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Toscani ai Mondiali Junior – resoconto finali

mercoledì 11 Agosto 2010

Toscani ai Mondiali Junior – resoconto finali

FIRENZE, 11 agosto 2010 – C’è chi gioisce comunque, come lo straordinario singolista del Club Remiero Calcinaia,Manuel Igneri, che a un certo punto sembrava che neppure dovesse far parte della spedizione azzurra per Racice e che invece ottiene un risultato a suo modo storico per il canottaggio azzurro Junior con un sesto posto che negli ultimi anni è sempre stato il massimo che si potesse fare (basti pensare a Bruno Rosetti campione mondiale Junior nel 2005 a Brandeburgo sul quadruplo e poi sesto l’anno dopo ad Amsterdam da solo), e chi invece dopo una batteria straordinaria aveva fatto la bocca a un qualcosa di più, leggi Bernardo Nannini della Canottieri Firenze, prodiere dell’otto entrato in finale col miglior tempo e poi di bronzo nella gara decisiva.

Ma questo è il canottaggio, e comunque sia la Toscana non può dirsi insoddisfatta dagli esiti dei Mondiali Junior di Racice, in Repubblica Ceca. Ma andiamo con ordine…

Manuel Igneri da Calcinaia, allievo di Giorgio Bani (corsi e ricorsi storici per il singolo Junior: nel 1988 da allenatore della Firenze mandò Filippo Soffici all’oro iridato a Milano), sembrava venuto a Racice di passaggio: convocato dopo una buona prestazione alle selezioni di Piediluco del 20 giugno, il Commissario Tecnico del settore Claudio Romagnoli lo ha pungolato per tutto il raduno, durante il quale più volte è stato in bilico tra una maglia da titolare, da riserva, se non addirittura tra la “retrocessione” alla Coupe de la Jeunesse o peggio a casa, a seguire i compagni sul pc. Manuel invece ha dato prova di grande carattere, quello che gli addetti ai lavori hanno sempre visto come il punto debole di questo ragazzone di oltre due metri, e colpo su colpo, batteria su batteria, ha conquistato una sorprendente finale. Lì, dove l’esito sembrava già scritto vista la presenza dell’iridato 2009, il tedesco Felix Bach, come poi è stato, dal secondo al sesto posto era bagarre, e Manuel ci ha provato. Ha pagato però una partenza lenta e, forse, la scarsa esperienza nel misurarsi a questi livelli anche in campo nazionale, ed ha chiuso sesto. Un risultato comunque grandioso per come era partita la sua stagione, e ora speriamo che questo funga da stimolo per far proseguire la carriera di Igneri, che ha ancora tanto da dire.

Poi è stata la volta di un altro Calcinaia-made, ma oggi tesserato per la Baldesio di Cremona: Edoardo Margheri. Non nuovo, lui, ai Mondiali Junior (settimo nel 2009), a Racice Edo si è presentato sul doppio con Emanuele Ferraiolo delle Fiamme Gialle, minuti ed affiatati, in caccia di una medaglia che sembrava solo un sogno. Il sogno, invece, si è avverato: in rimonta, con difficoltà, sacrificio, sudore, sangue e lacrime, ma si è avverato. Il doppio azzurro ha fatto tutta la gara su Romania e Grecia, decidendosi a mettere la punta avanti solo verso la fine e conquistando così un quasi clamoroso bronzo dietro all’imprendibile Germania ed alla Francia, quest’ultima distante alla fine quattro secondi. Il cronometro rende merito al doppio di Edo: rumeni e greci, dopo essere stati rincorsi per tutta la gara, sono stati ricacciati dietro di tre secondi e mezzo e quattro secondi, segno che il doppio azzurro non solo ci ha creduto, ma consapevole della sua forza ha incrementato senza paura di scoppiare. E allora forse per Edo questo bronzo non era poi così impensabile da raggiungere…

Passano le gare, arriva il quattro di coppia e si rimane in provincia di Pisa, con il talentino elbano Matteo Baluganti, plasmato dalle sapienti conoscenze dell’oggi Consigliere Federale Leonardo Pettinari presso la Canottieri Pontedera di Sergio Marrucci, uno che ne ha visti passare di campioni dalla sua società. Rapidamente ecco la gara di Matteo e soci, Marco Calamaro del Napoli, Michele Manzoli della Baldesio e Marco Ferracci della Lavoratori Terni: anche per loro all’inizio, come per l’otto di Nannini, sembrava più vicina una medaglia d’oro che non una d’argento o di bronzo, ma alla fine la Germania si è dimostrata più forte in acqua ed ha vinto con due secondi di vantaggio, con gli azzurri splendidi secondi e battaglieri nel respingere gli assalti alla piazza d’onore della Nuova Zelanda, alla fine terza. Ma dietro questo argento, per i pochi che ancora non lo sapessero, c’è tanto di più… Matteo fino a due anni fa del canottaggio non sapeva niente, era solo un gigantesco quindicenne che montato per la prima volta su un remoergometro lo aveva fatto registrare come una scafatissima prima punta del settore Junior, se non di quello Under 23 per gli standard italiani. Al Pontedera dunque, società che ha da sempre creduto, come il CT azzurro Romagnoli del resto (per visionarlo lo convocò anche l’anno scorso al pre-Mondiale), è iniziato un lungo lavoro di cesello per questo ragazzone isolano, che dopo anni raccoglie i frutti del suo duro darsi da fare. Adesso per lui, archiviati i rimpianti per quello che poteva essere se avesse conosciuto il canottaggio a dieci anni, c’è da guardare con tanta speranza al futuro: forse l’Italia ha trovato un cavallo di razza, uno di quelli che tra qualche anno ti farà balzare sulle poltrone davanti alla tv durante un evento maggiore. Noi tutti lo speriamo, intanto grazie Matteo…

E veniamo all’ammiraglia, alla regina di tutte le specialità, allo spettacolo puro… veniamo all’otto con prodiere il bianco-rosso Bernardo Nannini. Lui ed i compagni (Giuseppe Vicino e Roberto Bianco del CRV Italia Napoli, Fabio Vigliarolo del Gavirate, Simone Angeloni del Tevere Remo Roma, Matteo Macario della Sebino Lovere, Marco Di Costanzo del Posillipo Napoli, Vincenzo Abbagnale ed il timoniere Enrico D’Aniello dello Stabia) giovedì avevano fatto sognare con quell’ingresso in finale con il miglior tempo delle batterie, e tutto, composizione della barca in primis (ottimo mix di ragazzi già terzi sempre sull’otto nel 2009 e di ottimi emergenti, come Bernardo già oro l’anno scorso alla Jeunesse sul quattro con), faceva pensare ad un miracolo. Invece alla fine è stato “solo” bronzo, in una gara dominata da Stati Uniti e Germania (scalzati dal successo nell’otto dopo tre anni di dominio) e combattutissima con la Romania, avanti ai 1500 di un centesimo e rimbalzata ai piedi del podio solo da uno stratosferico serrate azzurro negli ultimi 150 metri, che consegna ai nostri il bronzo per diciannove centesimi.

Berni, va bene così, sei al primo anno Junior, l’anno prossimo ci possiamo riprovare. Intanto grazie a te come a tutti gli altri toscani protagonisti a Racice, e sotto con gli allenamenti per Singapore, dove il due senza azzurro per le prime Olimpiadi Giovanili di sempre sarà tuo e del posillipino Di Costanzo. Appuntamento con la storia, dobbiamo essere preparati…

Niccolò Bagnoli – Ufficio Stampa Comitato FIC Toscana –