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Giuseppe e Vincenzo su WorldRowingRicordo di Vittorio Caputo

giovedì 15 Dicembre 2011

Giuseppe e Vincenzo su WorldRowingRicordo di Vittorio Caputo

ROMA, 15 dicembre 2011 Tre pagine della rivista digitale WorldRowing sono dedicate a un’intervista doppia davvero molto particolare. La giornalista Tine Jacobsen cura questo servizio in cui Vincenzo Abbagnale pone alcune domande a papà Giuseppe e… viceversa!

“Ogni uomo o donna italiana, anche se poco interessati allo sport, riconosce il nome Abbagnale”
scrive la Jacobsen inquadrando poi la fantastica storia dei Fratelloni d’Italia. “Una storia italiana” è il titolo del reportage, preso in prestito dal film (esordio in TV di Raoul Bova) girato nel 1992. Si ricordano tutti i titoli di Giuseppe, Carmine ed Agostino, il prestigioso riconoscimento (Thomas Keller Medal) ricevuto dai primi due nel 1997 e dal più giovane vogatore nel 2006. Poi ecco arrivare Vincenzo, diciotto anni e tre volte (tre bronzi) sul podio ai Mondiali Juniores tra otto e quattro con.

Ecco domande e risposte.

VINCENZO INTERVISTA GIUSEPPE

Perché hai cominciato a fare canottaggio? 
“I miei zii si trovavano già a contatto con il canottaggio. Uno di loro (Giuseppe La Mura n.d.r.) iniziò ad allenare presso il suo club a Castellammare di Stabia. Il mio coinvolgimento è stato quasi naturale”.
Qual è stato il tuo primo contatto con il canottaggio?
“Il mio primo contatto col mondo remiero fu quello di vincere la paura dell’acqua. Per prima cosa ho dovuto imparare a nuotare prima di remare”. 
Come è cambiata la reputazione del canottaggio in Italia dopo le tue vittorie?
“L’Italia ha attraversato un lunghissimo periodo in cui il canottaggio era stato quasi dimenticato. Grazie alle nostre vittorie, c’è stato un grande ritorno sia in termini di audience sia in termini di appassionati”.
Secondo te, come sono cambiate le condizioni di allenamento rispetto a quando remavi a livello agonistico?
“Non vedo grandi differenze sotto il profilo della tecnica e dei metodi di allenamento”.
Qual é stato il tuo momento più magico nel canottaggio?
“Le Olimpiadi di Seoul 1988: tre fratelli con una medaglia d’oro al collo”.
Qual è il tuo campo di regata preferito?
“Senza dubbio Lucerna”
Qual è stata la tua regata più dura?
“Tutte sono state difficili, anche perché per raggiungere il primo posto devi sempre dare il massimo”.
Come era remare insieme a tuo fratello? Litigavate spesso?
“Non litigavamo spesso ma qualche volte accadeva. Comunque avevamo un grande obiettivo comune che ci faceva riconciliare dopo ogni singolo disaccordo”.
Ti è piaciuto il film “Una storia italiana”?
“Non molto, ma tante persone sembra lo abbiano apprezzato. Penso che abbia suscitato interesse di gente che ancora non conosceva il canottaggio”.

GIUSEPPE INTERVISTA VINCENZO

Ti ricordi della prima volta in cui ti ho portato a vedere un allenamento o una regata di canottaggio?
“Ne ho viste parecchie di gare, ma non ricordo la prima in assoluto. Forse ero troppo piccolo per ricordarmelo”
Quando ti accorgesti del fatto che ero un atleta famoso?
Praticamente da quando ero piccolo. Anche perché è molto difficile non notare tutte le coppe e le medaglie che sono a casa nostra”.
Pensi che avresti ugualmente iniziato a remare anche se io non fossi stato un vogatore?
“Non lo so. Avrei comunque fatto sport, però non so se avrei scelto questo senza i consigli di qualcuno”.

Come ti trattano i compagni della tua squadra, visto che vieni da una famiglia di canottaggio famosa?
“In modo normale, perché “purtroppo” sono un ragazzo normale e non sono stato io a vincere tutte quelle regate. Non voglio sentirmi diverso dagli altri canottieri perché non lo sono”.
Pensi che la mia storia abbia influenzato il tuo atteggiamento verso il canottaggio? Vedi una differenza fra te ed altri vogatori?
“Come detto, io non vedo nessuna differenza. Il mio cognome è parte della storia, ma essa non è stata fatta da me. Quindi, non vedo nessun motivo per cui ci debbano essere differenze con altri”.
Ti dà fastidio talvolta essere associato a me ed ai tuoi zii?
“Lo ammetto, alcune volte mi da un po’ fastidio perché ho l’impressione di non sentirmi al loro stesso livello. Sto imparando a non dare troppo peso a questa cosa. E’ un accostamento impossibile e l’importante è saperlo e lavorare per renderlo possibile”.
Qual è il tuo obiettivo nel canottaggio?
“Non voglio parlare dei miei obiettivi agonistici, voglio solo riuscire a dare e raggiungere il massimo. Questo il mio obiettivo”.
Se non facessi canottaggio quale altro sport ti piacerebbe praticare?
“Mi piacciono tutti gli sport, ma se dovessi sceglierne uno, sceglierei il calcio. E’, per me, più facile che remare”.
Cosa farai tra 10 anni?
“Non ne ho la più pallida idea e, per adesso, non voglio pensarci. E’ sufficiente vivere giorno per giorno”.   
Qual è stata la tua regata più dura?
“Sicuramente l’ultima finale, ai Mondiali Juniores di Eton 2011. Partivamo favoriti ed avevamo le carte in regola per poter vincere. Invece la fortuna non è stata  dalla nostra parte ed abbiamo perso l’occasione di vincere la medaglia d’oro”.
 Hai mai visto il film “Una storia italiana”? Ti è piaciuto?
“Si, l’ho visto e gradito”.
 Pensi che un giorno avrai più medaglie di me?
“Difficilmente ce la farò, ma è il sogno di chiunque”.
Ti piacerebbe gareggiare nel Due Con?
“Mai provato fino ad ora, ma perché no…”