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Il confronto tra Joseph Sullivan, Bulldozer, e Romano Battisti, Rommy, al termine della Coppa America

mercoledì 21 Aprile 2021

Il confronto tra Joseph Sullivan, Bulldozer, e Romano Battisti, Rommy, al termine della Coppa America


MILANO, 22 aprile 2021 – L’America’s Cup, conosciuta anche come Auld Mug, viene assegnata al vincitore della Coppa America che si disputa tra due imbarcazioni a vela: uno yacht, il difensore, rappresenta lo yacht club che attualmente detiene l’America’s Cup e il secondo yacht, lo sfidante, rappresenta lo yacht club che si sta sfidando per la coppa. L’America’s Cup è il più antico trofeo sportivo internazionale, assegnata nel 1851 dal Royal Yacht Squadron per una regata intorno all’Isola di Wight nel Regno Unito, che fu vinta dalla goletta America. La 36a America’s Cup, invece, è stata l’edizione attuale della regata nautica dell’America’s Cup da poche settimane disputata nel Waitematā Harbour di Auckland tra Emirates Team New Zealand e Luna Rossa Prada Pirelli d’Italia.


La regata si è svolta utilizzando la classe AC75 di monoscafo aliscafo ad alte prestazioni, una classe progettata appositamente per questa competizione. Il “Defending Club” è il Royal New Zealand Yacht Squadron, responsabile dell’organizzazione stessa della partita dell’America’s Cup, la cui squadra ha vinto la 35a America’s Cup nel 2017. Il “Challenging Club” è il Circolo della Vela Sicilia la cui squadra ha vinto la serie di selezioni – la Coppa Prada 2021. La Coppa, come ampiamente noto, è stata vinta in un entusiasmante duello dall’equipaggio di New Zealand e, per chiudere questa appassionante edizione, dialoghiamo con due grandi atleti: Joe Sullivan di Emirates Team New Zealand e Romano Battisti del team Luna Rossa Prada Pirelli: Entrambi provenienti dal canottaggio e finalisti nel doppio senior alle Olimpiadi di Londra 2012 dove Joe, con il suo compagno di barca Nathan Cohen, conquistò la medaglia d’oro, mentre Romano, con Alessio Sartori, vinse invece l’argento davanti all’equipaggio Sloveno di Iztok Cop e Luka Spik.


Buongiorno Romano e Joe, grazie per dedicarmi un po’ del vostro tempo e grazie per la disponibilità e professionalità di Rachele ed Hamish rispettivamente media manager di Luna Rossa ed Emirates. Inizio nel chiedervi quando avete intrapreso questa avventura della Coppa America e come ci siete arrivati? JOE: Ho ricevuto una telefonata da David Slyfeild (High Performance Sport New Zealand) che mi chiedeva se volevo fare un tentativo perché il team NZ non aveva soldi ma cercava l’equipaggio. ROMANO: Ho visto suoi social la propaganda che stavano facendo per reclutare giovani velisti e mi sono proposto.


La prima cosa che fate alla mattina? JOE: Normalmente è far alzare mia figlia dal letto perché al momento è la mia sveglia. ROMANO: Prendo il telefono e controllo chi mi ha cercato. L’ultima cosa che fate alla sera? JOE: Metto fuori il cane e chiudo a chiave la casa, poi saluto la mia famiglia e vado a letto. ROMANO: Spengo tv e tutte le luci accese per la casa, punto la sveglia e vado a letto. Che animale vorreste essere? JOE: Un cane. Sembra che i cani vivano una bella vita. ROMANO: Un Leone.


