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I segreti del quattro di coppia Pesi Leggeri femminile campione del Mondo

martedì 7 Novembre 2017

I segreti del quattro di coppia Pesi Leggeri femminile campione del Mondo


ROMA, 07 novembre 2017
– Prendi quattro peperine piccole fuori e gigantesche dentro, mettile assieme e otterrai un mix esplosivo. Questo è l’esempio del quattro di coppia Pesi Leggeri femminile che, a Sarasota, ha stupito il Mondo conquistando il primo titolo iridato assoluto nella storia azzurra della specialità. Un risultato che ha consolidado il ruolo da protagonista già affermato a livello Under 23, dove il quadruplo leggero rosa italiano è salito sul gradino più alto del podio ininterrottamente dal 2015. Asja Maregotto (SC Padova), Paola Piazzolla (Fiamme Rosse), Federica Cesarini (Fiamme Oro-Gavirate) e Giovanna Schettino (CC Aniene) hanno dominato tutte le avversarie incontrate sul Nathan Benderson Park, con grande caparbietà e tanta serenità, mettendosi al collo una medaglia d’oro strameritata.


Tanto meritata quanto sudata, soprattutto per Federica Cesarini, unico innesto al quadruplo già campione del Mondo Under 23 a Plovdiv in luglio: “Da principio mi sono trovata un po’ fuori luogo sulla barca, loro venivano da un mondiale già fatto assieme mentre io ero all’esordio su un quattro di coppia e, inizialmente, ho faticato un po’ a prendere il ritmo della barca. Poi mi sono ambientata, facilitata anche dal fatto che con Paola avevo già disputato un europeo, mentre con Asja e Giovanna, pur non sulla stessa barca, ero già stata insieme nella stessa Nazionale per i Mondiali. Con loro tre sono stata benissimo facilitata, comunque, dal fatto che è da quando siamo Junior che stiamo crescendo assieme nelle varie Nazionali e, quindi, avevamo le stesse sensazioni quando lavoravamo per qualcosa di comune da raggiungere”.


La capovoga Giovanna Schettino invece non era una novità sul quadruplo azzurro, ma anche per lei qualche momento di difficoltà nel percorso da Plovdiv a Sarasota c’è stato: “Tornate da Plovdiv, e successivamente da qualche giorno di vacanza fatto a Ferragosto, era stata decisa la formazione del doppio Pesi Leggeri femminile, ma non ancora del quattro, e per questo motivo un po’ di tensione tra tutte si respirava, io poi non vivevo con serenità le prove che stavamo facendo, da capovoga mi sentivo la prima ad essere messa in discussione. Tutte le mie compagne però in quei giorni mi hanno sostenuto, incoraggiandomi a lavorare e dicendomi che anche se non a capovoga, sarei stata provata sicuramente anche su un altro carrello. Pur nella competizione tra noi siamo state un gruppo molto compatto”.


Di questo gruppo compatto, Asja Maregotto è un po’ un punto fermo, essendo stata protagonista – al pari di Paola Piazzolla – sul quattro di coppia Pesi Leggeri femminile azzurro di tutti e tre i successi iridati colti dall’Italia nella specialità tra il 2016 (Under 23) e il 2017 (Under 23 e Assoluti). Quest’anno tuttavia, anche per lei non è stato così facile: “Sono sempre stata sulla barca in questi tre Mondiali vinti, ma quest’anno non mi sono mai sentita un punto fermo, ho avuto una stagione travagliata, soprattutto all’inizio, e mi sono ripresa solo intorno alle selezioni. Sono sempre stata messa in discussione, soprattutto nella strada verso Plovdiv, mentre per Sarasota mi sentivo più sicura, anche se pure in quella occasione mi sono giocata il posto fino alla fine, nonostante i risultati ottenuti tra gli Under 23.


E’ comunque bello sapere che sono tre Mondiali che vinco nella stessa specialità, su una barca che mi piace nonostante tutte le sue difficoltà, perché quando hai quattro donne su una barca non è facile gestire tutte le complessità che si presentano. Essere in quattro su un’imbarcazione però è bello perché ti supporti a vicenda nei momenti di difficoltà, e in quest’avventura ho avuto compagne con cui ho sempre fatto squadra, dalle quali ho ricevuto fiducia e loro hanno sempre avuto la mia. Qualche momento comune di difficoltà c’è stato, soprattutto nel preparare il Mondiale Senior, però la nostra unione ci ha aiutato moltissimo”.


