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Comunicato Stampa

martedì 29 Luglio 2008

Comunicato Stampa

I Team Manager delle varie Nazionali si preparano per Pechino
RENATO GALLETELLI, IL TEAM MANAGER DELLA SQUADRA ITALIANA
SI RACCONTA

ROMA, 29 luglio 2008 – Due, tre, qualche volta anche quattro volte. I team manager del canottaggio di tutto il mondo hanno visitato e rivisitato Pechino e il bacino Olimpico che ospiterà le gare di canottaggio per essere sicuri di preparare tutte le postazioni logistiche e poter considerare ogni potenziale situazione che possa essere di conforto ai loro atleti e al loro staff. Quando si tratta di gareggiare ai Giochi Olimpici i team manager, come gli atleti, non possono lasciare nulla al caso.
Il team manager degli Stati Uniti Elpi Pagitas: “Le trasformazioni che il campo di gara ha subìto sono affascinanti, ogni volta che l’ho visitato ho visto che nuovi elementi erano stati aggiunti o cambiati”, queste le sue parole al termine della sua ultima visita avvenuta in marzo.
I costi per allestire questa trasferta sono stati alti: oltre ai trasporti, al vitto e all’alloggio per atleti e staff, alle spese si sono aggiunti i costi per l’equipaggiamento che le gare di canottaggio richiedono come il trasporto e, in alcuni casi, il noleggio delle imbarcazioni stesse.
Le barche sono già arrivate in loco. Il Canada le ha inviate là in maggio, poco dopo sono giunte quelle della Nuova Zelanda e dell’Australia. Il team manager dell’Olanda Gwen Bakker rivela che la squadra ha in programma un campus di allenamento nella Corea del Sud, cosa che richiede imbarcazioni aggiuntive da inviare là.
Il team manager del Canada Adam Parfitt dice che il problema più arduo da risolvere è stato per lui quello riguardante la sistemazione alberghiera. Gli olandesi hanno spese aggiuntive dal momento che hanno prenotato un numero extra di camere nelle vicinanze del campo di gara così da permettere ai loro atleti di potersi riposare tra una sessione di allenamenti e l’altra.
Il team manager della Repubblica Ceca Premysl Panuska dice che le spese maggiori sono state per la sua squadra quelle relative al tipo di preparazione svolta considerando il caldo e l’alto tasso di umidità che gli atleti troveranno a Pechino. “I nostri atleti giungeranno a Pechino soltanto sei giorni prima dell’inizio delle gare. Secondo noi questo periodo è sufficiente per acclimatarsi. Vogliamo stare là il minor tempo possibile”, dice Panuska.
Il Comitato Olimpico Olandese ha messo a punto delle camere climatiche che permettono agli atleti di allenarsi nelle stesse condizioni che troveranno a Pechino. Altra trovata, per così dire, sono dei giubbotti refrigeranti che gli atleti potranno indossare in Cina.
Il Canada ha effettuato una preparazione specifica per affrontare il clima di Pechino. La squadra arriverà all’ultimo minuto e cercherà di limitare al massimo l’esposizione al caldo. Ogni seduta di allenamento e il dopo gara saranno seguite da pratiche di raffreddamento.
Alcuni team manager ritengono essenziale avere a loro disposizione un interprete che sappia parlare correttamente il mandarino. “Poter essere in grado di comunicare a tutti gli effetti ci permette di instaurare ottime relazioni con le persone con cui interagiremo. Questo è un fattore critico di successo di questa trasferta”.

Alla vigilia della partenza della squadra di canottaggio Olimpica per Pechino abbiamo incontrato il team manager della squadra italiana Renato Galletelli che ha così risposto alle nostre domande.

