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ROMA, 07 gennaio 2021 - Concluse le
vacanze natalizie, continua la rubrica dedicata
ai successi ottenuti dagli azzurri all’Europeo
di Duisburg. Sotto i riflettori stavolta finisce
l’argento del quattro di coppia leggero maschile
composto da Alessandro Benzoni (Gavirate),
Patrick Rocek (SC Lario), Giulio Acernese (CC
Roma), Alberto Zamariola (SC Cerea). Medaglia
meritatissima, conquistata davanti ad una
coriacea Germania e alle spalle di
un’imprendibile Francia. Anche questo podio, per
gli azzurri, è stato un traguardo che ha
fregiato una stagione lunga e difficile sotto
molti punti di vista, come ci spiega Alessandro:
“Prima che la pandemia entrasse nel vivo la
preparazione stava procedendo bene, si lavorava
e arrivavano i primi progressi. Quando poi siamo
stati costretti al lockdown, ci siamo dovuti
adattare per poter continuare ad allenarci. Il
primo periodo è stato complicato,
successivamente invece, grazie all’idea della
Direzione Tecnica di organizzare settimanalmente
confronti chiamando in causa atleti da
tutt’Italia, è tornata la motivazione!
Per me è stato davvero importante potermi
confrontare con vogatori che già avevano
intrapreso varie esperienze con la maglia
azzurra, mi ha dato uno stimolo impressionante.
La Federazione in questo senso è stata molto
abile poiché, con le gare virtuali, ci ha dato
obiettivi che hanno sopperito alla mancanza dei
consueti appuntamenti nazionali. Poi, per quanto
riguarda il periodo post-lockdown, abbiamo
continuato con il solito lavoro. Il raduno
presso il Centro Remiero di Pusiano è stato
davvero molto produttivo, sia per quanto
riguarda l’allenamento svolto e sia per il
sostegno fornito dalle strutture ed i relativi
addetti. Infine è arrivata quella medaglia che è
stata sensazionale, perché mi ha fatto prendere
consapevolezza dei miei mezzi. Per me è stata la
prima volta su un podio internazionale. Era da
un po’ di anni che aspettavo arrivasse un
risultato di questo calibro, ora che l’ho
ottenuto mi sento più motivato ed affamato per
raggiungere i prossimi obiettivi”.
Sulla stessa linea d’onda Giulio, il quale ci
spiega che: “Il periodo pre-europeo è stato
veramente difficile. Affrontare la lunga
quarantena, facendo tutti gli allenamenti al
remergometro, è stato veramente stressante.
Sembrava non finire più, ma sapevo che alla fine
tutto si sarebbe risolto, bisognava solo avere
pazienza e tenere duro. Il post lockdown è stato
bellissimo, tornare al sole, uscire in barca e
respirare l’aria fresca primaverile, tutti
quanti in sicurezza ovviamente. Durante il
lockdown è arrivata la notizia dell’annullamento
del mondiale, è stato veramente destabilizzante.
Però continuavamo tutti con la speranza di fare
questo Europeo! E proprio l’Europeo l’ho vissuto
bene, alla fine tutto era abbastanza normale,
solo che bisognava mantenere sempre le distanze
e seguire i protocolli di sicurezza. È stata una
manifestazione davvero bella e ben organizzata,
e ha regalato a tutti noi emozioni fortissime.
Stare sul podio di una gara internazionale è
sempre un grande onore, in particolare per il
percorso che ho fatto sin da piccolo con il mio
allenatore Bruno Mascarenhas, che mi ha portato
dal niente al podio delle competizioni
internazionali! Peccato per il mondiale,
probabilmente si sarebbe potuto organizzare con
la stessa attenzione".
Sempre partendo dalla fase precedente l’Europeo,
relativamente alla scorsa stagione, anche
Alberto si dice più che soddisfatto: “Devo dire
che tutto sommato è andata bene, anche se
dispiace non essersi riconfermati dopo Sarasota.
La finale di Duisburg è stata comunque davvero
emozionante, tutta a rincorrere perché non siamo
riusciti a sorprendere in partenza i nostri
avversari. Ci siamo davvero spremuti, abbiamo
dato tutto, e il non aver vinto alla fine non
conta, sono soddisfatto di averci provato con il
mio equipaggio che ha sempre risposto nel
migliore dei modi. E voglio anche fare un plauso
alla Francia. Ci terrei, in conclusione, a
ringraziare i nostri allenatori Beppe Carando e
Federico Vitale del Cerea, sempre pronti a
guidarci in tutte le avversità, mai come in
questo caso imprevedibili, e poi il mio
osteopata di fiducia, Gianluca Gaschino, che mi
ha permesso di tornare a remare dopo i problemi
alla spalla. Infine ringrazio il compagno
perfetto, Arturo, con il quale abbiamo superato
grandi difficoltà, soprattutto in quest’anno
complicato”.
A chiudere le nostre interviste c’è quindi
Patrick che, partito dal doppio, è andato poi a
competere sul quadruplo: “La preparazione è
stata davvero all'altezza della competizione,
anche se metà del raduno l'avevo fatta in
doppio. Relativamente al passaggio in quadruplo,
inizialmente non l'avevo preso benissimo, ma poi
ho capito che quella scelta era stata fatta per
fare il quattro di coppia più forte possibile,
anche in vista degli assoluti. L'intesa con i
compagni di barca c'è stata fin dal primo giorno
e anche nelle prime tirate, come equipaggio,
sembravamo promettere bene. E poi è arrivata la
medaglia, un riconoscimento che per me ha avuto
un grande valore, in particolare perché è
arrivato in quest’annata così difficile.
Quell’argento infatti ha il peso dei tanti
momenti negativi vissuti durante la quarantena.
Penso a tutti quegli allenamenti durati ore ed
ore, giorno dopo giorno, dove c'ero solo io e il
remoergometro, tra l’altro avevo anche mille
preoccupazioni per la testa. Salire sul secondo
gradino del podio a Duisburg mi ha ripagato di
tutto questo e non è detto solo in senso lato”.