ROMA,
08 giugno 2011 - Master, una
passione per il canottaggio senza
fine. A distanza di un mese e mezzo
e con l’avvicinarsi del 1°
Campionato Italiano Master (25-26
giugno), riprendiamo la
chiacchierata con Giuseppe
D’Amico, esperto vogatore dell’Aniene.
Altre istruzioni importanti per il
corretto uso della propria
dedizione. “L'attività comporta
anche l'inserimento continuo di soci
canottieri che talvolta hanno dei
tentennamenti per la partecipazione
alle gare”. L'effetto trascinamento
è una formula vincente. “E’ il
piacere vero di poter condividere la
nostra passione, le nostre
tradizioni di socialità. Tra noi
c'e' anche chi, come Mario Crispo,
si e' diplomato allenatore e con
ironia cerca di trascinarci verso
l'illusione di saper far camminare
le barche, consapevole che qualcuno
alla fine ce la farà”.
Tornando
alle trasferte internazionali,
D’Amico precisa: “Sono anche
fonte di interesse turistico e
culturale, sono diventate realtà nel
nostro circolo grazie a quella banda
di mattacchioni canottieri
capitanati da Roberto Baldinetti
e Paolo Lombardi con la complicità
di tanti altri. Alla fine degli anni
Novanta, alla ricerca di nuove mete,
trascinarono gli equipaggi nelle
mitiche acque di Londra e,
soprattutto, Boston Mass. Siamo
stati anche incoraggiati dal
dualismo con i cugini della
Canottieri Tevere Remo con sfide
annuali infinite. Adesso abbiamo in
mente di tastare le acque
californiane, valida
alternativa alla East Coast. Non
possiamo dimenticare lo stimolo di
Massimo Romiti: se fosse per lui
faremmo gare tutti i week end,
giorno e notte”.
A D’Amico piace provare una forte
sensazione di libertà, gliela regala
il canottaggio. “Nella vita
faccio l'armatore, sono stato
Ufficiale di Marina ed ho navigato.
C'e' un tempo per tutto, adesso è il
tempo di vivere a pieno la propria
vita. Ho 57 anni e tra 10 ne avrò
67. Sarà un'altra storia. Ho sempre
fatto sport, vengo dal nuoto e negli
anni di massimo impegno nel lavoro
correvo quasi tutti i giorni per
mancanza di tempo. Adesso l'ora di
pranzo è dedicata agli amici soci
dell' Aniene attraverso la pratica
del canottaggio. In altre parole lo
sport alla nostra età è un mezzo per
stare insieme in allegria, per
sostenersi nelle avversità
quotidiane e resettare l'umore”.
E
in barca? “Sarei un pari ma vogo
anche a sinistra, mi piace la ‘sala
macchine’ nell'otto: faccio due
senza e quattro e il magico singolo,
come vuole Carlo Mornati che ha
avuto un importante parte nel mio
percorso. Ringrazierò sempre lui e
Lello Leonardo”.
Come si vince la tensione della
partenza? “Con l’orgoglio
dell’appartenenza, devi guardare il
tuo body, dove c'e' lo stemma
sociale, e in quel momento
rappresenti il tuo Circolo. Capisci
tutto. Il segreto in gara non lo
dico a nessuno perché è segreto
di circolo: è una cosa magica
che ti fa spingere sempre ogni colpo
fino alla fine,
semmai aumentando nell'ultimo
tratto ed è allora che gli altri
mollano”.
Riflessioni finali. “Per noi
master è basilare conoscere le
nostre caratteristiche fisiologiche
personali per "giocare" entro i
limiti cardiaci di ognuno. Mai fuori
soglia. Questo non te lo dice
nessuno ma mi piacerebbe organizzare
un'incontro specialistico sul tema.
In un paese tra i più anziani al
mondo, lo sport per i Master è
importante e tutte le Federazioni
deve diventare un settore trainante.
In chiusura, mi piacerebbe rivolgere
un caro saluto a tutti i canottieri
d'Italia, specialmente a Guido
Sesani presidente della mitica
Querini di Venezia che ci ha
rifocillati a Londra dopo la doccia.
Forza ragazzi, dopo ogni colpo le
cosce devono bruciare”.
Nelle immagini: L’Aniene a Londra (foto Antonio Bassi); un arrivo ai Tricolori Master 2010 (foto Enrico Artegiani)