Come Asja, un punto fisso della barca in questione nei tre Mondiali vinti è stata Paola Piazzolla, atleta delle Fiamme Rosse ma proveniente da una realtà, Barletta e il suo club originario di appartenenza – la Lega Navale – che rispetto alle altre società coinvolte (Fiamme Oro-Gavirate, SC Padova, CC Aniene) è meno avvezza ad annoverare nel suo panorama una campionessa mondiale assoluta, per di più nel canottaggio: “Sono molto orgogliosa di portare in alto il nome di Barletta che, ad eccezione del grande Pietro Menna, non ha particolari campioni sportivi, ancor più nel canottaggio. I miei concittadini sono davvero felici dei miei risultati e me lo fanno percepire in ogni occasione anche se, a volte, mi danno troppa importanza, paragonandomi spesso proprio a Mennea. In confronto a me, lui ha ottenuto molti più risultati e soprattutto più importanti, come la vittoria in un’Olimpiade. Essere paragonata a lui mi rende sicuramente felice, non posso dire che mi infastidisca. Mi sento molto piccola rispetto a lui ed essergli paragonata è sicuramente troppo”.


Il quattro di coppia Pesi Leggeri femminile, fresco del titolo mondiale assoluto, è dunque un equipaggio compatto, lavoratore e umile. Tutte caratteristiche fondamentali per concorrere alla vittoria. Anche nella serietà però ci vuole un po’ di sano divertimento, e ogni tanto anche la monotonia del raduno pre-mondiale veniva spezzata da qualche episodio più particolare, come ricorda Federica Cesarini: “Quando a Piediluco scendeva in acqua il Canadair durante le tirate era una situazione piuttosto insolita. Tirare i 1000 metri a tutta con il Canadair accanto che pesca acqua facendoci le onde era divertente, ma allo stesso tempo ci faceva arrabbiare”.


Questo perché, di base, tutte le componenti dell’equipaggio erano concentrate sull’obiettivo. La conferma arriva da Asja Maregotto: “Tra di noi non c’è una più scanzonata dell’altra o piuttosto una più seria delle altre, noi ci allenavamo per un obiettivo di un certo livello e dunque eravamo tutte serie, concentrate sul da farsi, inclusa Federica che è subentrata dopo il Mondiale Under 23, portando in dote tutta la sua esperienza, sicuramente maggiore della nostra e dunque molto utile. Eravamo davvero una bella barca, molto compatta, sono felice e orgogliosa di tutto ciò che abbiamo fatto insieme”.


E per la capovoga Giovanna Schettino, è stato difficile gestire le compagne? “Eravamo tutte un po’ pazze, più o meno ognuna a suo modo. Tuttavia non si è verificata una situazione in cui è stato necessario tenere a bada qualcuna di noi, tutte abbiamo avuto i nostri momenti no. Li ho avuti io così come le mie compagne, e io sinceramente pur stando al primo carrello non mi sono mai sentita quella che comanda, sono sempre molto democratica e qualunque decisione ci fosse da prendere, l’abbiamo sempre presa assieme tutte e quattro. Ogni tanto qualche discussione si è verificata, ma è normale durante un raduno lungo e stressante quale quello che abbiamo vissuto”.


Discussioni, pazzie, stress e quant’altro non hanno impedito alle quattro pielle azzurre di imporsi negli Stati Uniti. Un risultato che ha portato loro, di buono, certo non solo la medaglia d’oro che oggi splende nelle loro bacheche: “Essere chiamata a incontrare i bambini nelle scuole e nei centri sportivi, raccontargli la mia esperienza ed essere disponibile per loro quale esempio è una delle soddisfazioni più grandi che questa vittoria mi ha regalato – spiega orgogliosa Paola Piazzolla –. I bambini stravedono per un campione dello sport e così vengono invogliati a praticare una disciplina sportiva. Questo è un qualcosa che mi rende felice, perché lo sport è sano, e per me è indispensabile che un bambino ne pratichi uno”.