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Benedetto Vitale: amicizia e spirito di coesione sono i valori aggiunti  del nostro gruppo

martedì 6 Agosto 2013

Benedetto Vitale: amicizia e spirito di coesione sono i valori aggiunti  del nostro gruppo

ROMA, 06 agosto 2013 – La Federazione Italiana Canottaggio continua ad investire molto nel settore junior, il serbatoio del canottaggio nazionale. E la formazione di questo delicato settore è stata affidata a uomini di esperienza. Uno di questi è Benedetto Vitale, il tecnico siciliano che negli ultimi anni ha messo in risalto la validità del suo operato attraverso le vittorie delle sorelle Lo Bue. In un’ottica generale, sul settore Junior femminile, Vitale ci dice che: “Il settore junior è sicuramente molto delicato. La qualità del lavoro che svolgiamo noi, riverbera nelle categorie successive, dunque occorre un’accuratezza non indifferente”.
 
Come si lavora con ragazze così giovani? “Il lavoro sulle junior è chiaramente un lavoro in prospettiva. Noi non cerchiamo il risultato a tutti i costi. La medaglia, quando arriva, è benvenuta ma non è fine a se stessa. Si contestualizza sempre nella costruzione dell’atleta in toto. La competizione junior, di per sé, occorre per far acquisire al giovane quell’esperienza da adoperare poi nelle categorie successive, rendendo le ragazze possibili opzioni per i reparti superiori. Il loro lavoro è contestualizzato all’interno di un gruppo che punta a crescere nel suo insieme”. 
 
Quindi ritorna l’importanza del gruppo: “Certamente, dentro e fuori l’ambito agonistico. Nel nostro gruppo junior ci sono diverse veterane, quindi il senso di gruppo c’è già. Da quanto so, le ragazze si frequentano anche al di fuori dell’ambito sportivo. La cosa bella è che sono diventate un gruppo unito anche coi ragazzi. È molto bello durante le competizioni vederli sostenersi a vicenda, vuol dire che c’è un grande senso della squadra. Addirittura, coinvolgendo anche molti genitori, si è organizzata una vera e propria tifoseria, che fa capo ad alcuni genitori di Firenze, con tanto di magliette”. Quali sono i vantaggi che comporta questa coesione in termini di resa? “Tranquillità e sostegno all’occorrenza. Non dimentichiamo che le atlete sono chiamate a stare in raduno, lontane da casa, a sostenere tappe forzate e allenamenti impegnativi”. 
 
Cosa caratterizza questo gruppo di atlete? “Forse proprio l’amicizia e lo spirito di coesione. Le atlete lavorano in perfetta armonia e fuori dal campo di gara sono molto serene. Anche le giovani entrate quest’anno sono state perfettamente integrate”. Come possono coesistere competizione in allenamento e amicizia fuori dal campo di gara? “Il concetto che deve passare è che l’avversario non è un nemico. L’avversario è qualcuno con cui ci si confronta, nei termini delle regole e della correttezza. Si deve rispettare e mai umiliare o mortificare, anzi, a fronte di una difficoltà va anche sostenuto. Io questa dinamica l’ho sempre vissuta proprio con Giorgia e Serena, che in singolo si sono sempre comportate come avversarie, dando il massimo l’una contro l’altra. Poi fuori si deve mettere tutto da parte”.
 
Veniamo ora all’impegno internazionale che inizierà domani. Qual è la nazionale che temi di più?  “Sicuramente c’è la Cina in diverse specialità, che può essere molto competitiva. Come del resto la Nuova Zelanda. Anche gli Stati Uniti hanno una nazionale completa e in campo femminile, soprattutto sulle barche lunghe, sanno il fatto loro. Sicuramente i numeri sono in  aumento, quindi ci sarà da impegnarsi al massimo”.