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Stefano Morganti a tutto campo

sabato 27 Aprile 2013

Stefano Morganti a tutto campo

MILANO, 29 aprile 2013 – Una storia tutta particolare quella di Stefano Morganti, classe 1995, tesserato alla Canottieri Tremezzina. Atleta comasco, oggi junior secondo anno, un “timido” che ai remi ha dimostrato di avere i numeri per provare ad essere protagonista del domani. Dopo la militanza nelle categorie giovanili, ha poi deciso di investire tutto in questo sport riuscendo ad entrare al college federale. A Settembre il rientro a Como e, da poco, la vittoria al Memorial Paolo D’Aloja. A canottaggiolombardia.it un’intervista a tutto campo per conoscere un giovane gigante buono. 

A quanti anni hai iniziato a far canottaggio? come mai questa scelta?
Ho iniziato a fare canottaggio a 11 anni, il motivo è molto semplice: dovevo dimagrire. Mia mamma, parlando con alcune amiche, ha scoperto questo sport e nel 2007 ho provato e mi sono appassionato.  
La tua storia è molto particolare, hai deciso di dedicarti al canottaggio fin da subito con il tuo trasferimento a Piediluco. Qual è stato il motivo?
Il canottaggio mi ha subito appassionato e in più mi dava discrete soddisfazioni. Da cadetto ero stato convocato dalla Lombardia alle gare delle rappresentative regionali, questo è stato un bello stimolo. La mia passione è aumentata sempre di più, ho quindi deciso di provare a vivere una nuova esperienza, volevo allenarmi e migliorarmi, la stagione ragazzi secondo anno non era andata così bene. Ho quindi deciso di trasferirmi a Piediluco per dedicarmi a questo meraviglioso sport. Devo ammettere che io sarei voluto andare l’anno prima, ma a casa non erano molto d’accorto e così ho aspettato l’anno seguente. Ho fatto i test, era l’estate 2011, aspettavo con ansia la lettera dalla federazione con l’esito, poi è arrivata e sono partito.  
Come ricordi l’esperienza del college?
L’esperienza del college è stata sicuramente positiva, fatta di momenti belli e brutti, certamente ci sono stati momenti di sconforto e difficili da superare. Ho avuto problemi alla schiena, questo mi ha imposto uno stop da gennaio a marzo. In quel periodo non sono riuscito a fare quello che mi ero prefissato di fare. Il tempo passava, non mi potevo allenare e vedevo sfumare il mio sogno. Ho avuto comunque una botta di positività quando ho potuto ricominciare a remare e partecipare al Memorial D’Aloja, ottenendo buoni risultati. In generale devo dire che è stata un’esperienza particolare, ho cambiato scuola, sono andato a vivere da solo, mi ha aiutato a crescere.
Nel 2012 ti sei fatto le ossa, al Campionato però un po’ d’amaro in bocca c’è stato… ti aspettavi di più della medaglia di bronzo?
Al Campionato un po’ d’amaro c’è stato, mi aspettavo un secondo posto, però è andata così. Sono comunque contentissimo di quella medaglia presa con il mio compagno Andrea Merzario, anche perché era la mia prima medaglia ad un Campionato Italiano.
Poi la scelta di tornare sul Lago di Como, a Griante, lo stesso paese di Pietro Ruta… che mi dici di Stefano oggi?
Lo Stefano di oggi, dopo l’esperienza a Piediluco, è una persona sicuramente cambiata che però non se l’è più sentita di affrontare un altro anno al college, forse anche a causa della location e di quanto successo in passato. Mi piace pensare che questo piccolo paese, Griante, sia anche il paese di Pietro Ruta che per me è un modello da imitare. Oggi continuo ad allenarmi con impegno, guardo avanti e corro verso qualcosa che voglio sentire vicino.
Il Memorial 2013 è stata la tua prima esperienza in azzurro da protagonista, cosa ti porterai per sempre con te?
La convocazione al Memorial è stata per me una grande soddisfazione. Ero contentissimo e, allo stesso tempo, ha rappresentato il primo passo dopo grandi sacrifici. La consegna del body azzurro rimarrà sempre nei miei ricordi.
Qual è il tuo sogno per questa stagione?
Per scaramanzia i sogni non si dicono, però spero di concludere al meglio la stagione e di raggiungere grandi risultati in questo meraviglioso sport.


Luca Broggini