Esperia

Pochi metri sopra al fiume, rispetto agli altri circoli, hanno permesso alla Canottieri Esperia di subire meno danni per l’ultima alluvione. In ogni caso la società ha avuto un hangar, destinato alle canoe, completamente allagato, e fango ovunque, spalato dai soci e tantissimi ragazzi. Proprio a proposito del numero dei giovani che gravitano attorno a queste società che il presidente del Comitato Regionale Stefano Mossino evidenzia la situazione: “Non dobbiamo assolutamente dimenticare che nelle nostre società remiere gravitano oltre seimila bambini e ragazzi con attività gratuite delle scuole. Numero che fa parte di un volume di circa 10 mila persone coinvolte, di cui circa quattro mila soci e atleti, ma non solo adulti, anche bambini e ragazzi. Senza dimenticare il settore pararowing, sempre più forte e che ha un valore anche sociale. Siamo società che fanno praticare sport con tecnici e volontari, abbiamo necessità dell’aiuto dell’amministrazione cittadina”.


Amici del Fiume

Anche Mauro Crosio, presidente degli Amici del Fiume, è preoccupato: “Ci siamo rimessi in piedi con grande fatica, non abbiamo notizie dei rimborsi e abbiamo anche fatto richiesta, ad oggi inascoltata, di metterci al corrente sulla situazione meteo con un sistema più specifico del sms generico dove non si accenna neanche alla quantità di acqua prevista, come se si potessero spostare le barche per ogni goccia di pioggia”. Qualche anno fa i circoli avevano accesso ad un sistema con un modello che specificava il livello del fiume: “Per società remiere, situate nell’alveo del fiume, un semaforo giallo non è sufficiente. Rischiamo che alle prime piogge accada di nuovo un disastro”. Il circolo Amici del Fiume ha avuto danni da 90 euro a cui si sommano i danni di un incendio doloso in un hangar delle barche. Per farlo ripartire sono stati spesi duecentomila euro con una sommatoria di donazioni, un evento, un rimborso di assicurazione e fondi propri.