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Il Presidente Abbagnale intervistato da WorldRowing.com

lunedì 3 Dicembre 2012

Il Presidente Abbagnale intervistato da WorldRowing.com

ROMA, 03 dicembre 2012 – Il Presidente della Federazione Italiana Canottaggio, Giuseppe Abbagnale, è stato intervistato dalla giornalista Melissa Bray (WorldRowing.com) a proposito del suo nuovo ruolo e dello stato di salute del canottaggio italiano. Pubblichiamo il link al servizio pubblicato dall’house organ della FISA e la traduzione dell’intervista.

1. Dopo aver terminato la sua carriera internazionale, in che modo è rimasto legato al Canottaggio?
Nel 1996 sono diventato Consigliere con delega allo Sport presso il mio Circolo (CN Stabia), nel 2000 presidente del Comitato Regionale Campania e dal 2001 al 2004 vicepresidente della Federazione Italiana Canottaggio. Prima di essere eletto Presidente, lo scorso 18 novembre, ho anche ricoperto la carica di vicepresidente del CN Stabia”.

2. Cosa l’ha spinta a candidarsi per la presidenza?
Il desiderio di riunire un canottaggio diviso, segnato soprattutto dai conflitti nati tra gli atleti della Nazionale e la dirigenza dopo i negativi risultati delle Olimpiadi. Di conseguenza, il mio obiettivo è anche quello di riportare il canottaggio azzurro tra le primissime nazioni al mondo. Ci vorrà molto lavoro, e forse non basterà un quadriennio, ma bisognerà recuperare il gap creatosi in questi 8 anni con le nazioni leader come Gran Bretagna, Nuova Zelanda, Australia e Germania. Per far ciò, vogliamo recuperare la cultura dell’impegno e dell’allenamento dando maggiori motivazioni ai nostri atleti ed atlete sostenendoli costantemente”.

3. Cosa la emoziona maggiormente in merito al suo nuovo ruolo?
“La volontà di mettere al servizio dello sport che amo, il canottaggio, le mie competenze e quelle della squadra che mi ha sostenuto. Il mio obiettivo, come ho già detto, è quello di lavorare solo in funzione del canottaggio dalla base al vertice. Queste sono le cose che più mi elettrizzano”.

4. Quali cambiamenti porterà nel canottaggio italiano?
“Ho bene in mente quello che bisogna cambiare nel canottaggio, ma siccome ho deciso che tutto dovrà essere discusso democraticamente all’interno del Consiglio, ritengo che sia prematuro comunicarle. Non appena le scelte saranno ufficiali, nel rispetto delle regole, le renderò pubbliche attraverso i canali istituzionali”.

5. Le più grandi energie e debolezze del canottaggio italiano?
“La forza principale del canottaggio italiano è rappresentata dalle sue Società. La principale dimostrazione risiede nei buoni risultati ottenuti ai Mondiali Junior. Per quanto riguarda le debolezze queste vanno ricercate soprattutto nella gestione delle squadre agonistiche e nella ricerca delle risorse aggiuntive da spendere per incrementare le varie iniziative che la Federazione deve necessariamente sviluppare. Io e il mio Consiglio siamo l’espressione di tutte le Società italiane e, quindi, ci daremo da fare per colmare qualsiasi gap che ci troveremo di fronte”.

6. Cosa è cambiato nel canottaggio rispetto ai tempi in cui lei remava?
E’ sicuramente cambiato qualcosa in termini di tecnologia e materiali ma le medaglie si vincono sempre allo stesso modo. Allenandosi duramente nel corso della stagione e dando il cento per cento delle proprie energie durante le gare. Sono cambiati anche gli atleti e questi vanno ascoltati, ma ognuno deve rimanere nel proprio ruolo”.

7. Lei rema ancora?
“Ogni tanto, quando gli impegni del lavoro me lo permettono, esco in otto jole insieme ai soci del mio Circolo a Castellammare di Stabia”.