Cosa vi piace fare nel tempo libero? JOE: Nel mio tempo libero mi piace rilassarmi, ritrovarmi con la famiglia e gli amici e divertirmi senza esagerare. ROMANO: Mi piace stare con la mia famiglia e fare fuoristrada con la mia macchina 4×4. Cosa rappresenta per voi la vostra famiglia? JOE: Duro lavoro e lealtà, qualità nelle piccole cose e gratitudine per ciò che hai. ROMANO: Per me la mia famiglia è il mio team, senza il supporto di mia moglie sarebbe veramente difficile portare avanti la mia vita d’atleta. Cosa vi piace della dell’Italia e della Nuova Zelanda? Avete un piatto preferito? JOE: Prosciutto crudo, pesto, spaghetti che mangio almeno due volte al mese ma mi piacciono davvero tutti i piatti italiani ed in particolare una buona pizza Margherita. ROMANO: La cosa più bella della Nuova Zelanda è che la notte in estate si può dormire con il piumone. Mi mancheranno le colazioni con uova bacon ed avocado.


Continuando il nostro dialogo, torniamo indietro nel tempo. Eton Dorney Lake. 2 agosto 2012. Olimpiadi di Londra. Finale doppio senior maschile: Che ricordi hai prima della gara, del durante e del dopo gara? JOE: Prima della gara ricordo di essere stato calmo e felice, il solo fatto di arrivare alla finale è stato un risultato così enorme che tanti si erano persi ed erano stati i nostri più grandi concorrenti nel corso degli anni. Durante mi ricordo di aver pensato che non stava andando bene perché non vedevo altre squadre vicino a noi perché eravamo all’ultimo posto. Una volta raggiunti gli ultimi 500, Nathan ha chiamato un attacco per andare e così ho dato tutto quello che mi era rimasto. E dopo aver tagliato il traguardo ero così felice perché pensavo di essere arrivati al terzo posto, poi ero estasiato quando mi sono reso conto che avevamo effettivamente vinto. ROMANO: Della gara ricordo la tattica che avevo in mente di mettere in pratica, ce l’avevo in mente da anni. Prima di scendere in acqua quando ne ho parlato ad Alessio Sartori e Francesco Cattaneo ricordo ancora i loro occhi brillare. Volevo partire per stare a 1000 metri nel gruppo, ma passati i mille fare una chiusura al massimo come si fa negli ultimi 250 metri per cercare di stupire tutti. Si lo so è una cosa da matti, pura follia, per una finale olimpica ma eravamo preparati per farlo. Nel durante ricordo che dopo la partenza eravamo molto dietro, ma passati i 1000 c’è stato un cambio di velocità notevole è l’ultima volta che mi sono girato eravamo ancora primi. Vedevo team New Zealand che ci stava raggiungendo ma ormai eravamo arrivati al traguardo. Ho chiuso gli occhi ed ho messo dentro tutto quello che mi era rimasto. Dopo, quando ho visto sul tabellone il secondo posto ero felicissimo perché avevo dato il massimo. Mia moglie, con mia figlia che aveva appena un mese, erano lì a guardare la gara e per la Federazione Italiana Canottaggio non dovevo nemmeno essere li.


Eravate insieme sul podio, ma su gradini differenti. Ora dopo circa nove anni siete ancora in acqua a sfidarvi in un sport nuovo per entrambi. Cosa ne pensate l’uno dell’altro? JOE: Romano è un grande uomo, ha una grande famiglia che lo sostiene. È forte e determinato e deve essere un grande giocatore di squadra, dato che non duri a lungo in queste squadre se sei una persona arrogante. ROMANO: Penso che Joe sia un uomo dal cuore grande, tutti gli amici che abbiamo in comune mi hanno sempre parlato molto bene di lui. Sono molto felice per lui perché ha una bellissima famiglia ed è un grande professionista. Il canottaggio per definizione è uno sport di squadra con però la particolare eccezione del singolo. Come la considerate la vela? È importante lo spirito di squadra? JOE: La squadra è tutto. Dai progettisti ai costruttori delle barche e chiunque altro che abbia lavorato per il Team. ROMANO: La vela mi piace, perché quando sono in barca senza telefono e senza i rumori quotidiani mi rilassa, mi fa sentire libero. Lo spirito di squadra è fondamentale ti devi fidare cecamente del tuo compagno, ognuno ha il suo compito e tutti insieme si vince o si perde. Pur essendo barche super tecnologiche, è sempre fondamentale l’aspetto umano? JOE: Penso di sì, dato che alcune decisioni prese in frazioni di secondo possono determinare tutto. ROMANO: Penso proprio di sì. Queste barche vanno molto veloci ed i tempi per pensare alle strategie si sono ridotti di molto.


