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I canottieri romani nella Chiesa di Santa Maria dell’Orto  per la tradizionale festa della Candelora

domenica 2 Febbraio 2014

I canottieri romani nella Chiesa di Santa Maria dell’Orto  per la tradizionale festa della Candelora

ROMA, 02 febbraio 2014 – “Quando vien la Candelora dell’inverno semo fora, ma se piove o tira vento nell’inverno semo dentro”. Mai proverbio ha espresso l’elementare verità di questo inverno mite, ma eccezionalmente piovoso. La festa della Candelora ha assunto quest’anno un significato preciso con il Tevere ai livelli di guardia, la pioggia continua e la preoccupazione di dover far fronte a danni ingenti per una alluvione non prevista. I Circoli romani assieme all’Arciconfraternita di Santa Maria dell’Orto hanno rinnovato ormai da tempo una tradizione di quasi cinque secoli. Domenico Rotella, Camerlengo di questa Venerabile Arciconfraternita, spiega in modo efficace la tradizione del cero benedetto: “Questa cerimonia è molto antica risale alla metà del cinquecento, quando gli equipaggi che sbarcavano al porto di Ripa Grande venivano a ricevere la candela benedetta. I mestieri antichi non ci sono più però oggi rinnoviamo ogni anno questa tradizione con coloro che sul fiume lavorano, vivono, operano: la Polizia fluviale, i Vigili del Fuoco e i canottieri”.

Tutto si è svolto nel clima composto di una cerimonia religiosa che ha perpetuato il rito di devozione nei confronti della Madonna protettrice di coloro che vivono il fiume. Il canottaggio non è esclusivamente agonismo, ma rappresenta una civiltà e una tradizione che nei secoli si è andata sedimentando. Nei fiumi, nei laghi dove ogni giorno i nostri atleti si allenano sono nate consuetudini che oltre a rappresentare i tratti rilevanti della nostra cultura, sono espressione di quelle radici su cui si fonda l’identità di un popolo.

Quella che si è vissuta domenica 2 febbraio in una antica chiesa di Trastevere a Roma è stata una cerimonia suggestiva che ricorda le attività umane che si svolgevano sul fiume. Essa è stata coinvolgente per il clima particolare della ricorrenza, ma anche per la presenza di chi da tempo concepisce il canottaggio non solo come attività sportiva, ma come modo di vivere fondato sulla natura dei luoghi e sul valore che questi hanno avuto nel tempo. Una cerimonia vissuta intensamente per un Tevere in piena e per la consapevolezza della sua forza distruttrice. Dal 1567 tutti coloro che appartenevano alle “Universitas”, associazioni di mestieri collegate al rifornimento annonario che arrivava alla città per via fluviale, avevano in questa chiesa il loro luogo di culto dominato dall’immagine miracolosa della Madonna detta dell’Orto.

La candela benedetta veniva accesa ogni qualvolta una grave calamità naturale minacciava la vita di coloro che operavano sul fiume e quest’atto di Fede spesso portava all’avvenimento miracoloso. Enrico Tonali, noto giornalista e socio storico della Canottieri Roma, è tra coloro che hanno portato alla ribalta questa consuetudine ormai abbandonata: “Io credo che ogni anno di più questa tradizione, che è stata ripresa negli anni settanta, sta coinvolgendo tutti i circoli del fiume. Speriamo che la Madonna Fiumarola ci dia una mano poiché indubbiamente il Tevere da un paio di anni ha ricominciato a salire in maniera preoccupante e crea grossi danni ai sodalizi remieri. Inoltre c’è il rischio che porti limitazioni gravi all’attività agonistica . Indubbiamente una bella cerimonia e speriamo che il prossimo anno possa vedere il coinvolgimento di un numero maggiore di canottieri romani con bandiere e remi”.