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Ripercorrendo la storia remiera: Antonio Offredi  Da Lecco agli europei 1935, tragedia sfiorata, ricordato ad Amalfi

venerdì 10 Giugno 2016

Ripercorrendo la storia remiera: Antonio Offredi  Da Lecco agli europei 1935, tragedia sfiorata, ricordato ad Amalfi

MILANO, 10 giugno 2016 – Amalfi domenica attende il grande evento per la 61^ edizione del Palio delle Repubbliche Marinare, che ebbe la sua prima edizione sull’Arno, a Pisa, nel 1961, col successo di Venezia su Pisa, Genova e Amalfi. E la rievocazione storica dei fasti delle quattro repubbliche marinare, con il ricco corteo di dignitari a precedere l’evento remiero, ebbe una preminenza  dei veneziani per ben 33 volte, con Amalfi 10 volte al primato, 8 ori rispettivamente per Genova e Pisa. Ma Amalfi dovette soffrire a lungo, ben 14 anni prima di poter brandire il prezioso Palio, nel 1975 nella edizione disputata a Pisa, dopo essere stata a lungo fanalino di coda. La memoria storica racconta di un rivolgimento di fronte, dopo essere stato a lungo tecnico remiero a Napoli ed a Salerno, con la venuta di Antonio Offredi, che riuscì a mettere ordine nella preparazione, tanto che successivamente – rileviamo dalla scheda tecnica della “Canottieri Antonio Offredi”: La società fu fondata nel 1985 da un gruppo di appassionati che si proponeva di diffondere e promuovere la pratica di attività sportive nautiche, oltre che stimolare la conoscenza ed il rispetto del mare. Il Circolo fu intitolato alla memoria di Antonio Offredi, scomparso da pochi anni, che fu il tecnico che allenò l’equipaggio amalfitano che si aggiudicò per la prima volta una Regata Storica tra le Quattro Repubbliche Marinare.

E con il Manzoni, e per molte buone ragioni, possiamo porci la domanda “chi era costui”?
Pur avendo sul personaggio molti elementi, partiamo dal 3^ capitolo della pregevole storia della Canottieri Irno di Salerno “100 anni di passione”, dedicatogli dall’amico Luigi Capone, nel descrivere la ripresa post-bellica dell’attività remiera salernitana: “Su suggerimento del conte Roberto Gaetani e del cav. Fortunato Capobianco, responsabili del canottaggio partenopeo, si chiese la collaborazione di un ferroviere residente in Napoli, Antonio Offredi. Offredi, tra i migliori canottieri italiani degli anni trenta, era stato protagonista di un avvenimento straordinario ripreso da tutti i giornali dell’epoca e successivamente ricordato dal giornalista Ferruccio Calegari sulla rivista “Il Canottaggio” (*). Ed a seguito di questo incidente la Federazione internazionale dispose che da quel momento, sia in allenamento  che in regate ufficiali, tutte le imbarcazioni dovessero essere dotate di una pallina di gomma piena applicata alla punta di prua”.

Successivamente, ripresosi, fu di nuovo ai remi. Lavorando a Milano in Ferrovia, in precedenza atleta della Canottieri Lecco, gareggiò con Pino Conrotto per il Dopolavoro Ferroviario appoggiandosi alla Canottieri Olona, con la quale vinse alcuni titoli. Quale dipendente delle Ferrovie dello Stato si trasferì a Napoli, dove continuò a remare per il Dopolavoro Ferroviario e il Circolo Canottieri Napoli. Con la Canottieri Napoli conseguì  importanti traguardi, tra cui la Coppa del Tirreno 1948 nell’otto ed a Barcellona nel 4 con nel Trofeo Italo Spagnolo per Club.
Con delle variabili caratteriali, nell’opera citata viene ricordata l’azione operativa di Offredi, la sua collaborazione si sviluppò nel corso di diversi anni, sia negli aspetti positivi che, capita spesso nelle associazioni sportive, con qualche contrapposizione.
Ed in seguito – non abbiamo un riferimento chiaro al suo periodo di impegno – certamente ha dato un buon contributo agli appassionati del remo di Amalfi, se decisero di ricordarlo in maniera così concreta, intitolandogli un sodalizio. Oggi la Canottieri Antonio Offredi è proiettata ed impegnata nel mondo della canoa, mentre l’attività del canottaggio è sviluppata dalla Canottieri Amalfi.

Ferruccio Calegari

(*) Insieme a Ferruccio Mascherpa, con il quale aveva vinto nel ’35 in titolo italiano assoluto in double scull, Antonio Offredi era stato designato a difendere i colori azzurri nel Campionato Europeo in programma quale pre-olimpica a Berlino Gruenau. Il 12 agosto la squadra italiana si era recata al Regatta Platz per la messa a punto delle imbarcazioni. Il doppio doveva provare una nuova barca. Al termine del primo percorso il doppio Offredi-Mascherpa venne investito dallo skiff del francese Vincent Saurin: in quel momento l’acqua del bacino era molto agitata e la punta della barca francese con la lamina in ottone sorpassava la falchetta del bordo del doppio azzurro, sfiorava il carrello di Mascherpa e penetrava nel polpaccio sinistro di Offredi, fuoriuscendone per quaranta centimetri. Offredi cominciò con naturalezza incredibile a controvogare nel tentativo si sfilare la prua dalla sua gamba. Saurtin si gettò in acqua e cercò di frantumare il sua skiff ma riuscì soltanto a rompere il fasciame mentre la chiglia resisteva ad ogni suo sforzo, e flottando nell’acqua, non faceva che provocare maggior danno alla gamba di Offredi. Da un motoscafo passarono a Saurin un coltello per tagliare la barca. Dopo diversi tentativi Offredi si fece passare il coltello e cominciò stoicamente a tagliare il troncone di barca rimasto infisso nel suo polpaccio. Tagliò tutto il fasciame. Non riuscì però a tagliare la chiglia ed i correnti superiori. Chiese un utensile più adatto e con una tenaglia riuscì a frantumare il resto della imbarcazione. Tagliato il troncone del singolo si vide Offredi fare forza sulla gamba destra e appoggiare sul motoscafo del Comitato arrivato  in soccorso la gamba sinistra nella quale era ancora infissa la punta della barca di Saurin. A terra il suo trasporto su una barella di fortuna suscitò profonda emozione. Al passaggio tutti arretravano con raccapriccio. Tre medici si sentirono male. Il dott. Stalio, presidente del Gusar di Spalato, ebbe a prestargli le prime cure e con la cintura dei suoi pantaloni a fargli una energica legatura alla coscia onde arrestare l’emorragia. Non c’erano ambulanze e fu trasferito all’Ospedale di Kopenik sistemato su un’autoscala dei vigili del fuoco.