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Henley: dopo Sinigaglia, Skerl e Brosch ed il 4 di coppia nel 1989

giovedì 7 Luglio 2011

Henley: dopo Sinigaglia, Skerl e Brosch ed il 4 di coppia nel 1989

MILANO, 07 luglio 2011 Ferruccio Calegari, attenta e riflessiva penna meneghina, riparte dalla bella avventura di Mornati e Carboncini a Henley per toccare altri importanti momenti della partecipazione italiana ai “testa a testa” della classicissima inglese.
 

Ricorrenze

E DOPO SINIGAGLIA ANCHE SKERL E BROSCH
DELLA NETTUNO DI TRIESTE E IL QUATTRO DI COPPIA DI FARINA,
CALABRESE, TIZZANO E SOFFICI
NEL LIBRO D’ORO DEI VINCITORI DI HENLEY
 

La recente conclusione col secondo posto in finale alle gare di Henley di Niccolò Mornati e Lorenzo Carboncini nel due senza timoniere, pervenuti all’esame conclusivo dopo la serie di affermazioni nella successione dei “testa a testa” delle qualificazioni, porta ad una legittima considerazione sulla particolare durezza di questa gara. In una competizione normale il partecipante sa che nel corso delle qualificazioni avrà anche l’opportunità del “repechage” ma qui una volta battuto, anche se alla prima prova, non ha scampo, è fuori. E le cronache negli anni ci riportano a vari tentativi di equipaggi italiani, dopo la splendida affermazione di Giuseppe Sinigaglia nel 1914, unico italiano noto per avere il serto del vincitore di Henley.
Tra le tante vicende di equipaggi italiani all’esame di Henley sono nella storia anche tre partecipazioni della Moto Guzzi, dopo l’importante risultato olimpico del 1948, sempre con ottimo portamento in gara (per due volte battuti in finale, sia nel quattro senza nel 1959 che nell’otto nel 1962), ma mai al primo posto.
Al primo posto Moioli, Morille, Invernizzi e Faggi lo furono quando vinsero il titolo del quattro senza, ma del programma delle Olimpiadi del 1948 con la distanza di gara limata a 2000 m. e con una programmazione (e numero di barche in gara) un po’ diversa, mentre nella gara classica c’è qualche spanna in più perché si gareggia su 2112 m., corrispondente alla misura di lunghezza britannica di 1 miglio e 550 yarde. E l’ultima trasferta ad Henley delle Aquile dorate di Mandello avvenne non più nel quattro senza, ma nell’otto.

Probabilmente per il sopraggiungere dei tristi eventi bellici del 1940 è passata sotto silenzio un’altra affermazione italiana sul Tamigi e fu nel 1939, edizione del Centenario della Henley Royal Regatta alla quale fu data particolare enfasi dai britannici, celebrandosi l’anniversario di questa importante iniziativa. E vi fu protagonista un equipaggio italiano, quello dei triestini Skerl e Brosch della Nettuno, che l’anno precedente avevano vinto a Milano il titolo di Campione d’Europa del doppio.
Alla conclusione della gara si verificò una circostanza non prevista: i due equipaggi furono classificati alla pari ed ecco l’archivio britannico come la propone:

Centenary Double Sculls 1st J Beresford/LF Southwood, Thames RC 8m. 35s. Dead heat 1st G Scherli/E Broschi, Trieste, Italy 8m. 35s. Dead heat

da notare la trascrizione dei nomi. Anche agli “europei” l’indicazione data è la stessa, frutto di una singolare imposizione della grafia italiana per i nomi, probabilmente di lontana derivazione germanica, data l’origine cosmopolita degli abitanti di Trieste. Dopo il verdetto della giuria ci fu grande imbarazzo da parte degli organizzatori che non avevano previsto la necessità del doppio premio che nel caso consisteva in due coppe, una per ogni componente l’equipaggio. Riprendiamo da “Il Canottaggio” del 1939: “ … alla cerimonia della premiazione fatta dal duca di Kent grandi dimostrazioni di simpatia verso gli italiani e un atto molto gentile di Beresford … non essendo pronte le quattro coppe ricordo per i vogatori vincitori a pari merito … Una delle Coppe disponibili è consegnata a Scherli e l’altra a Beresford … senonché quest’ultimo ha espresso il desiderio che anche la sua coppa fosse consegnata al vogatore italiano … e così anche Broschi ha ricevuto dalle mani del duca la coppa ricordo”.

