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La Canottieri Lario: 120 anni di sport e di cultura

venerdì 16 Gennaio 2015

La Canottieri Lario: 120 anni di sport e di cultura

MILANO, 16 gennaio 2015 – La Canottieri Lario riscuote simpatie ed apprezzamento per i grandi risultati nel canottaggio che nel tempo ha regalato agli sportivi comaschi ed italiani, ma anche per le importanti iniziative culturali che ne hanno affiancato l’importante percorso. Un percorso di crescita, lungo oltre 120 anni, tra  valori con i quali educa i giovani all’impegno sportivo, non limitandosi ad esaltare soltanto i traguardi, comunque rilevanti, dei suoi equipaggi, ma proponendo pure altre opportunità di contatti con la città. E alcuni anni fa, in occasione del ciclo di festeggiamenti per i 120 anni, nel corso del 2011 aveva programmato vari momenti di incontro, tra cui la mostra “La Lario in Arte – 120 quadri per 120 anni” nello Spazio Culturale Antonio Ratti (ex Chiesa di San Francesco) di Como, in largo Spallino. Alla cerimonia inaugurale un pubblico d’eccezione, tra cui tre artisti, tre assessori, due campionesse del mondo, e tantissima gente. E la successione di eventi era stata preceduta da un  concerto organizzato al Teatro Sociale.

L’inaugurazione della mostra fu allietata dalla musica da camera di Alessandro Apinti (violino) Carlo Moretti (flauto) e Umberto Pedraglio (violoncello). E prima della musica, il presidente Enzo Molteni aveva dato lettura dei “Ritornelli del canottiere”, scritti dall’indimenticato Sandro De Col (campione e dirigente della Lario, scomparso nel 1950 in un incidente motonautico) e musicati dal celebre Maestro comasco Umberto Zeppi.
Uno degli aspetti apprezzati da chi scrive queste note, che essendo di antica progenie di sudditi della Repubblica di San Marco non manca quando può di esprimersi nel dolce dialetto veneto e quindi apprezza la valorizzazione delle parlate locali, è l’iniziativa ripetuta nel tempo dalla Canottieri Lario alle proprie feste sociali. Ormai da anni è attesa ed apprezzata la presenza di Riccardo Borzatta (foto a lato), aedo del linguaggio comasco e noto per i suoi interventi anche dalla “Provincia di Como”, regalando agli appassionati liete riflessioni in comasco della realtà locale. E tra le tante espressioni nel tempo riservate alla Canottieri Lario riprendiamo titolo e prima strofa della dedica ai 110 anni della Canottieri Lario, presentata alla cena sociale del 2001.

BÈLA, MA TALMÉNT BÈLA …
Bèla, ma talmént bèla,
che quand gh’è staa de fach una vestina
a ga l’ànn fada bianca, stèss culuur
dèla s’ciüma di uchètt che, una matina,
la rüzzan fin a riva e, propri luur,
che da solit  sa sgavèzzan in süi sass,
a ga fann da bumbaas: e léé la nass,
lì due propri gh’è  ‘l rebatt de l’unda …

Naturalmente le attenzioni della Canottieri Lario agli aspetti della cultura locale non si fermano qui e proprio in occasione della iniziativa espositiva ricordata, fu messo in mostra anche un prezioso cofanetto,  libro con cd musicale “Singul de Punta” di Davide Bernasconi, Gerardo Monizza e Vito Trombetta (edizione Nodolibri), che la Lario ha voluto realizzare per sottolineare i valori espressi nelle sue iniziative musicali dall’amico della Lario Davide VanDeSfroos, reduce dalle fatiche e dal successo nazionale di Sanremo. VanDeSfroos dedicò ai canottieri della Lario “Singul de Punta”ed è stato più volte protagonista di performance indimenticabili e straordinarie nella “sua” Canottieri Lario.

Non si è naturalmente trattato di una performance scattata per l’occasione, ma la Canottieri Lario ha voluto sottolineare anche il valore del libro “Colpi di Remo”, Storia, cultura e tradizioni di lago e di atleti, scritto da Gerardo Monizza. Un libro che rientrava nelle iniziative dell’Istituto comense per il dialetto e la tradizioni, che nella presentazione dell’assessore alla cultura della Provincia di Como, Edgardo Arosio, veniva presentato “Dedicato agli atleti e sportivi che hanno dato lustro al canottaggio del nostro lago, questo volume rappresenta un gesto che la Provincia, in collaborazione con la Canottieri Lario, compie per riconoscere la portata culturale che questo sport riveste nella società comasca. E’ quindi il nostro assessorato, alla cultura, che interviene nel sostenere la pubblicazione ed in particolare l’Istituto comense per il dialetto e le tradizioni, che, il nome lo dice, lavora nella individuazione degli elementi, dei motivi ricorrenti che connotano il territorio lariano, per farli emergere e dar loro il respiro di una nuova consapevolezza della comunità”.

Non è un libro di tecnica remiera, né un racconto di storie di atleti o resoconti di gare, ma come scrive l’autore Gerardo Monizza, tra l’altro papà di un canottiere: “ … non è un libro sul canottaggio, ma per i giovani canottieri; non è la storia di una disciplina, né l’elenco delle glorie di atleti o di società. E’ un possibile racconto di semplici entusiasmi, di fatiche e di grandi emozioni che si possono vivere su una barca che sfida l’Acqua, che s’ infila nell’Aria, che viaggia quasi dentro la Terra con la sola Forza di uno spirito nervoso, giovane e consapevole”. I capitoli del libro sono dedicati ai 4 elementi richiamati, cui si aggiunge il Suono: “ Il rumore della barca, che sfida l’acqua e l’aria, è un suono indimenticabile per ogni canottiere; è la canzone del battito del cuore che a poco a poco – colpo dopo colpo – prende il ritmo esatto delle azioni naturali. …. Ha qualcosa della nenia, del canto antico che accompagnava – forse – le avventure dei barcaioli e dei soldati di lago. Ha qualcosa di magico che si riflette sulle pareti delle case che, poco distante, rinviano altri suoni meno naturali e sempre curiosi. Il rumore della barca è il suono dell’arte antica del vogare”.

La chiusura del libro è dedicata a “Singul de Punta”, curiosa canzone di Davide (Bernasconi) VanDeSfroos su parole di Vito Trombetta. “Singul de punta è un controsenso. Qualsiasi canottiere anche alle prime armi, e che – inoltre – conosca poco il dialetto del Lario, capisce di cosa si tratti: è un insulto. –  prosegue l’autore –  Però non è cattivo, è un modo di dire delle genti del lago, dei barcaioli che vedevano i giovani, i figli, i ragazzetti del paese compiere qualche gesto maldestro; gli gridavano: “Singul de punta” ed era come dire “sei goffo”, oppure vali poco. C’era, comunque, nel fastidio degli adulti però un poco di comprensione che ammorbidiva il tono generale e derivava dalla consapevolezza che – anche sulla barca – nessuno è perfetto”.

Al libro era allegato anche un CD con le apprezzate incisioni musicali, da Singul de punta, a Breva e Tivan (i due venti caratteristici del lago), da “El mustru” (il mostro, la malattia che assale un vecchio laghée), ed ancora Singul de Punta, nella versione col coro di giovani canottieri della Lario.

E naturalmente – sottolinea il presidente Enzo Molteni – le iniziative culturali della Lario non si fermano qui, abbiamo molte idee, altre ce ne vengono suggerite, e la Lario continua il suo percorso nella città, e con la città”.

Ferruccio Calegari