– Il team manager, una figura importantissima all’interno della squadra. Quali sono stati i suoi compiti più impegnativi in questi mesi che hanno preceduto le Olimpiadi?
L’anno olimpico è la conclusione di un ciclo di lavoro lunghissimo ed è il massimo appuntamento agonistico, il sogno di un atleta. Questo è il teorema di partenza ed a questo bisogna riferirsi nella programmazione dei mille aspetti gestionali della Squadra. La programmazione del Direttore Tecnico è stata molto attenta in tutti i particolari e la progettazione della “spedizione” ha seguito questa strada. Pazienza e “testardaggine” sono state le chiavi per risolvere difficoltà e problemi quotidiani e per rapportarsi con un Paese di cultura tanto diversa dalla nostra.
La logistica ha certamente rappresentato un impegno notevole nel suo globale con l’aggiunta della necessità di modificare la scelta alberghiera operata per sopraggiunti problemi burocratici”.
– Ha visitato il bacino olimpico. Qual è stata la sua impressione? Tutti parlano di un bacino innovativo, futuristico. Crede che soddisferà al meglio le esigenze che un evento del genere potrà avere?
“Il bacino è ben progettato e strutturalmente segue la linea dei bacini di Sydney ed Atene. La mia impressione è che tutto sia stato studiato nei minimi particolari e che l’organizzazione, che ha persino previsto il numero massimo delle biciclette utilizzabili, saprà rispondere a tutte le necessità ed i commenti generali, dopo il test event dei Mondiali Junior 2007, non hanno evidenziato particolari criticità”.
– Molto si parla e si è parlato delle difficoltà ambientali; peraltro le notizie che giungono in questi giorni non sono affatto rassicuranti. Che cosa ne pensa, crede che gli atleti possano aver bisogno di particolari attenzioni?
“E’ noto a tutti che la situazione ambientale di Pechino (smog, caldo, umidità) non è certamente ottimale per una prestazione agonistica di altissimo livello. E’ notizia di questi giorni che le autorità locali stanno compiendo tutti gli sforzi possibili per contribuire a limitare il fenomeno dello smog e credo che riusciranno nel loro intento. Il nostro staff sanitario ha valutato attentamente queste condizioni ed ha previsto ogni accorgimento possibile per limitare il disagio: alimentazione, reidratazione ed abbigliamento – gli atleti saranno dotati di giubbetti refrigeranti che aiuteranno a mantenere bassa la temperatura corporea – saranno molto importanti”.
– Le gare si svolgeranno nel pomeriggio (fatto inconsueto per il canottaggio). Come cambierà la sua giornata tipo?
“Le gare si svolgeranno nelle ore pomeridiane con previsioni di vento (se ci sarà) a favore lungo l’asse longitudinale del campo di gara ma questo non modificherà i ritmi della giornata che sarà comunque assai intensa: uscite di allenamento al mattino (probabilmente presto per evitare temperature alte) e gare al pomeriggio. Poi tutto il resto…”.
– Sono ormai molti anni che ricopre questo ruolo all’interno della squadra di canottaggio e prima ancora in quella di rugby. Ha qualche aneddoto da raccontarci?
“Episodi curiosi?: tantissimi in tutte e due le esperienze e non saprei quale scegliere.
Certo, lo spirito degli atleti è sempre uguale e spesso sono protagonisti di scenette divertenti; voglio solo ricordare una frase che ho trovato in un libro dedicato al rugby:
“Il rugby è come il canottaggio. L’otto equivale alla mischia con il mediano: stessa compattezza, stessa esplosività, stesso spirito di squadra, addirittura gli stessi modi di inspirare e espirare. E’ vero!”.
– Ci sono dei problemi logistici che la preoccupano? La lingua, il vitto e alloggio, i trasporti? Dove risiederà la squadra?
“Abbiamo fatto di tutto per cercare di prevedere ogni situazione ed evitare sorprese ma è certo che se avremo fatto bene lo scopriremo solo sul posto. Saremo alloggiati in un albergo molto vicino al campo di gara che dovrebbe, nelle previsioni e per gli accordi, garantirci un ottimo standard di qualità. La vicinanza è importante visto che consentirà tempi di spostamento ridotti al minimo e più tempo agli atleti per il recupero e per loro stessi. La lingua, ed una totale differenza culturale, potranno essere le maggiori difficoltà di rapporto con i nostri interlocutori”.
– La conosciamo da quando è approdato al Centro Tecnico Nazionale di Piediluco. Chi era il  Renato Galletelli di prima? Può parlarci di sé e della sua famiglia, dei suoi hobby e passatempi?
“Renato è sempre lo stesso, almeno credo e spero. In più ci sono solo gli anni e tanti amici tra gli atleti e gli allenatori, del rugby e del canottaggio.
Gli uomini dello sport sono uguali, parlano la stessa lingua con lo stesso entusiasmo. Canottaggio?  Una bella esperienza, non solo lavorativa, che mi ha dato molto e spero di essere stato capace di dare altrettanto.
Sono un rugbista , perché rugbisti e canottieri si è per tutta la vita e questo è lo spirito che metto in tutte le cose che faccio: non so sia un bene o un male ma è così!
Famiglia? Una famiglia normale come tante altre, una moglie che conosco dall’infanzia, insegnante di educazione fisica che sopporta pazientemente le mie assenze, e due figlie femmine. Al gruppo si aggiunge, a pieno titolo, un cane Yorkshire di nome Sansone!
Il tempo libero è dedicato a tutto quello che è attivo e particolarmente alla montagna: neve e sci sono la mia passione. Sì, la montagna con la sua cultura, i suoi silenzi, i suoi tempi mi appaga completamente”.


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