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Stefano Reali da regista si fa attore per il “punishment” della violenza  sulle donne

lunedì 14 Ottobre 2013

Stefano Reali da regista si fa attore per il “punishment” della violenza  sulle donne

ROMA, 14 ottobre 2013 – Ieri mattina hanno partecipato all’evento “Via le Mani”, non solo equipaggi femminili. È sceso in acqua anche l’equipaggio maschile dell’ItalianAttori, sempre pronto a dare il suo contributo quando si tratta di sostenere eventi di solidarietà e di beneficenza. Questo tema, in particolare, è sentito in maniera forte da un esponente di questo equipaggio. Stefano Reali, (regista, musicista, sceneggiatore e produttore italiano), ha deciso di far parte della squadra dell’ItalianAttori, nonostante le poche ore di addestramento alle pratiche remiere, perché avverte in maniera forte la necessità di fare qualcosa per sconfiggere questa piaga sociale. “Io penso che la violenza sulle donne sia uno dei reati più schifosi, più disgustosi, più ignobili che l’uomo possa fare più di qualunque altra cosa, perché vuol dire approfittarsi di una superiorità fisica, di una posizione sociale. È la cosa più vergognosa in cui si può incorrere.”. Stefano Reali, in queste parole ci tiene a sottolineare che questo trend, assolutamente negativo, verificatosi in Italia soprattutto negli ultimi tempi, deve essere fermato. La violenza, in generale, è qualcosa che il regista ha sempre combattuto nella maggior parte dei film che ha prodotto e diretto. “Nei miei film ho sempre fatto particolare attenzione a questo tipo di punishment, di punibilità della violenza. L’ho fatto si può dire in quasi tutti i miei film. La violenza viene punita, viene fermata”.

Il canottaggio, nella giornata di festa di ieri mattina, si è fatto promotore di questo messaggio e Stefano Reali è riuscito a coniugare, la sua volontà di fare beneficenza e il suo passato, che in qualche modo lo vede legato a questo sport. Nel 1992, infatti, ha diretto “Una storia italiana”, un film che vede come protagonisti i fratelli Abbagnale. “Io ho scoperto solo stamattina che Peppe è il presidente della Federazione, non lo sapevo, per cui sono felice per lui, perché secondo me un presidente di una Federazione deve essere stato un grande atleta. E qui abbiamo una leggenda vivente, uno che ha vinto numerosi campionati del mondo e due Olimpiadi, per cui non c’è atleta italiano credo, che abbia vinto di più. Il canottaggio mi piaceva perché lo vedevo come uno sport pulito, dove non c’era il sospetto, non puoi fare il dispetto all’avversario, non puoi fare la scorrettezza. È un qualche cosa che riesce a farti stare in contatto con te stesso, con i tuoi rivali, con i tuoi amici. C’è il senso del gruppo, il senso dello spogliatoio, dove prevale l’amicizia, prevalgono i valori, prevale il fatto di fare una cosa insieme.”. Ed è proprio insieme che ieri tutti gli attori presenti a questo evento (la Federazione Italiana Canottaggio, l’associazione Hands Off Women, il Centro Sociale Vincenziano e tutti gli equipaggi in gara), hanno messo in scena una manifestazione sportiva di solidarietà dall’esito certamente positivo.

Paolo Mammoliti