E’ l’8 luglio 1939, una vigilia di gravi tensioni in Europa e nel mondo, ma nello sport prevale ancora l’amicizia ed il fair play. E per la cronaca, riportiamo alcune notazioni sulla fase conclusiva della gara: “Dopo una partenza velocissima ad eguale andatura di 32 palate, verso gli 800 metri gli inglesi sono avvantaggiati di una buona lunghezza … verso la metà del percorso gli azzurri ricuperano il distacco e segnano circa una lunghezza e mezza di vantaggio che mantengono sino ai 1800 metri. Gli inglesi con un eccezionale serrate giungono al traguardo assieme agli italiani”.

Tra l’episodio del 1939, quando per celebrare il centenario della Henley Royal Regatta fu inserita per la prima volta la gara del doppio e la conclusione della gran bella prova di Mornati e Carboncini quest’anno, si rileva una sorta di parallelismo. Infatti la formazione britannica (Peter Reed e Andrew Triggs-Hodge) vincitrice del due senza è quella dei britannici secondi classificati sia ai Mondiali dello scorso anno a Karapiro che a quelli del 2009 a Poznan, col precedente dell’oro olimpico a Pechino nel quattro senza, oltre ai titoli mondiali del quattro senza nel 2005 e nel 2006. Tra l’altro lo scorso anno a Henley furono secondi nel due senza, battuti dai neozelandesi E. Murray e H. Bond , che avevano vinto anche nel 2009 e furono campioni del mondo sia nel 2009 che nel 2010. Un bel consesso di principi del remo. L’equipaggio inglese del doppio che nel 1939 aveva concluso in parità con gli azzurri era formato dai vincitori del titolo olimpico del 1936 a Berlino Jack Beresford e Leslie Southwood, ricordando che Beresford nel 1924 a Parigi aveva vinto l’oro nel singolo, mentre ad Anversa nel 1920 aveva conquistato l’argento e nel 1932 a Los Angeles aveva fatto parte del 4 senza campione olimpico.
Anno dopo anno il bacillo Henley colpisce un po’ tutti e abbiamo visto l’approccio all’edizione 2011 della Sebino di Lovere col suo giovane quattro di coppia junior (Davide Macario, Gabriele Bonomelli, Pietro Cipolloni e Gabriele Tognola) alla “Fawley Challenge Cup”, il cui risultato dopo il “testa-testa” con gli scozzesi è stato preso con molta sportività. Nel tempo altri italiani hanno percorso il tragitto per Henley, che arrivarci oggi ci vogliono poche ore, ma nel 1939, come sottolineava Skerl, ci vollero 4 ore di treno per andare da Milano (dove avevano preparato la impegnativa trasferta all’Idroscalo) a Zurigo ed altre 4 di volo per arrivare a Londra, altri tempi! Ma cinquant’anni dopo, all’edizione del 1989 un altro equipaggio italiano andò a dare dimostrazione di ottima voga ed ecco cosa riferisce l’archivio della Henley Royal Regatta:

1989 Results: Queen Mother Challenge Cup 1st SC Eridanea & SC Firenze, Italy 6m. 15s.* 3+1/4 l. 2nd Kubanj Krasnodar, USSR

e l’equipaggio era formato da alcune grandi firme remiere del momento che rispondono ai nomi di Gianluca Farina, Giovanni Calabrese, Davide Tizzano e Filippo Soffici, col particolare che il risultato appare ancor oggi nel libro dei record della “The Queen Mother Challenge Cup”:

Ferruccio Calegari

Nella foro: Henley 1939 – arrivo del doppio di Skerl e Brosch