Para-Rowing Development Camp: un
successo!
GAVIRATE,
18 maggio 2015 - Durante i
giorni della Regata Internazionale
Para-Rowing, svoltasi a Gavirate
nello scorso week end, si è tenuto
pure il Para-Rowing Development Camp,
un Training Camp che la FISA ha
voluto anche per il Para-Rowing
sull'onda lunga di quelli che si
svolgono per il canottaggio
olimpico. Tra i tecnici che hanno
seguito il "collegiale" spicca la
figura di Paola Grizzetti, tecnico
della Canottieri Gavirate e membro
della Commissione Para-Rowing della
FISA, la quale insieme
all'australiano John Boultbee,
membro del Comitato Esecutivo della
FISA, ha finalizzato l'appuntamento
per quelle nazioni che stanno
cercando di sviluppare le attività
Para-Rowing nel loro paese e che,
per un motivo o per l'altro, non
riescono ad emergere: "A
seguito
dell'approvazione del progetto da
parte dell' Agitos, l'associazione
che raccoglie e dispensa fondi per
progetti legati ai disabili e che è
gestita dalla IPC (Comitato
Paralimpico Internazionale) -
incomincia Paola Grizzetti - abbiamo
iniziato a coinvolgere tutte quelle
nazioni affiliate alla FISA che
potevano essere interessate al
progetto. La risposta è stata
positiva: hanno dato disponibilità
circa 15 nazioni, di cui buona parte
erano qui presenti. Non ci sono
tutte perché le nazioni in questione
dovevano potersi avvalere del
supporto di un tecnico che
preparasse gli atleti prima di
venire a Gavirate, allenarli e poi
continuare a seguirli a casa. Per
questo alcune in questo momento sono
in attesa. Da parte nostra speriamo,
comunque, di riuscire a portarli il
prossimo anno.
Il
primo via, quindi, è stato con circa
una decina di paesi: quelli
ufficialmente riconosciuti e
finanziati da questo progetto sono
Kenya e Uganda per quanto riguarda
l'Africa. Austria, Repubblica Ceca,
Lituania, Norvegia e Olanda
dall'Europa e poi Hong Kong, Messico
e Argentina. Lo Sri Lanka non è
riuscito a portare una squadra ma ha
deciso di mandare un allenatore a
loro spese in maniera da poter
acquisire un bagaglio tecnico un po'
più ampio da spendere una volta
tornato a casa. Il loro intento è
quello di avviare un percorso che
possa portarli qui l'anno prossimo".
Parliamo
dell'esperienza, com'è andata:
"Intanto diciamo che il gruppo,
composto complessivamente di una
trentina di atleti, era molto vario
come livello. Alcuni di questi
comunque sono dei veri talenti. La
cosa positiva è che siamo riusciti a
lavorare molto bene. Gli allenatori
che mi hanno dato una mano, sono
stati veramente encomiabili. Quindi
posso, senza dubbio, parlare di
un'esperienza positiva. C'è stato un
buon feedback anche da parte dei
ragazzi e la
cosa
bella è che si è creato veramente un
bel gruppo, tra di loro sono
diventati quasi una famiglia. Io
stessa non pensavo che venisse una
cosa così bella. Poi c'è da dire che
abbiamo constatato anche una buona
crescita a livello tecnico: alcuni
ragazzi hanno anche gareggiato in
occasione dell'internazionale
Para-Rowing, esprimendo un buon
valore, penso ad esempio all'Austria
col quattro con, ma anche i
singolisti lituano e ceco".
Prospettive per il futuro? "Noi
vogliamo riproporre il discorso
l'anno prossimo e, di fatto,
dobbiamo puntare ad estenderlo
perché l'IPC ha richiesto un minimo
di 30 nazioni.
Oggi
siamo arrivati a coinvolgere circa
27 nazioni ed abbiamo intenzione di
colmare il gap mettendo i soggetti
che sono rimasti nella lista
d'attesa come ad esempio Madagascar,
Bahamas, Guinea ecc, di partecipare.
Inoltre dobbiamo incrementare
l'adesione femminile. Infine c'è il
discorso Rio: l'obiettivo in vista
delle Paralimpiadi è mettere quanti
più atleti possibile nelle
condizioni di poter portare a casa
la qualificazione e quindi dare lo
stimolo giusto a questi ragazzi
affinché continuino ad allenarsi una
volta tornati a casa. Da parte
nostra li supporteremo, nel senso
che ognuno di noi sarà mentore di
qualche squadra e li seguirà perché
si possa portare avanti il discorso.
Insomma, la speranza è quella di
riuscire rispettare i parametri
richiesti per poter ripetere ed
ampliare questa magnifica
esperienza".