Comunicato Stampa
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Alcuni slogan del linguaggio politico cinese sono entrati nell’immaginario collettivo di un’intera generazione di occidentali, dalla fine degli anni ’60 a tutti gli anni ’70. Allo stesso modo, hanno marcato alcune fasi salienti della storia della Cina moderna. In Colpirne uno per educarne cento – coniato da Mao, ma ripreso anche dalle nostre Brigate Rosse – Stefania Stafutti a Gianmaria Ajani, rispettivamente professore di lingua e letteratura cinese e di diritto comparato all’Universita’ di Torino, ci aiutano a rileggere questi slogan per ricomporre il quadro sociale e politico del tempo, ma anche per scoprire alcune cose interessanti in un paese da mesi sotto i riflettori anche per le imminenti Olimpiadi. Ecco allora che il famoso slogan maoista ‘servire il popolo’ nella Cina post-moderna e’ diventato il nome di un sito di e-commerce, dove acquistare, tra gli altri, prodotti per soli adulti. Allo stesso tempo, anche la politica attuale continua a produrre parole d’ordine come viatico a profondissime trasformazioni, dall”arricchitevi innanzitutto’ coniato da Deng Xiaoping, al sacrosanto ‘la poverta’ non e’ socialista’. Agli slogan veri e propri si affiancano espressioni e modi di dire dallo straordinario potere evocativo: il libro ci aiuta a scoprire cosa siano ‘i quattro vecchiumi’ o il ‘demone-mucca e lo spirito-serpente’. In ossequio alla tradizione, pero’, la Cina continua a ‘usare il passato per servire il presente’. (ANSA) | ||||
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