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Focus sulle Società Remiere: il Rowing Club Taranto

martedì 21 Luglio 2020

Focus sulle Società Remiere: il Rowing Club Taranto


ROMA, 21 luglio 2020 – La società Rowing Club Taranto può essere tranquillamente annoverata tre le più giovani del panorama remiero nazionale poiché è nata solo nel 2018. A fondarla, nel gennaio di due anni fa, Carlo Tosi che di professione fa il medico chirurgo a Taranto. Con Tosi, ancora alla presidenza della Società, ci soffermiamo a dialogare per la rubrica “Focus sulle Società Remiere”. Ma prima vediamo come Tosi muove i primi passi nel mondo remiero: inizia a Torino, prima nella Sisport Fiat di Arturo Cascone, e poi nella RSC Cerea di Franco Torta confrontandosi anche con Marco e Federico Vitale e Paolo Braida per poi passare, per motivi lavorativi, alla Canottieri Lago d’Orta. Ha collaborato con la Canottieri Armida e il Circolo Eridano.


Tornato a Taranto, dopo averlo fondato, diventa Presidente e allenatore del Rowing Club Taranto. Il sodalizio si impegna, da subito, con ragazzi ed atleti disabili per avviarli al canottaggio. Con questo bagaglio tecnico remiero chiediamo al Presidente Carlo Tosi di illustrarci i programmi che la sua società stava predisponendo prima del lockdown: “Con i nostri ragazzi avevamo previsto la partecipazione ai Giochi studenteschi del 2020, ma l’emergenza sanitaria ha fatto svanire questi progetti. Alcuni ragazzi (soprattutto per la distanza dalle barche) non sono riusciti a proseguire, mentre altri sono stati più costanti. Volevamo anche partecipare a gare regionali, ma è stato tutto rimandato”.


Lei è medico e, quindi, è informato della pandemia da Covid-19, ma ora le chiedo, mentre si sta tornando alla normalità, come hanno vissuto il periodo di quarantena i suoi tesserati? “Non bene, come tutti. Gli atleti della mia squadra hanno vissuto male il lockdown, soprattutto per ancora carente cultura agonistica. I pochi che hanno proseguito dopo la quarantena sono rimasti più attivi di chi si stava avvicinando per la prima volta. Per il ritorno alla normalità dobbiamo dire che a Taranto si sono registrati pochi contagi, per cui la ripresa di attività in barche individuali è stata celere”. Presidente, ritiene comunque di poter ripristinare i programmi iniziali e di svilupparli ulteriormente? “Francamente è molto difficile ripristinare il pregresso. Avevamo in programma l’organizzazione dei Campionati Italiani Indoor, ma l’emergenza sanitaria ha fatto svanire la possibilità di portare un evento nazionale remiero a Taranto. Vorrà dire che ci prenoteremo per il futuro”.


Durante la quarantena, la Federazione ha organizzato delle gare virtuali, lei come le valuta? “Siamo una società giovane e con pochi mezzi, per cui i progetti federali sulle piattaforme web sono stati poco seguiti e questo, appunto, per la mancanza di sufficienti remoergometri per tutti e soprattutto di cultura sportivo/agonistica remiera che deve essere ricostruita a Taranto. Personalmente, da ex-atleta e allenatore, posso affermare che le iniziative telematiche/social messe in campo dalla Federazione mi sono sembrate interessanti, poiché le gare virtuali sono state una buona iniziativa per mantenere alta la qualità di chi già era arrivato ad una cultura agonistica vera”. Presidente, alla luce di quello che ci sta dicendo, in che modo affronterà l’ultima parte della stagione remiera programmata da settembre a dicembre? “Purtroppo mi devo ripetere poiché, a causa della mentalità sportiva/agonistica non abbastanza allenata, non prevediamo grosse partecipazioni alle rimanenti gare del 2020, per cui prenderemo parte a qualche gara solo con chi ha già partecipato a regate nel 2019.


Lei ritiene che il canottaggio possa diventare una disciplina sportiva più seguita nel territorio attecchendo a Taranto e facendo crescere la sua Società? “La nostra principale occupazione è fare scuola di canottaggio cercando tutti i mezzi per dare una cultura sportiva/agonistica remiera ad una città di quasi duecentomila abitanti. Una città che sarà anche la sede dei Giochi del Mediterraneo del 2026. Dal mio ‘osservatorio’ posso affermare che, anche se le difficoltà socio/economico/culturali sono quotidiane, l’interesse dei cittadini per lo sport è vivo e, infatti, alcune palestre si sono già avvicinate al mondo remiero attraverso il Fitrow. Io penso che, seppur con un po’ di fatica in più, il canottaggio tornerà ad essere di casa anche a Taranto”.


Speciale “Focus sulle Società Remiere”