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Anche Gigi Curioni ci ha lasciato

giovedì 24 Ottobre 2013

Anche Gigi Curioni ci ha lasciato

MILANO, 24 ottobre 2013 – Gigi Curioni, indimenticabile amico, è mancato improvvisamente, alla Casa di Cura Prina, di Erba, dove era ricoverato. Era uno dei “ragazzi d’oro” dell’otto della Lario, campione italiano juniores nel 1950, titolo conquistato a Ferragosto, dopo una successione di risultati i mesi precedenti che ne preconizzavano il successo. Era nato il 7 giugno 1931 ed era il più giovane componente della formazione. Innamorato della Lario e del canottaggio, dopo la carriera di atleta intraprese quella di giudice arbitro, e fu anche internazionale, il che gli valse la partecipazione ad una Olimpiade. Ma fu anche appassionato dirigente del Comitato regionale della Federazione canottaggio.

La cerimonia funebre è fissata sabato mattina alle 10,30 alla Cappella della Casa di Cura, in Piazza Prina 1, a Erba.

Personalmente lo ricordo con affetto e tanta simpatia, grazie alla proficua collaborazione che seppe dare al Comitato Regionale, ma ne ricordo anche i valori personali che mai debordavano da quella riservatezza di cui circondava le proprie azioni. Aveva partecipato alla vita associativa alla Lario fino al sopraggiungere della malattia.

Il 1950 era ancora un periodo cruciale per il rilancio del canottaggio italiano nel dopoguerra e anche la Canottieri Lario contribuiva con impegno, anche nella particolare selezione degli equipaggi. Erano assai attivi due “quattro”:  il primo composto da Giovanni Paganin, Renzo Bellasio, Marco Marzorati e Alfredo Pusterla, quattro operai che nella stagione precedente avevano vinto il campionato italiano del mare  in jole a 4 a Salò, tutti nomi importanti nella storia sociale. E poi il secondo con Gianni Clerici, Lucio Scotti, Gianluigi Sala e Luigi Curioni, tutti studenti, che si era messo in evidenza durante quell’annata. Sette di loro e il timoniere Alberto Cantaluppi, più noto come “Bertin”, rientrarono nella formazione definitiva per il 1950 e 1951; ne uscì Paganin sostituito da Giorgio Ferrari. Ed ecco il grande otto, di cui si nota una particolarità: Gianni Clerici, capovoga, Gian Luigi Sala al quinto carrello e Gigi Curioni al sesto, in seguito sarebbero diventati tre apprezzatissimi giudici arbitri, con Gigi Sala poi anche presidente della C.D.A.

I più “anziani”, 22 anni, erano Pusterla, stampatore seta alla Francis Clivio, Bellasio, capo telaio nella stessa azienda, e Marzorati, meccanico alla Ticosa (già sposato e con una figlia, “con il canottaggio come dottrina perché gli aveva fatto imparare a stare al mondo”); il più giovane Curioni, studente (19); in mezzo il capovoga Clerici studente, Sala perito edile e Ferrari impiegato (20). “Bertin”, 26 anni, faceva l’impiegato. Ferrari aveva iniziato a vogare nel 1946, Marzorati e Bellasio nel ‘47, tutti gli altri nell’anno successivo. Riserva jolly Alessandro Casartelli, più noto come “Cobra”.

Dopo la conquista del titolo all’Idroscalo di Milano il giorno di Ferragosto, celebrato con importante risalto dalla stampa dell’epoca (la Gazzetta dello Sport dedicò all’otto della Lario una foto di mezza pagina dal titolo eloquente: “La barca in trionfo”), l’equipaggio fu accolto con entusiastici applausi al centro dello stadio comasco (intitolato al grande canottiere Giuseppe Sinigaglia) alla successiva partita di campionato del Como allora in Serie A. Ma c’erano già state importanti premesse: a giugno l’equipaggio della Lario vinceva, tra i senior, la prestigiosa Coppa d’Annunzio agli Agonali del Remo a Salò e poi al mese di luglio in maglia azzurra vinceva a Macon il triangolare internazionale battendo Francia, Svizzera e Belgio.

I canottieri italiani sono vicini alla famiglia Curioni e alla Canottieri Lario, esprimendo le più sentite fraterne condoglianze.

Ferruccio Calegari

Nella foto, Gigi Curioni al carrello numero 6 dell’otto della Lario