Una cosa bella del canottaggio è il saper far scorrere la barca. Che sensazioni invece provi a regatare su queste imbarcazioni alla velocità di quasi 100 km/h? JOE: È sapere che quando tutti stanno facendo il loro lavoro bene, la barca sta andando così bene e non lascia alcuna velocità non sfruttata. ROMANO: Mi sembra di stare su un treno alta velocità che scorre sull’acqua. Differenze di allenamenti e preparazione tra canottaggio e vela? JOE: Sicuramente ci sono differenze negli allenamenti, ma rimane sempre fondamentale allenare la mente per affrontare lo stress ed i carichi di lavoro ottenendo sempre il miglior risultato possibile. ROMANO: Gli allenamenti di canottaggio sono molto più duri, ma nella vela ci sono anche molte abilità che hanno bisogno di essere allenate per dare modo al tuo cervello di riadattarsi subito alla scelta che farà il tuo avversario. Parigi 2024. Avete mai pensato per un momento di ritornare a gareggiare nel canottaggio? JOE: No. ROMANO: Se ci fosse stato il Coastal Rowing, ci avrei pensato. Ora come ora no.


Cosa aiuta di più nella vela delle qualità di un canottiere? JOE: Capire cosa sta succedendo intorno a te e pensare alla tua prossima mossa. ROMANO: La resistenza a sopportare la fatica, è una cosa che ho ritrovato molto utile nei momenti di difficoltà. Ci sono analogie tra canottaggio e vela? JOE: Capire bene tuoi avversari e come contrastare le loro mosse. ROMANO: La tensione durante le regate di coppa è simile ad una selezione continua di gare che si ripetono in più giorni. Abbiamo quasi terminato. Le ultime due domande. Siamo entrati nelle boe rosse! Cosa vorreste dirvi a vicenda? JOE: Congratulazioni per tutti i tuoi successi e sicuramente ci troveremo presto per una bella birra insieme. ROMANO: Bravo Joe hai vinto la Coppa America… ora offri la cena. Potete mandare un saluto al popolo italiano che sicuramente è rimasto incollato al televisore per vedere tutte le regate nonostante l’ora tarda? JOE: Grazie per supportare il Team Luna Rossa Prada Pirelli. È importante avere una grande tifo in quanto tira fuori il meglio da tutti. ROMANO: Ringrazio tutti gli italiani, spero di aver regalato loro belle emozioni ed ispirato nuove generazioni a cimentarsi in importanti sfide.

Antonio Bassi

LA SCHEDA

  JOE ROMANO
Nome, cognome e soprannome Joseph Sullivan , Bulldozer Battisti, Rommy
Anno e luogo di nascita 1987 North Canterbury New Zealand 1986 Priverno Latina – Italia
Tre aggettivi per descriverti Resistente, testardo, basso Determinato, Testardo, Generoso
Quando e perché l’inizio nel canottaggio Nel 2001 ho iniziato a remare dopo avere prima praticato le corse campestri. Remare mi è subito piaciuto Ho iniziato il canottaggio nel 2000, perché un mio amico aveva iniziato a fare canoa, io l’ho seguito ma quando sono arrivato al club mi hanno detto che ero troppo alto per fare canoa e che era meglio fare canottaggio
Club di canottaggio di appartenenza Picton Rowing club Gruppo Sportivo Fiamme Gialle