ROMA,
19 luglio 2013 - Rilanciare il
canottaggio Master, l’abbiamo
sentito più volte, è uno degli
obiettivi dell’attuale dirigenza
federale. Con il Consigliere
Mario Luigi Italiano, che si
occupa del settore, abbiamo voluto
comprendere l’ottica con la quale la
Federazione Italiana Canottaggio si
sta approcciando alla questione e
quali risultati sono stati raggiunti
fin ora.
Da dove siete partiti per comprendere quali fossero le esigenze del settore
Master? “Al fine di sondare in maniera più accurata possibile quali fossero
le esigenze del settore, mi sono avvalso delle competenze di alcuni
rappresentanti della categoria. Penso a Paolo Caprioli, master di Varese molto
impegnato nelle attività organizzative, ad esempio negli Europei senior dello
scorso anno oppure quest’anno nella World Master Regatta che si svolgerà in
settembre a Varese. A Stefano D’Elia, della Tirrenia Todaro, che lo scorso anno
ha vinto la classifica Master. Ancora, sono stato sostenuto da quello che forse
è il master più propositivo, Paolo Caracciolo, un apporto insostituibile grazie
alla sua ampia visione del settore. Fondamentalmente abbiamo lavorato per
favorire la partecipazione, abbattendo quelli che ritenevamo essere inutili
vincoli I master ad oggi sono una colonna portante del canottaggio. Non va
dimenticato che spesso sono impegnati in ruoli dirigenziali o tecnici. Si
spendono per coadiuvare la logistica. Insomma, mossi dalla passione possono
essere considerati un supporto insostituibile. Allargare la partecipazione è un
elemento fondamentale ad ampio riverbero. Il Master in generale, anche chi
incomincia in età non più giovanissima, può essere un importante catalizzatore
in termini di partecipazione, perché comunque può coinvolgere il figlio, il
nipote, l’amico. Più in generale può diffondere l’interesse per il canottaggio.
Di rimando, quindi, lavorando sull’allargamento del settore Master, si opera
sull’allargamento della base”.
Parliamo ora di quanto è stato fatto: “Le cose fatte sono molte. In primis,
abbiamo affrontato il discorso del doppio tesseramento. Ad inizio anno, infatti,
l’atleta doveva definire se fare il Master o il Senior. Dopo ampio dibattito,
durante il primo Consiglio Federale, abbiamo reinserito la possibilità del
doppio tesseramento. Questo, secondo i numeri, ha favorito notevolmente la
partecipazione. Basta vedere i numeri del Campionato Italiano di quest’anno,
svoltosi a Candia, e confrontarli con quelli dello scorso anno di Mercatale. C’è
stato un più 40%. Ovviamente la partecipazione incrementa il movimento ed un
ritorno economico per i comitati organizzatori. Questo poi consente
reinvestimenti”.
Ancora? “Sempre nell’ottica del favorire la partecipazione, siamo intervenuti
sul discorso timonieri. Sulle gare di resistenza c’erano tutta una serie di
limiti: dai vincoli rappresentati dalle società di appartenenza oppure dal fatto
che non poteva fare più di due gare o che il timoniere dovesse essere dello
stesso sesso del resto dell’equipaggio. Noi questi limiti li abbiamo ritenuti
ristrettezze inutili. Il fatto delle gare, ad esempio: il timoniere, non subendo
sollecitazioni fisiche, non ha problemi a disputare più gare e ciò consente di
acquisire maggiore esperienza,
elemento determinante. Poi, al fine
di determinare a quale categoria
Master l’atleta appartiene, abbiamo
fatto sì che
valesse l’anno solare invece che il compimento dell’anno alla data di nascita.
Per quello che riguarda le agevolazioni logistiche, abbiamo rivisto l’ordine di
partenza dei campionati, garantendo più cambi barca possibile e favorendo quanti
volessero disputare le doppie gare. Tutti questi ritocchi hanno portato ad una
drastica diminuzione delle lamentele in gara e questo, senza dubbio, è una sorta di
cartina di tornasole per poter valutare l’efficacia di quanto fatto”.
Cosa
può dirci rispetto ai World Master Games? “È senza dubbio
un’organizzazione che sta assorbendo moltissime energie a tutti. Anche grazie
all’impegno del Presidente del Comitato Regionale FIC Piemonte Stefano Mossino,
stiamo lavorando per inserire l’evento in un calendario già molto ricco. Anche
in quest’occasione devo dire che si sta dimostrando la validità di un gruppo di
persone che collaborano con impegno su vari fronti. Chiaramente, tutto viene
fatto per pura passione, senza alcun ritorno. In questo traspare la genuinità di
questo sport, una genuinità che si ritrova nell’esempio di Giuseppe Abbagnale,
una persona che si presta anima e corpo, forte della sua inossidabile passione,
con trasparenza e senza interessi personali. E questo può essere anche d’esempio
per i giovani: il mettersi in gioco solo per la pura passione. Una tendenza che
va un po’ contro voga rispetto ad una società che sempre più appare egoistica e
narcisista”.
Un grosso risultato è stato
conquistato anche con la creazione
del Campionato Italiano di tipo
Regolamentare? “Certamente. Nell’ultimo consiglio infatti
abbiamo deliberato che il Tricolore Master, che si teneva in occasione dei Campionati
in Tipo Regolamentare dei Senior e degli
Junior, diventasse anch'esso Campionato Italiano
in Tipo Regolamentare. Una richiesta avanzata
soprattutto da Caracciolo e da tutti gli appassionati che remano nella categoria
Master. Possiamo parlare di una piccola conquista di tutta la comunità”.
Vuole aggiungere qualcosa in chiusura? “Vorrei chiarire un punto. Per come ho
impostato il mio lavoro, voglio dire che io sono aperto al dialogo, quindi se ci
fosse qualcuno che ravvisa delle cose che non funzionano o che potrebbero
funzionare meglio sono pronto a parlarne. Ritengo il confronto determinante per
poter crescere”.
Nelle immagini: Mario Italiano;
regate ai Campionati Italiani Master
di Candia Canavese