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Giacomo Perini: Il canottaggio è vita!

mercoledì 31 Maggio 2017

Giacomo Perini: Il canottaggio è vita!


ROMA, 31 maggio 2017 – Quando dopo tre anni combatti con la malattia, l’unica soluzione per vedere la luce al di fuori del tunnel è quella di amputare la gamba che ha dovuto sopportare due recidive a distanza di poco tempo. Questi tre anni, sono stati anni fantastici perché questa mia avventura mi ha dato molto più di quello che mi ha levato. Mi sta lasciando una vita con un senso e significato più profondo e pieno rispetto a prima perché mi si sta riempiendo di passioni nuove mai scoperte fino ad ora. L’unico tasto dolente che c’era, era stata la negazione prima dell’amputazione a causa della condizione della mia gamba, dell’equitazione. Perché è stato il mio primo sport vissuto a livello agonistico per ben dieci anni, smetterlo è stato un colpo basso che sono riuscito a superare con la consapevolezza di non poterlo più fare e grazie alla sostituzione con altre passioni.

Ma la straordinarietà è stata che dopo pochi mesi dall’amputazione avvenuta a Dicembre 2016, mi si è riaccesa una fiamma che si era affievolita ma mai spenta. Infatti mi è tornata una voglia incontrollabile di fare sport, e riflettendoci, la disciplina che in quel momento mi dava le giuste sensazioni per ricominciare quel percorso, era il canottaggio. Una nuova passione che mi era nata all’improvviso, così dal nulla come fu esattamente per l’equitazione più di dieci anni fa.

Avendo un amico di famiglia che lo praticava alla Canottieri Rumon mi sono indirizzato immediatamente lì. Devo dire che il benvenuto è stato dei migliori, ho conosciuto immediatamente in quel pomeriggio, il Presidente che mi è subito risultato molto disponibile e l’allenatore: persona che solo con le parole è riuscito a trasmettermi una passione e voglia di lavorare che in tutti gli anni che ho fatto sport non avevo ancora visto. Solo grazie a quelle parole e con alcune domande mi è aumentata ancora di più la voglia di cominciare subito questa nuova avventura. Da quell’istante non li ho più lasciati ed è cominciata una collaborazione professionale che mi sta permettendo di allenarmi seriamente e di muovere i miei primi passi nella Nazionale del ParaRowing. Anche grazie al fatto che il mio allenatore, è allo stesso momento capo tecnico della federazione Paralimpica.


Già solo questo inizio è la dimostrazione che da un avvenimento che poteva risultare tragico e che avrebbe portato solo un limite insuperabile, grazie ad una visione lunga e positiva, lavorando su se stessi è nato qualcosa di molto più bello e importante. Questo, in qualche modo, è la realizzazione plastica che non c’è siepe senza infinito e non c’è infinito senza siepe, è sempre da un limite, impedimento o disagio, che nascono le cose che ti cambiano la vita in meglio.
Il canottaggio in questo ci riesce perfettamente perché nel momento esatto in cui sali in barca riesci a fare esattamente quello che fanno gli altri. È la dimostrazione che c’è una relazione strettissima tra le disabilità e lo sport. Lo sport aiuta senza dubbio le persone a trasformare le proprie fragilità in punti di forza e a non utilizzare i propri limiti come alibi per non fare qualcosa ma anzi il contrario. Cercare di migliorarsi facendo sempre di più e sempre meglio. Serve infatti per scoprire il proprio fisico e formare una mentalità forte e determinata nell’affrontare le difficoltà che nello sport come nella vita si possono incontrare.

Ci tengo ad aggiungere che la professionalità che ho trovato nella mia attuale società, Canottieri Rumon, è anche determinata dal fatto che prima di me e tutt’ora si allenano molti altri ragazzi che hanno sia disabilità fisiche che mentali. Siamo un gruppo molto unito di 12 ragazzi che si divertono
insieme accomunati dalla stessa passione. Mi ha stupito la felicità che vedo nei loro occhi ogni
volta che vengono ad allenarsi e la serietà con cui lo fanno; perché è fondamentale anche il clima che si viene a creare tra noi atleti in quanto alla fine ce lo trasmettiamo a vicenda.

Posso solo concludere dicendo che lo sport nella vita di ognuno di noi deve essere imprescindibile, in questo il canottaggio è l’emblema di come sia una vera palestra di vita. Impari ad
affrontare la vita di tutti i giorni, ogni volta che sali sulla barca soprattuto grazie al contatto con l’acqua che rispecchia l’anima di ognuno di noi.

Il canottaggio è vita!!!

Giacomo Perini