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Cecilia Bellati, Una ex mezzofondista ai remi

martedì 3 Agosto 2010

Cecilia Bellati, Una ex mezzofondista ai remi

RACICE, 03 agosto 2010 – Sport di resistenza, pare amare solo quelli. Cecilia Bellati, sedicenne veneziana in forza alla Canottieri Padova, passa dal mezzofondo al canottaggio.  “Un’infiammazione al tendine d’achille, non alleviata da numerosi impacchi di ghiaccio, mi ha spinto a scegliere tra questi due sport che praticavo contemporaneamente”.

Canottaggio sia, quindi, alla Diadora sino all’aprile 2010. “Nel 2009 ho partecipato alla Coupe de la Jeunesse nella specialità del quattro di coppia classificandomi al settimo e al terzo posto”. Con Casali, Ferrarese e Biondi, la barca allenata da Spartaco Barbo progredisce nel giro di 24 ore: pagato dazio all’emozione, ecco arrivare il primo podio internazionale. “Anche se Vichy non era un Mondiale, la soddisfazione per quella medaglia è stata tanta perché nel giro di poche ore abbiamo mentalmente analizzato cosa non andava e abbiamo migliorato nettamente la nostra prestazione”.

Di quadruplo in quadruplo, dalla Francia alla Repubblica Ceca. “Siamo arrivati a questa formazione dopo varie prove a Varese, non è stato semplice reggere la tensione. Ora siamo qui e vogliamo dire la nostra, ben consapevoli del valore delle nostre avversarie”.

L’equipaggio secondo Cecilia. “Sara Magnaghi è la più paziente di tutte noi, Gaia Marzari è autoritaria e autorevole allo stesso tempo, Paola Gelpi è molto determinata. Io? Io sono la cattiva della barca”.

Un punto di riferimento? “Laura Milani: sta raggiungendo risultati straordinari, in tante dobbiamo lavorare e allenarci per provare a diventare come lei”. Cecilia si allena spesso da sola a Venezia, 2-3 volte alla settimana va a Padova dove Alberto Rigato la mette sotto torchio. “E’ una persona molto seria, non lascia mai niente al caso: è il tecnico ideale per chi ha forza di volontà”.

Il disegno e la musica (un passato da apprendista pianista): le passioni di Cecilia che è anche molto affezionata (come tutte le Junior) a Massimo Casula.