BARI,
30 luglio 2013 - Giorgia è
tornata molto carica dal suo primo
mondiale. Un mondiale “Unico!!!”,
come dice lei, vissuto appieno e con
tutto l’entusiasmo del mondo.
Raccogliamo alcune sue
considerazioni a caldo, prese la
domenica, quando tutto lo stress da
gara è ormai finito e ci si può
dedicare alle analisi post regata,
alla squadra e a uno sguardo più
rilassato al campo di regata.
“Ogni volta che
scendevo in barca per la gara andavo
con l’intenzione di divertirmi e di
fare una bella gara, mettendo a
frutto tutto quello che ho
imparato”,
“Ogni gara era migliore della
precedente, sempre in miglioramento,
e questa è una grande soddisfazione:
abbiamo davvero dato il massimo. Da
quando sono iniziate le finali si è
respirata un’aria sempre più bella,
soprattutto perché l’Italia
continuava a vincere medaglie una
dietro l’altra: non si faceva altro
che cantare l’inno di Mameli e
incitare i propri compagni negli
ultimi 250 metri.
Oggi, dopo l’ultima gara, i sono
davvero rilassata e ho potuto
godermi tutto questo spettacolo.
Poi, a metà mattina, è cominciato lo
scambio delle maglie sociali fra
tutti gli atleti: sembrava il
mercato delle pulci, un vero
spettacolo. C’era davvero tantissima
gente, tra cui anche mia madre e mia
cugina. per la prima volta hanno
assistito ad una gara di
canottaggio.
Sono stata davvero contenta di
questo mondiale, contenta di aver
avuto la possibilità di partecipare
e di confrontarmi con il mondo!
Mi spiace solo che non sia venuto
Massimo (Biondi ndr), ma conosco
benissimo le sue ragioni. Non posso
fare altro che ringraziarlo e, anche
se non ho vinto una medaglia o
raggiunto una finale, dedicare a lui
questo traguardo. A Massimo, il
migliore allenatore del mondo!”
Ha imparato molto Giorgia in questi
ultimi mesi, non solo nei raduni. È
cresciuta parecchio fra duri
allenamenti e vita quotidiana in
squadra nazionale. Grazie Giorgia:
attraverso il tuo talento e il tuo
impegno ci innamoriamo sempre di più
del nostro grande sport.
PECHINO, 29 luglio 2013
Elsa ci racconta la sua trasferta
in Cina con la squadra del Cus
Pavia.
“Le
12 ore di volo da Malpensa a Shangai
sono state abbastanza pesanti: non
si riusciva a dormire molto. Poi 3
ore per Chengdu.
Prima tappa: Chengdu.
Scesi dall’aereo ho subito toccato
con mano la tipica afa della Cina di
questo periodo e molta umidità.
L’emancipazione culturale di Chengdu
mi è sembrata non ancora ai livelli
delle altre città.
Il campo di regata era a Xinjin City
(famosa perché era la prima tappa
della via della seta); costruito in
un bacino ad hoc per il canottaggio,
misurava poco più di 2mila metri e
largo abbastanza per contenere 6
corsie più quella di risalita.
Seconda tappa:
Wuhan
La seconda città del nostro tour era
certamente più ordinata, più pulita
e più avanzata tecnologicamente;
anche la popolazione sembrava essere
in una condizione migliore.
Il campo di gara era su un grande
lago: paesaggio veramente bello, con
prato tutto intorno e torrette nel
tipico stile cinese: molto
suggestivo.
Terza tappa:
Pechino
Pechino è un gran caos ma una grande
emozione. Qui abbiamo avuto modo di
visitare la Grande Muraglia:
un’emozione unica da provare almeno
una volta nella vita.
Il
canottaggio in Cina è vissuto con
molto entusiasmo: c’era più gente
che a un europeo. Noi siamo stati
accolti come vere star, con tanto di
rilascio di interviste e fotografie!
La cerimonia di apertura è stata un
vero spettacolo: acrobati sugli sci
d’acqua e sfilata di tutti gli
equipaggi.
Le gare erano a finale diretta: il
primo giorno abbiamo disputato gare
selettive per l’assegnazione delle
corsie. C’erano diverse formule di
regata: la prima gara era sui
classici 2mila metri; la seconda era
una doppia gara sui mille metri, con
recupero di 40 minuti e somma dei
tempi. Noi eravamo molto più leggere
rispetto agli equipaggi ben
assortiti delle università di
Parigi, Otago, Londra e Yale; ma con
un secondio percorso perfetto siamo
riuscite a prendere la medaglia di
bronzo.
Dopo le due gare,
la sera grandi cene di gala.
L’organizzazione cinese è stata
veramente efficiente e tutte le
giornate sono state sfruttate al
massimo: allenamento mattutino ed
escursione pomeridiana, doppio
allenamento e visita serale della
città. Gli ultimo tre giorni siamo
stati a Pechino: niente più uscite
in barca e puro relax
vacanziero/culturale.
La vita qui costa molto poco: un
menu tipico in un fast food, che da
noi può costare circa 8 euro, qui ne
costa 2 (16 One)."
Concludendo, Elsa
ci porta i ringraziamenti di Antonio
Bassi, Team Manager del Cus Pavia.
Un suo ringraziamento al Cus Bari e,
in particolare, a Massimo Biondi e a
Pasquale Triggiani.
Siamo noi che ringraziamo te,
Antonio
Infine, Giorgia e a Elsa: siamo veramente orgogliosi di voi!!!
CHECCUS