News

CURIOSITÀ. Alan Turing, il maratoneta che sfiorò le Olimpiadi  di Londra ’48 con la passione del canottaggio

lunedì 29 Dicembre 2014

CURIOSITÀ. Alan Turing, il maratoneta che sfiorò le Olimpiadi  di Londra ’48 con la passione del canottaggio

ROMA, 29 dicembre 2014 Canottaggio.org alla vigilia dell’uscita del Film “The Imitation Game” vuole rendere omaggio ad Alan Mathison Turing, canottiere mancato, ma matematico di successo. Alan Turing è stato consegnato alla storia, infatti, come uno dei pionieri dello studio della logica dei computer e come uno dei primi ad interessarsi all’argomento dell’intelligenza artificiale. È stato anche lo scienziato che riuscì a decodificare il linguaggio cifrato usato dai nazisti: “É stato l’uomo che diede il più grande contributo soggettivo alla vittoria della Seconda Guerra Mondiale”, questo secondo Winston Churchill. Un genio ed anche un maratoneta, morto per essere gay, ed ora la sua vita, come già accennato, sarà celebrata il primo gennaio 2015 con l’uscita nelle sale italiane del film “The Imitation Game”, già definito il miglior film al Toronto Film Festival con 5 nomination per il Golden Globe 2015. La regia del film, ispirato alla vita di Turing (nato il 23 giugno 1912 e morto il 7 giugno 1954) è del norvegese Morten Tyldum e il ruolo del protagonista è, invece, interpretato dall’attore britannico Benedict Cumberbatch.

Una vita spesa tra studio e sport poiché cominciò a correre da ragazzo, a Sherbourne, quando il maltempo rendeva impraticabili i campi di calcio. A scuola i professori, invece, lo consideravano un incapace e riuscì a prendere il diploma con grande sforzo. Agli studi obbligatori Alan preferiva la teoria della relatività di Einstein e dilettarsi in esperimenti chimici, mentre non nutriva alcun interesse per il latino. In ambito sportivo, invece, Turing si riscattava sempre e praticava con profitto il ciclismo e il canottaggio, quest’ultimo quando venne ammesso, nel 1931, al King’s College della Cambridge University (in questo Ateneo ebbe anche l’opportunità di dedicarsi alla meccanica quantistica e alla logica). Oltre alla disciplina remiera si dedicò all’alpinismo e alla corsa. Ma fu proprio “La corsa di fondo che – come emerge dalla sua biografia scritta da Andrew Hodges e pubblicata in Italia da Bollati-Boringhieri – gli si confaceva perfettamente, essendo una forma di esercizio autosufficiente, non avendo bisogno di alcun equipaggiamento speciale e di alcuna connotazione sociale”.

Tornando agli studi, egli era dell’idea che si potesse raggiungere la chimera di un’intelligenza davvero artificiale seguendo gli schemi del cervello umano. A tal proposito scrisse, nel 1950, un articolo in cui descriveva quello che, ancora oggi, è conosciuto come il “Test di Turing”, una sorta di esperimento mentale. Turing aveva una personalità fortemente tormentata (anche a causa di una omosessualità vissuta con estremo disagio e per la quale fu condannato poiché considerata, all’epoca, una malattia mentale), dalle mille contraddizioni e capace di stranezze e bizzarrie inverosimili che lo indusse al suicidio, appena quarantaduenne, il 7 giugno 1954, dopo aver mangiato una mela intrisa di cianuro di potassio, ad imitazione della mela di Biancaneve (si racconta, tra le tante ipotesi, che Steve Jobs adottò per la sua azienda la mela morsicata e multicolore come simbolo della Apple in onore di Turing e della sua omosessualità rappresentata, in America, dalle bandiere multicolore -6 colori-, molto simili a quelle che in Italia sono note come “bandiere della Pace”, 7 colori). Ora, a 60 anni dalla morte, viene riabilitato attraverso il film e dopo aver ricevuto le scuse postume del Primo Ministro Gordon Brown ed il riconoscimento della Regina Elisabetta anche se la Gran Bretagna, due anni fa, lo dimenticò nella cerimonia d’apertura dei Giochi che celebrarono le tante glorie britanniche. Un uomo di sport e un uomo di scienza raccontato nel film “The Imitation Game” che riteniamo sia da non perdere.