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Sintesi dei lavori della Youth Coaches Conference di Amburgo

domenica 27 Ottobre 2013

Sintesi dei lavori della Youth Coaches Conference di Amburgo

ROMA, 27 ottobre 2013 – Gli Allenatori di tutto il mondo si sono riuniti ad Amburgo, in Germania, per partecipare alla Youth Coaches Conference 2013, il consesso che riunisce tutti gli allenatori che si occupano di canottaggio under 18. La conferenza ha avuto un ruolo importante nel calendario poiché è l’occasione per incontrarsi, condividere esperienze e sviluppare le conoscenze da poter riportare ai loro rispettivi paesi e club. Il programma di quest’anno ha offerto argomenti in vari settori quali la ricerca fisiologica, la biomeccanica con lezioni relative alle prestazioni di successo ottenute dal canottaggio juniores tedesco. Oltre a questi seminari, gli allenatori hanno potuto visitare il campo di regata di Amburgo il quale ospiterà, nel 2014, i Campionati del Mondo Junior. Il gruppo dei 32 allenatori ha ispezionato il centro di canottaggio, è andato in acqua e ha avuto la possibilità di porre domande sulle condizioni di trasporto e di alloggio delle rappresentative. In questo gruppo di tecnici c’erano anche gli italiani Antonio Colamonici (capo settore nazionale junior maschile), Stefano Gioia (delegato ANAC) e Daniele Barone (Pro Monopoli).
Arne Gullich ha aperto con la sua presentazione, “Considerazioni sulla sostenibilità a lungo termine dello sviluppo del talento – Implicazioni per lo sviluppo del talento nel canottaggio”, ponendo la questione sull’età giusta per iniziare la pratica di uno sport. L’obiettivo della Gullich è stato quello di affrontare il concetto di specializzazione nello sport in tenera età. Gullich ha posto quattro domande che sono state la base della sua presentazione: l’età ideale per iniziare a remare; quale volume di allenamento e quali competizioni sono ottimali; fino a che punto un giovane atleta dovrebbe specializzarsi o praticare diverse attività sportive; quali effetti ha la specializzazione e la variabilità nel breve e lungo termine sui giovani atleti.

Il Presidente della Commissione Medica FISA, il dottor Alain Lacoste, ha presentato le modifiche alle norme FISA in relazione alle questioni relative al doping, la “No Needle Policy” e la morte improvvisa negli atleti. Lacoste ha illustrato le principali cause di morte improvvisa in atleti come arresto cardiaco e colpo di calore. Le misure che possono essere adottate per eliminare questo rischio di morte improvvisa negli atleti si riscontrano attraverso l’istruzione e lo screening. Proprio per questo nel 2014 ci sarà un sondaggio on-line obbligatorio per tutti gli atleti. Questo metodo di screening consentirà ai medici del team di individuare le irregolarità e i potenziali rischi che affrontano i singoli atleti e quindi potrà consentire loro di adottare misure proattive per garantire un trattamento adeguato. Lacoste ha parlato anche del tema della sicurezza in acqua. Spesso gli allenatori e gli atleti si preoccupano per l’impatto di una collisione sulla loro attrezzature, ma Lacoste ha messo in guardia gli allenatori anche sulle gravi lesioni agli atleti che possono sorgere quando manca l’attenzione in acqua.

Gli Allenatori hanno poi ascoltato una presentazione sugli “aspetti reali e considerazioni di etica nello sport” presentato dal direttore alte prestazioni del canottaggio tedesco, Mario Woldt. L’etica nello sport sta diventando sempre più di attualità per allenatori, squadre e federazioni. L’etica non è innata, ma va instillata. La prima giornata si è conclusa con le presentazioni da parte di Klaus Mattes e di Nina Schaffert. La presentazione è stata impostata sulla “diagnostica delle prestazioni nel canottaggio e la tecnica per ottimizzare la formazione tecnica”. È stata aperta con un confronto illustrativo della tecnica dei singolisti Mahe Drysdale, Campione Olimpico 2012, e Ondrej Synek Campione del Mondo 2014. Mattes ha spiegato come sia importante che un atleta possa applicare la tecnica in condizioni variabili e in diversi punti di una gara come in partenza o durante i 250 metri finali della competizione. Egli ha anche notato come le caratteristiche individuali delle squadre di canottaggio di successo, a livello internazionale, vengano spesso interpretate scorrettamente come sviluppo della tecnica di voga. Mattes ha dato una spiegazione dettagliata ponendo l’attenzione su tre punti chiave: la tecnica di voga può essere testata con l’aiuto dei metodi biomeccanici; si possono interpretare i risultati di misurazione biomeccanica; le valutazioni biomeccaniche delle gare. La presentazione di Schaffert ha portato gli allenatori a pensare alla scienza ascoltando la barca che scorre e questo sia in condizione visiva che uditiva. Il feedback acustico può ottimizzare la tecnica di voga e l’accelerazione della barca ed ha spiegato la relazione causale tra movimento e suono.

(fonte FISA http://www.worldrowing.com/news/learnings-in-knowledge-and-speed-at-youth-coaches-conference