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Impegno e organizzazione per lo sviluppo del canottaggio toscano

sabato 20 Dicembre 2014

Impegno e organizzazione per lo sviluppo del canottaggio toscano

ROMA, 20 dicembre 2014 – Ventidue società collocate su un territorio composito e dalle caratteristiche peculiari. Le società toscane possono dividersi sostanzialmente in due grossi gruppi: quelle collocate sul mare e quelle fluviali. Ma tutte con la finalità di ben figurare sui campi di regata. Presidente del Comitato Regionale Toscana è Edoardo Nicoletti che così sintetizza l’opera fin qui compita. “Ho iniziato il mandato cercando con i consiglieri di dare continuità al lavoro svolto dal precedente Consiglio, guidato da Antonio Giuntini e del quale ho fatto parte, con l’obiettivo se possibile di arrivare oltre, per consentire al canottaggio toscano di consolidare il suo status di eccellenza e migliorarsi. L’attenzione prioritaria è stata rivolta all’Area Tecnica, diretta dal Vice Presidente Leonardo Pettinari e dal Coordinatore Regionale Leonardo Antonini. Sono stati organizzati numerosi raduni per le categorie Allievi e Cadetti, e la selezione regionale è stata presente a tutte le manifestazioni più importanti. Grande soddisfazione è stata quella di essere stati invitati a partecipare al TERA, disputatosi quest’anno sul lago di Pusiano. Si è cercato di arricchire il sito regionale, del quale si occupa il consigliere Niccolò Bagnoli, responsabile dell’ufficio stampa e del quale fa parte anche Simona Giuntini. Voglio ricordare anche gli altri consiglieri: Mario Gioli, Angelo Faggioli, Marco Margheri per il lavoro di segreteria, amministrazione, segreteria gare e organizzazione regate. Infine Mauro Martelli per la sua opera nel campo dell’ indoor rowing e soprattutto nel settore degli Special Olympics”.

È possibile fare un bilancio di metà quadriennio? “Siamo contenti del lavoro svolto, ma siamo sicuri che si possa fare di più e vogliamo fare di più. C’è stata collaborazione tra i vari allenatori societari ed il coordinatore regionale. È nostra intenzione proporre un calendario di raduni regionali, che ci auguriamo possano tenersi a Roffia, grazie all’ospitalità della Canottieri San Miniato. Nel corso del 2014 sono stati effettuati 10 raduni con quattro regate, a questi hanno partecipato 323 atleti nelle categorie Allievi e Cadetti, 86 in quella Ragazzi, 23 Junior e 35 Senior. Dopo l’annullamento del 2013, siamo riusciti a disputare quest’anno a Chiusi il Campionato Toscano, inoltre è stata organizzata una regata promozionale per gli Special Olympics, che ha avuto luogo nel corso della prima Regionale di San Miniato. Di grande soddisfazione la disputa della Gara Nazionale di fondo sul Canale dei Navicelli: la Navicelli Rowing Marathon. In questa manifestazione il merito maggiore va comunque attribuito al locale Comitato Organizzatore, che ha portato la regata a crescere sempre di più negli anni in termini di partecipazione (l’edizione 2014 ha raggiunto la cifra di circa 800 atleti) e soprattutto di competitività, grazie anche alla presenza di varie Nazionali estere che, sfruttando il fatto di essere in raduno sul canale per la preparazione invernale, hanno approfittato per gareggiare anch’esse. Malgrado le difficoltà derivanti dagli eventi climatici, a Roffia si è disputato il Campionato Italiano Master, e anche in questo caso il merito va attribuito al locale Comitato Organizzatore”.

Quali sono i nuovi obiettivi che si intendono raggiungere? “Il bacino remiero di San Miniato è tra le priorità del Comitato, senza nulla togliere agli altri campi di regata, perché Roffia, per la sua centralità, si presta perfettamente a diventare il centro remiero regionale di riferimento. Dopo le disastrose esondazioni dello scorso anno, il campo di gara è stato riattivato e sono in corso i lavori per il prolungamento fino ai canonici 2000 metri. L’obiettivo è quello di avere a Roffia almeno un evento nazionale all’anno. Un altro obiettivo è quello di riuscire ad organizzare almeno una regata regionale nel Coastal Rowing. La Toscana ha molte potenzialità sulla fascia costiera e nelle isole, e la pratica del Coastal sarebbe un ottimo mezzo per promuovere il canottaggio sfruttando la possibilità di abbinare eventi agonistici ad una serie di iniziative di carattere turistico. Vorremmo potenziare la Commissione Tecnica Regionale, allargando la rosa dei tecnici collaboratori così da partecipare a regate anche all’estero, e realizzare un circuito di gare sprint nei maggiori centri storici con iniziative di grande visibilità per avvicinare i giovani al canottaggio. Ma l’obiettivo principale è lavorare con spirito di squadra con tutte le società della regione, finalizzando gli sforzi verso mete comuni. La Toscana ha grandi margini di crescita e dobbiamo fare in modo che le potenzialità siano sfruttate al meglio. Da fare insomma c’è tanto, e con il lavoro, la buona volontà e soprattutto la passione, possiamo arrivare a realizzare tutto ciò”.

A questo proposito vi sentite sostenuti dalla Federazione Canottaggio? “Direi che la FIC sta facendo, come sempre, il massimo per stare vicina alle attività di Comitato. Sicuramente non è un rapporto facile, i comitati regionali spesso rischiano di trovarsi schiacciati tra le esigenze federali e quelle societarie e a volte la nostra attività può essere vista di intralcio, ma qui sta a noi non mollare e rilanciare il nostro ruolo. Fortunatamente in questo la Federazione ci è vicina, negli ultimi anni ha capito maggiormente la nostra importanza. A causa della crisi economica un raduno decentrato a livello regionale oggi è più fattibile di un folto collegiale in Nazionale e per questo stiamo tornando ad avere un ruolo più definito. C’è ancora della strada da fare, ma siamo qui per percorrerla insieme: FIC, Comitati e Società. Per il bene del canottaggio a tutti i livelli”. Come giudichi la stagione agonistica della squadra nazionale? “Il canottaggio nazionale sta vivendo una fase di transizione, ed è normale quindi che i risultati siano altalenanti. Certamente posso dire che non si dovevano enfatizzare troppo gli ottimi risultati ottenuti in Corea del Sud lo scorso anno, ma non bisogna bollare come un fallimento il Mondiale di Amsterdam. Ha rappresentato semplicemente una tappa interlocutoria, chi di dovere avrà tratto le proprie conclusioni e si sarà messo al lavoro per correggere gli errori e migliorare ciò che ancora si può migliorare. Il canottaggio italiano ha grande tradizione, i numeri a livello nazionale continuano a crescere e i risultati internazionali a livello giovanile ci sono. Credo che basti ritrovare un po’ di fiducia nei mezzi che abbiamo e recuperare quella cultura del lavoro che ci ha portati ad essere una potenza. Allora sì che torneremo ad essere grandi”.